Fare Critica: al via la prima edizione del festival dedicato alla critica teatrale e cinematografica

Lamezia Terme, 20 febbraio.
Ha preso il via ieri la prima edizione di Fare Critica, il festival interamente dedicato alla critica teatrale e cinematografica diretto da Gianlorenzo Franzì.
Proiezioni, spettacoli e incontri volti a riflettere sul ruolo e sul senso della critica nell’epoca dei social media. Può esistere ancora la critica e il mestiere del critico in una società in cui l’avvento del web ha scardinato completamente i canoni del passato? A questa domanda ha cercato di rispondere Paola Abenavoli, critica teatrale per Hystrio. «Fare critica, teatrale in questo caso, è leggere ciò che viene proposto e tentare la restituzione di un’analisi profonda e meno autoreferenziale possibile con un linguaggio semplice», ha spiegato. Un lavoro che può e deve essere fatto anche oggi, senza lasciarsi scoraggiare dall’uso, spesso improprio, che viene fatto della tecnologia. Piuttosto, «si dovrebbe sfruttare il web per avvicinare la critica ad un pubblico che deve essere educato a questa», solo così si potrebbe restituire alla critica la giusta importanza che merita. «Il critico, però – ha continuato la Abenavoli – ha, o quantomeno dovrebbe avere, dei rigidi e fondamentali criteri da seguire, indipendentemente dai gusti personali che rientrano nella sfera della soggettività».
A seguire, c’è stato l’incontro con Piergiuseppe Di Tanno, tra i più interessanti attori del panorama teatrale contemporaneo. Un interprete che ha saputo cimentarsi in moltissimi linguaggi scenici – dalla performance art al teatro, dalla danza butoh a quella contemporanea – confermando sempre l’eclettismo e l’acume che lo contraddistinguono e per cui, nel 2018, si è aggiudicato il Premio Ubu come Miglior attore under 35. Un premio, questo, che ha segnato una fase di cesura nella sua produzione artistica perché ha contraddistinto «una sorta di capacità di trasformazione della nostra creazione», ha spiegato l’attore. Riguardo al rapporto fra teatro e danza, invece, che è l’elemento che forse più di tutti caratterizza la sua cifra stilistica, Di Tanno ha precisato come questa sia stata «una scelta assolutamente naturale, quasi fisiologica; si tratta di sentire». Andare verso la danza, per l’attore è «come un pianeta "istintivo" che si accende quando si spengono le parole».
Ha chiuso l’incontro Daniele Timpano, drammaturgo, attore e regista teatrale che dal 2008 ha sancito un proficuo sodalizio artistico con Elvira Frosini, dando vita alla compagnia teatrale Frosini-Timpano (conosciuta soprattutto per i loro spettacoli dissacranti). L’artista, che sfugge facili catalogazioni – non a caso, negli anni la sua arte stata ascritta nel cosiddetto “Teatro narrativo” e i suoi testi descritti con echi anarchici e dadaisti – ha cercato di dare una sua personalissima definizione del critico teatrale. «La figura del critico tout court è una figura che potremmo definire anfibia, di mezzo», ha asserito l’autore che poi non ha nascosto quanto questa sia importante per lui. D’altronde, «non facciamo gli spettacoli per noi stessi», ha concluso.
La giornata si è conclusa con la messa in scena di Dux in scatola, di e con Daniele Timpano, in cui l’artista si è fatto interprete, in un gioco di rispecchiamenti e sdoppiamenti di personalità tra un io storico ed un io-io meschinamente (nel buon senso del termine) intimo, dell’autobiografia d’oltretomba di Benito Mussolini.

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