X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Festival di Roma 2014 - Kahlil Gibran’s. The Profet

Pubblicato il 21 ottobre 2014 da Francesca Polici

VOTO:

Festival di Roma 2014 - Kahlil Gibran's. The Profet

Quello che voi chiamate libertà è la più resistente di queste catene, benché i suoi anelli vi abbaglino scintillando al sole”. Parole che risuonano più forti che mai, con un’intensità maggiore di quando, in quel lontano 1923, il poeta, filosofo e pittore libanese Kahlil Gibran le scrisse nella sua celebre raccolta di poesie Il Profeta. Testo portante della letteratura mondiale che ha gettato le basi del movimento controculturale e della stessa New Age e che, oggi, grazie alla sapienza artistica di Roger Allers riesce a prendere vita e a mutarsi in immagini per il grande schermo. Presentato al Festival Internazionale del Film di Roma, il toccante Kahlil Gibran’s. The Profet, per merito del coraggio della Good Films riuscirà ad arrivare anche nelle sale italiane. Eh sì, perché The profet non è certo uno di quei film capace di garantire un largo successo al botteghino, ma forse, proprio per questo, diventa un film ancor più necessario nel panorama della distribuzione italiana. Un misto di pittura, poesia e visione che prendono corpo in un’unica opera, suscitando emozione, scalpore e profonde riflessioni in chi la guarda.

Kahlil Gibran’s. The Profet è, infatti, un film d’animazione corale che si edifica in otto emozionanti capitoli. Otto cortometraggi dal ritmo e lo stile differenti capaci di arricchire la poetica della pellicola. Tutti questi segmenti dalle tonalità liriche trovano un’unità narrativa nella cornice edificata da Allers e che vede al centro l’amicizia fra una dispettosa ragazzina di otto anni, Almitra, ed il prigioniero politico Mustafa. Il tutto è ambientato nell’immaginaria isola di Orphalese in cui vige un regime che ha recluso Mustafa per diversi anni, nella speranza di smorzare l’impatto politico e civile che i suoi scritti hanno avuto presso la popolazione. Ma il giorno in cui i due si incontrano, al prigioniero viene rivelata la sua prossima libertà. Così, questo viene scortato dalle guardie su di una nave che lo condurrà al porto presso cui verrà rimandato a casa. Lungo il percorso, in cui riuscirà ad inserirsi anche la piccola Almitra, prende vita il lungo viaggio onirico che si snoda in diversi capitoli. In ciascuno di essi, viene trattata una tematica universale distinta, dall’amore alla libertà, con un riguardo maggiore alle libertà civili tanto care ad Allers.

Certamente il tocco dell’autore è evidente, l’animazione adottata richiama visibilmente i tanto amati classici Disney – Roger Allers, infatti, è stata una figura portante della casa ed è lo stesso che ha codiretto l’intramontabile Re Leone. Le continue e profonde meditazioni sulla vita, il bene e il male si coniugano perfettamente con lo stile animato adottato che, a tratti, assume l’aspetto di un vero e proprio quadro – con palesi richiami all’arte di Van Gogh. Una cifra stilistica, questa, che sa divenire anche estraniante, quando la narrazione lo richiede. Il susseguirsi di primi piani dei personaggi, infatti, produce un effetto di distacco dall’immagine ed una maggiore concentrazione da parte dello spettatore sulle poesie di Gibran. Poesie che, tra un’immagine e l’altra, sembrano prendere vita e danzare sulle note delle armoniose e spiazzanti musiche. Pur nella sua discontinuità visiva – il cambio di mano da un capitolo all’altro è piuttosto palpabile – il film si rivela come il prodotto di un artista giunto alla propria maturità e che ha saputo perfettamente adattare sul grande schermo, come meglio non si sarebbe potuto, uno dei capisaldi della letteratura. Allers e gli innumerevoli artisti che hanno collaborato alla realizzazione della pellicola, così, hanno reso ancor più immortale Il profeta di Gibran. Assolutamente da vedere.


CAST & CREDITS

(Kahlil Gibran’s. The Profet); Regia: Roger Allers, Gaëtan e Paul Brizzi, Tomm Moore, Nina Paley, Bill Plympton,Joann Sfar, Michal Socha, Joan C. Gratz e Mohammed Saeed Harib; sceneggiatura: Roger Allers; art director: Bjarne Hansen; musica: Lisa Hannigan, Glen Hansard, damien Rice, Bjarne Hansen; voci: Liam Neeson, Salma Hayek-Pinault, John Krasinski, Frank Langella, Alfred Molina, John Rhys-Davies, Quvenzhané Wallis; produzione: Good Films; distribuzione: Good Films; origine: Usa, 2014; durata: 85’.


Enregistrer au format PDF