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CENERE, DIAMANTI E CELLULOIDE. SERATA PER ANDRZEJ WAJDA. QUANDO IL CINEMA HA IL PASSO DELLA STORIA

Pubblicato il 14 novembre 2016 da Redazione Close-up


CENERE, DIAMANTI E CELLULOIDE. SERATA PER ANDRZEJ WAJDA. QUANDO IL CINEMA HA IL PASSO DELLA STORIA

Al Cineclub Alphaville di Roma la figura e l’opera del più celebrato cineasta polacco di sempre saranno ricordate lunedì 14 novembre alle ore 21 nel corso di un incontro pensato e condotto da Ugo G. Caruso cui parteciperanno Paolo D’Agostini, critico cinematografico de La Repubblica e lo slavista Lorenzo Pompeo. Seguirà la proiezione del film "Ingenui perversi", diretto da Wajda nel 1960.

Ad Andrzej Wajda, unanimemente considerato il più grande autore di sempre del cinema polacco, scomparso il mese scorso all’età di 90 anni ma ancora in piena attività, come dimostra il suo "Afterimage" acclamato anche nell’ultima edizione del Festival del Cinema di Roma, è dedicata una serata in programma lunedì 14 novembre al Cineclub Alphaville di Roma (Via del Pigneto, 283). L’incontro pensato e promosso da Ugo G. Caruso, storico e critico del cinema, prevede in apertura una conversazione cui parteciperanno il critico cinematografico de La Repubblica, Paolo D’Agostini, autore di una monografia sul grande cineasta polacco edita a suo tempo da Il Castoro e lo slavista Lorenzo Pompeo, traduttore ed organizzatore di rassegne cinematografiche. A seguire verrà proposto un titolo del 1960 che rivela la parentela stretta tra l’opera filmica di Wajda ed il rinnovamento linguistico e tematico del cinema coevo, specie quello delle varie nouvelles vagues eueopee che andavano fiorendo al di qua e al di là della cortina di ferro.

"Ingenui perversi" si avvale infatti della sceneggiatura di Jerzy Andrzejevski da cui Wajda aveva già tratto "Cenere e diamanti" e del giovane Jerzy Skolimowski, poeta e boxer che appare pure in veste d’attore come d’altronde il suo amico e compagno di corso alla prestigiosa Scuola di Lodz, Roman Polanski. Nel cast, accanto al protagonista, Tadeusz Lomnicki, c’è pure il jazzista Krisztzof T. Komeda che è anche l’autore della colonna sonora, nonchè, in un piccolo ruolo, Zbigniew Cybulski, attore eponimo di quella cinematografia, la cui morte prematura lo circonderà dell’alone del mito e ispirerà allo stesso Wajda nel ’68 il film "Tutto in vendita", che rappresenta sua riflessione sulla settima arte.

Insomma, il cast raccoglie la piccola comunità cinematografica polacca degli anni sessanta, quella che segnerà una rinascita ed un rinnovamento profondo nel cinema nazionale e farà da maieuta collettivo alla generazione successiva, quella dei Zanussi, Kieslowski, Falk, Holland. Come si sarà evinto, si tratta di una serata ineludibile per chi vuole saperne di più su un grande protagonista della cinematografia mondiale, un testimone sempre "scomodo", un autore problematico e coraggioso, un maestro la cui lezione rappresenta un lascito artistico, morale e civile imprescindibile.


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