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Berlinale 2021 - I premi del Concorso

Pubblicato il 7 marzo 2021 da Matteo Galli


Berlinale 2021 - I premi del Concorso

Diciamo che nel Concorso di questa strana, inedita Berlinale online, ridotta e per giunta monca (la critica ha potuto vedere solo tredici film su quindici) si sono contrapposti forse, come non mai, due paradigmi narrativi: il cinema con una struttura tradizionale, con un inizio e una fine e il cinema che non intende sottostare alle tradizionali convenzioni diegetiche.

La giuria, lo ricordiamo composta di registi ex-vincitori dell’Orso d’Oro, ha fatto, nel distribuire i premi, una scelta coerente e coraggiosa, premiando i film che maggiormente decostruiscono o provano a reinventare la forma film, nella sua coerenza di romanzo per immagini. Sono stati premiati numerosi film volutamente episodici – come se per il Premio Strega lo vincesse una raccolta di racconti – o film che per via della lunghezza fanno saltare la forma di una narrazione in sé conchiusa.

È il caso dell’ottimo film di Radu Jude Bad Luck Banging or Loony Porn (http://www.close-up.it/bad-luck-ban...) che ha vinto l’Orso d’Oro , del notevole film di Hamaguchi Ryûsuke Guzen to sozo (http://www.close-up.it/guzen-to-soz...) che si è assicurato il Gran Premio della Giuria, del non entusiasmante Una película de policías (http://www.close-up.it/una-pelicula...) di Alfonso Ruizpalacios sui poliziotti di Città del Messico, film a episodi e al tempo stesso forma mista fra documentario e finzione, è il caso ovviamente dell’importante documentario su Herr Bachmann und seine Klasse (http://www.close-up.it/herr-bachman...) di Maria Speht, del premio alla sceneggiatura (ce n’era una?) al solito Hong Sangsoo (http://www.close-up.it/inteurodeoks...), è il caso del premio alla attrice non protagonista del film ungherese Forest – I See You Everywhere (http://www.close-up.it/forest-i-see...) Lilla Kizlinger (con tutti quegli attori, tutti bravissimi si fa fatica a capire chi fosse ).

Gli unici premi a film più tradizionali sul piano della forma sono quelli toccati a Marion Eggert, la protagonista del film di Maria Schrader ( Ich bin dein Mensch ) (http://www.close-up.it/ich-bin-dein...) e il premio alla regia a Dénes Nagy per Natural Light . Due premi che ci convincono meno.

Con un qualche disappunto registriamo che i film, magari più tradizionali, ma certamente più perfetti che avevano incontrato il nostro gradimento come quello di Céline Sciamma ( Petite Maman ) (http://www.close-up.it/petite-maman) e della coppia iraniana ( Ballad of a White Cow ) (http://www.close-up.it/ballad-of-a-...), sono rimasti totalmente a bocca asciutta - ma si rifaranno presso gli spettatori, ne siamo certi.

Come si ricorderà, inoltre, questo era il primo anno in cui – per ipercorrettismo gender - si era deciso di non far più distinzioni fra attori e attrici nell’assegnare gli Orsi d’Argento, quindi sempre due Orsi d’Argento ma alla migliore prestazione attoriale come protagonista e alla migliore prestazione attoriale come non protagonista. Hanno vinto due attrici. Chissà come mai - si poteva immaginarlo.

I due film senza liberatoria – li ricordiamo, entrambi tedeschi: Nebenan l’esordio alla regia del noto attore Daniel Brühl e la trasposizione cinematografica di Fabian di Erich Kästner per la regia di Dominik Graf – sono rimasti senza premi ma sono stati mostrati in proiezione riservata solo ai giornalisti berlinesi. Che dire? Ognuno fa quello che vuole con il proprio film ma ben bizzarro atteggiamento nei confronti degli altri accreditati, visto che avevano accettato di stare in Concorso. Non diamo giudizi per carità di patria (tedesca)...

Per chi volesse vedere la conferenza stampa dei proclamazione dei premi si può collegare a questo link del Festival: https://www.berlinale.de/en/home.html


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