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Festival del Film di Roma - 27 aprile 2014 - Racconto di un evento

Pubblicato il 17 ottobre 2014 da Alessandro Izzi

VOTO:

Festival del Film di Roma - 27 aprile 2014 - Racconto di un evento

C’erano una volta i film dei Lumiere.
Film che andavano bevuti con gli occhi pieni di stupore perché le immagini, che per millenni erano state ferme e immobili sulla superficie dei quadri, finalmente si muovevano pur se confinate nella prigione stretta dello schermo.
Il pubblico li guardava essenzialmente per due motivi: perché erano cartoline animate di paesi spesso lontani e non sempre alla portata di tasche troppo vuote e perché era bello lasciarsi incantare dal gioco di una luce popolata dalle ombre dei fantasmi.
Non si sarebbe potuto dire se a piacere di più fosse il fatto che la macchina da presa fosse andata in qualche remoto paesino dell’Asia o non piuttosto la grana dell’immagine, la risoluzione della fotografia e il buio tutto intorno che si poteva riempire di esclamazioni e di sorpresa.
A oltre cento anni dai tempi in cui il cinema era ancora un fenomeno da baraccone, 27 aprile 2014 – Racconto di un evento ritrova, paradossale a dirsi, lo spirito di quei tempi.
Lo fa per la sua vocazione dichiarata programmaticamente proprio a inizio film: offrire a chi non assistette di persona alla canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II e papa Giovanni XXIII, la possibilità di rivivere l’impressione dell’esperienza grazie alla qualità immersiva delle riprese 3D.
Come ai tempi dei Lumiere, insomma, la macchina da presa sceglie per noi un evento che dovrebbe a prescindere essere irrinunciabile e ne conserva il calco utilizzando la migliore tecnologia presente sul mercato.
27 aprile 2014 non è propriamente un documentario perché non è una riflessione a tutto campo sulla materia trattata, né un qualcosa che aspira a conservare il simulacro di un evento per le future generazioni. Sembra piuttosto un oggetto d’uso quasi immediato: nasce per il pubblico di oggi ed è perfetto per quelle famiglie che si comprano un televisore 3D di ultimissima generazione.
Il modo di filmare diventa così importante quasi quanto l’evento filmato col rischio che il significato passi in secondo piano rispetto all’invadenza del significante.
Di qui il bisogno di allargare in maniera indefinita il raggio d’azione del discorso: dai momenti salienti dei pontificati dei due papi canonizzati ai tratti distintivi della nuovissima riforma francescana, dalla visione assai spazializzata dei luoghi del culto all’inno a Roma capitale del cristianesimo, dalle parole dei testimoni al lungo spot autopubblicitario di Sky 3D. Tutto è un profluvio di immagini bellissime, sontuose, accarezzate con solenni e ampi movimenti di macchina che non raccontano (in barba alla promessa del titolo), ma definiscono lo spazio del racconto.
Proprio come nei film dei Lumiere la storia racchiusa nell’inquadratura non è il fine, ma l’elemento di passaggio. Essa è più che accidentale, incidentale e scorre parallela al libero costruirsi delle immagini.
Così che si ha l’impressione alla fine che, malgrado tutti gli sforzi, l’evento stesso che dovrebbe essere conservato sfugga alle maglie della ripresa tridimensionale. Del processo di canonizzazione abbiamo molte vedute aeree, bellissimi quadri d’insieme, eppure quel momento magico in cui avviene il trapasso alla condizione beata dei due pontefici resta fuori dell’inquadratura anche perché comunque non è mai stata di quello spazio.
Proprio come non è di questo modo di guardare il mondo la vocazione pauperistica di papa Francesco o la semplicità di papa Giovanni XXIII. E il loro passaggio in 3D suona spesso stonato come la restituzione tridimensionale dei capolavori immortali di Michelangelo o di quelle immagini di repertorio che sarebbe forse stato meglio non (ri)toccare.
In fin dei conti la loro verità non dipende dal 3D degli occhi, ma dalla sola profondità del cuore che non ha davvero bisogno di tanta musica a coprire il nostro sempre più inascoltato bisogno di silenzio.


CAST & CREDITS

(27 aprile 2014 - Racconto di un evento); Regia: Luca Viotto; genere: documentario; origine: Italia, 2014; durata: 51’


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