Ciancianese Football Club
Leonardo: nomen omen.
In Ciancianese Football Club è l’inizio di un ossimoro.
Il protagonista del romanzo, centro di focalizzazione dell’intera narrazione, non ha, infatti, niente a che vedere col genio rinascimentale.
Né ha qualcosa a che vedere con l’ideale umanistico dell’Uomo vitruviano, che Leonardo ha immortalato con pochi tratti di matita.
Allungando, infatti, le dita delle mani, il Leonardo del romanzo di Matteo Zolla, non tocca gli estremi di un cerchio e di un quadrato. Le sue braccia non misurano il mondo circostante. Il suo ombelico non è il centro dell’universo mondo. E, un po’ per tutti questi motivi, egli non può essere padrone del suo destino, figurarsi di quello di una moglie e di un figlio.
Piuttosto egli è periferia della periferia più estrema. Sperduto nell’inadeguatezza che è il vero malanno del secolo dell’iperconnessione e del “tutto in piazza” e “tuttofinto” dei Social.
Dell’uomo vitruviano ha, forse, solo il fisico asciutto di chi fa sport sin da quando era piccolino. Ma anche lì si è rovinato per un incidente che gli ha troncato la carriera prima di poter cominciare a sognare un poco più in grande. Così ora deve accontentarsi di una carriera piccola nella Serie più lontana dalla A, giocando, appunto, nel Ciancianese, squadra di una città che, lo dicono tutti, è proprio come Chianciano, ma senza l’h e senza le Terme.
Una borgata? – verrebbe da chiedersi a questo punto.
Nemmeno quello – rispondiamo noi.
Una città di mezzo piuttosto. Talmente anonima che non può aspirare neanche alla disperazione da tragedia greca dei quartieri cantati da un Pasolini. Talmente inadeguata, come l’eroe che ci vive da una vita, da non poter aspirare nemmeno alla consolazione del peggio che darebbe almeno un senso, nel brutto, al cupio dissolvi di ciascuno.
La squadra, poi, non è da meno: un coacervo di persone che giocano per ingannare l’attesa non sanno bene neanche loro di cosa. Pronti solo al sesso a fine giornata, per gentile offerta dello sponsor della squadra, che mima, grossolano, l’idea di quello che tutti pensano sia la vita di un campione: soldi e fighe come se piovesse. Salvo che qui di soldi neanche l’ombra; le donne, invece, un poco stagionate, di quelle che si ve(n)dono negli autogrill delle autostrade.
Un girone dantesco, insomma. Ma senza Dante e senza diavoli, nel giro di una inquieta disperazione che sta tutta nell’impossibilità a voltare pagina, a prendere una posizione che sia una, a trovare quel centro che Leonardo – il genio, non questo qui del libro – ha disegnato puntando il compasso sulla riscoperta di un senso.
Matteo Zolla descrive questo universo in un romanzo breve, costruito su dieci capitoli e un epilogo: proprio come gli uomini su un campo da gioco. L’ha innervato con un ritmo serrato e uno stile fresco (che sarebbe stato meglio sorvegliare giusto un po’ di più), giocando con gli archetipi delle storielle sportive di certo cinema di genere italiano di qualche anno fa.
Sta bene attento a non far deflagrare, se non quando è giusto che accada, il senso di tragedia che respira come brace nell’ordinario che ci circonda e ci lascia con l’angosciante consapevolezza che forse dovremmo imparare a guardarci un poco meglio, prima che possa farsi tardi.
In questo, il romanzo è uno spaccato nel mondo contemporaneo che ha la leggerezza dell’istantanea anche quando vorrebbe puntare sulla grandiosità dell’affresco.
Un difetto, forse, ma cui si guarda con simpatia, anche in considerazione del fatto che il lettore chiude l’ultima pagina con qualcosa in più di quando aveva cominciato.
Autore: Matteo Zolla
Titolo: Ciancianese Football Club
Editore: Giovane Holden edizioni
Collana: Battitore Libero
Dati: 144 pagine, brossurato
Anno: 2020
Prezzo: 13,00 €, (anche in eBook)
Isbn: 978-88-3292-754-2
webinfo: Scheda libro sul sito dell’editore