X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Festival di Roma 2014 - Buoni a nulla

Pubblicato il 21 ottobre 2014 da Francesca Polici

VOTO:

Festival di Roma 2014 - Buoni a nulla

Dopo Pranzo di ferragosto e Gianni e le donne, con Buoni a nulla il regista Gianni di Gregorio conclude finalmente la sua “trilogia ideale”. Al centro di quest’ultima commedia infatti troviamo ancora una volta un personaggio dal nome Gianni, ormai alter ego cinematografico di Di Gregorio, che in fondo non è altro che il solito inetto, estremamente “accondiscendente” e passivo nei confronti della vita e di qualsiasi cosa gli capiti. Ed insieme a questa figura centrale, ritroviamo anche lo stile narrativo e la tipica tonalità del cinema di Di Gregorio, che fa dei suoi film dei racconti pacati, delicati, sussurrati, a tratti anche piatti e monotoni. Che piaccia o meno, uno stile che sicuramente ha allontanato l’autore dal resto del panorama comico italiano.

Il film si apre sulla figura del protagonista Gianni, il solito antieroe condannato a subire che, proprio mentre è in procinto di raggiungere la tanto desiderata pensione, si ritrova costretto ad aspettare altri tre anni e a trasferirsi nell’estrema periferia romana. Al suo fianco troviamo un altro “sfigato” vittima della vita, Marco (un bravissimo Marco Marzocca) che si mostra ancor più passivo del protagonista nei confronti della vita, subendo davvero da tutti, in particolar modo dalla giovane collega Cinzia. Ma per i nostri antieroi è giunto finalmente il momento di ribellarsi e iniziare a dire di no, sbattendo anche la porta in faccia a qualcuno di tanto in tanto.

Il film inizia bene, con un Di Gregorio perfetto nel far coincidere come sempre personaggio e narrazione, nel far scorrere la seconda nei tempi di vita rilassati del primo. Sembra di stare un po’ in Pranzo di ferragosto o in Gianni e le donne, e si ha la sensazione che l’autore debba cambiare qualcosa, osare una sterzata per evitare il rischio di ripetersi troppo sullo schermo. E Di Gregorio ci prova - bisogna darne atto – ma non colpisce nel segno, anzi. Il suo tentativo di spostarsi su una diversa tonalità e di dare più ritmo alla narrazione, spersonalizza il film, cadendo nella trappola della standardizzazione e delle banalità. La commedia alla Di Gregorio si sgretola nel momento in cui si appropria dei canoni della gran parte della commedia italiana contemporanea, fatta di luoghi comuni e di momenti divertenti rincorsi ad ogni costo, e si perde così come si perdono i suoi personaggi. Il loro improvviso cambiamento infatti non risulta credibile, e questi iniziano quasi a divagare nel nulla, rivelando una sceneggiatura debole e poco coerente.

Di Gregorio con Buoni a nulla, pur confermando la tenerezza del suo sguardo disincantato, non ha quindi cambiato rotta, ma ha tradito se stesso e il suo cinema, perdendo di vista la direzione verso cui era proiettato e dando segni di omologazione. Insomma, usciti dalla sala si ha proprio la sensazione di avere visto la “solita commedia italiana”.


CAST & CREDITS

(Buoni a nulla); Regia: Gianni Di Gregorio; sceneggiatura: Gianni Di Gregorio, Pietro Albino Di Pasquale; fotografia: Gogò Bianchi; montaggio: Marco Spoletini; musica: Enrico Melozzi; interpreti: Gianni Di Gregorio, Marco Marzocca, Valentina Lodovini, Daniela Giordano, Gianfelice Imparato, Marco Messeri, Camilla Filippi; produzione: Bibi Film, Rai Cinema; distribuzione: Bim; origine: Italia, 2014; durata: 87’.


Enregistrer au format PDF