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Festival del film di Roma 2014 - Spartacus e Cassandra

Pubblicato il 18 ottobre 2014 da Alessandro Izzi

VOTO:

Festival del film di Roma 2014 - Spartacus e Cassandra

Spartacus e Cassandra sono due bambini rom in Francia.
Le loro esistenze si sono sempre costruite per piccole tappe salienti: imparare a parlare, poi a camminare, poi a stare in equilibrio su un filo steso e infine a rubare autoradio nei parcheggi.
Sono bambini legati ai loro genitori che, però, mantengono il loro modo di vivere nomade più per incapacità a guardare oltre che non per volontà.
Non riescono a vedere i vantaggi che potrebbe dare ai loro bambini la scuola. Imparare a scrivere, parlare e fare di conto non aiutano, secondo loro, a costruire una casa, e per lavori come la raccolta delle arance in Spagna non serve certo una laurea.
I bambini, da parte loro, hanno vissuto per un po’ di tempo in un posto solo. Hanno persino cominciato la scuola anche se non la seguono con il massimo dei profitti e, quando la legge impone lo sgombero del campo nel quale vivono, vorrebbero restare anche se la cosa significa, per loro, separarsi dai genitori.

Il rapporto generazionale, in Spartacus e Cassandra è complicato dalla difficoltà di integrazione in un contesto culturale che, per quanti sforzi si faccia, resta sempre altro.
I bambini, in fondo, sono esattamente come il Tonio Kroger di Mann: divisi tra due mondi, ma terribilmente desiderosi di una casa. E in loro resta il sospetto inconfessato, ma comunque persistente, che questo desiderio dipenda in primissima istanza da quei valori che la nostra società ha trasmesso loro e ai quali avrebbero anche potuto essere più sordi.
Il dolore di essere considerati diversi si congiunge a quello di sentirsi causa della sofferenza dei loro stessi genitori che rinunciano a malincuore a tenerli con sé e che si sentono traditi non solo a livello personale, ma anche culturale.

Spartacus e Cassandra descrive bene questa doppia angoscia esistenziale grazie ad un realismo esasperato, con le riprese in digitale sporco, con la fotografia che spesso si brucia per l’eccesso di luce. Lo fa affidandosi al gesto rabbioso dei due attori bambini che interpretano davvero loro stessi in una corsa all’impressione di documentario che cogli la realtà sul suo farsi, senza troppe mediazioni.
Soprattutto lo fa accettando di infrangere la sua stessa grammatica quando l’ansia dei personaggi punge troppo sotto pelle. E allora il racconto cede il passo a momenti da incubo, a immagini che rendono manifesto il senso di rivalsa che brucia in bambini che si sentono giudicati ad ogni passo dallo sguardo di chiunque li incontri per strada.
Ivi compreso quello dello stato che applica le sue leggi senza porsi davvero il problema di capire, di aiutare e di tutelare i minori che si trova davanti.

Sino a che quella rabbia che non trova parole in ragazzi troppo giovani non esplode nell’invettiva finale rivolta proprio allo spettatore: Chi sei tu per giudicare?


CAST & CREDITS

(Spartacus et Cassandra); Regia: Ioanis Nuguet; sceneggiatura: Samuel Loret, Ioanis Nuguet; fotografia: Ioanis Nuguet; montaggio: Anne Lorrière, Ioanis Nuguet; musica: Aurélie Ménétrieux; interpreti: Cassandra Dumitru, Spartacus Ursu, Camille Brisson, Lamina Dumitru, Fodor Ursu; produzione: Gérard Lacroix, Samuel Luret, Gérard Pont; origine: Francia, 2014; durata: 80’


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