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helloStandy: intervista a Matteo Cracco e Federico De Megni, tra cinema e innovazione

Pubblicato il 23 aprile 2016 da Stefano Colagiovanni


helloStandy: intervista a Matteo Cracco e Federico De Megni, tra cinema e innovazione

Non è una novità: la sedentarietà uccide. O, per ribadirlo con parole meno dure, causa gravi problemi alla salute. Purtroppo non tutti i lavori possono essere eseguiti stando in piedi e, per chi lavora in uffici o per chi non può usufruire di una certa mobilità per risolvere il carico di lavoro, il problema sembra privo di soluzione. Nulla di più sbagliato! La piattaforma per lavorare Standy è la risposta al dilemma introdotto.

Standy, presentata a Milano presso la fiera di design Fuorisalone, è la nuova standing desk fai da te che permetterà di incentivare la produttività lavorativa del 20%, salvaguardando salute e ambiente. Nata dall’idea dell’imprenditore vicentino Matteo Cracco – da sempre appassionato ed affascinato da questi pratici strumenti di design – e dal progetto di Federico De Megni, Standy, infatti, è la nuova rivoluzionaria piattaforma di cartone riciclato dell’azienda helloStandy, che trasformerà qualsiasi mobile o scrivania in una funzionale standing desk, che permette di lavorare in piedi, in ufficio o comodamente da casa. Una scelta rivoluzionaria che non solo è in grado di aumentare la produttività lavorativa (non a caso anche l’amministratore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha fatto abolire ben 250 scrivanie presso i propri uffici), ma anche di tutelare la salute di tutti quei lavoratori che sono costretti a passare molte ore seduti dietro ad una scrivania.

Sono ormai accertati i danni procurati dalle abitudini sedentarie, per questo le standing desk stanno letteralmente conquistando il mercato americano e si apprestano a fare lo stesso in Europa. Tuttavia, i costi di questi innovativi mobili non sono indifferenti – il costo medio di una standing desk può variare dai 300 e fino ai 4000 dollari. Ma con helloStandy è possibile usufruire di tutti i benefici di una standing desk a soli 29 euro, grazie ai risparmi conseguibili attraverso l’impiego ecologico di materiali riciclabili. Inoltre, helloStandy può essere utilizzata su qualsiasi superficie piana ed è in grado di supportare il peso di qualsiasi computer, pur essendo leggerissima. Realizzata in cartone spesso 5 mm e di misura 50x50 cm, questa rivoluzionaria e pratica piattaforma di design occupa uno spazio irrisorio. Infatti, presentandosi come un cartone pieghevole, si potrà decidere di utilizzarla solo all’occorrenza, per poi richiuderla facilmente e senza ingombrare alcuno spazio. Una scelta salutare ed ecologica che migliorerà anche l’efficacia lavorativa.

Ora che sapete di cosa si sta parlando, vi invitiamo a leggere alcune brevi dichiarazioni rilasciate dai creatori di Standy, Matteo Cracco (vincitore, per altro, del premio per il miglior cortometraggio al trascorso Giffoni Film Festival) e Federico De Megni.

Per uno che solo l’anno scorso ha vinto il premio per il miglior cortometraggio al Giffoni Film Festival con un lavoro intitolato "Punto di vista", in che modo Standy cambierà la prospettiva di lavorare?

Matteo Cracco: "Lavorare in piedi invece che seduti? E perché mai dovrei?” Poi uno inizia per gioco, ci prova e si rende conto che non cambierà mai più e che è una cosa così interessante da dover trovare un modo per comunicarla e portarla a tutti… È stato così per me. Dopo Giffoni, a Dicembre 2015, insieme ai miei soci ho aperto Vicker, la mia prima vera azienda che è diventata il centro della mia vita, e nei mesi successivi ho spinto perché in ufficio tutti lavorassero in piedi. Le reazioni di tutti e i benefici sono stati incredibili! E Standy porta con sé il concetto di questo cambiamento e rischia davvero di rappresentare una soluzione per le tante persone che vogliono sentirsi meglio, più sane e più produttive! È di sicuro un notevole cambio di ‘punto di vista’ stravolgere l’abitudine indiscutibile di stare seduti alla propria scrivania durante il giorno. Ma è proprio in questi ribaltamenti che tante volte però si trovano le cose più interessanti, e anche quelle più innovative!

Lei che ha partecipato a un festival cinematografico rivolto ai giovani, crede che sarebbe opportuno pubblicizzare un’idea così innovativa attirando l’attenzione dei ragazzi, educandoli sui rischi di una vita sedentaria, magari utilizzando canali di comunicazione come i festival stessi?

M.C.: Certo! La cosa bellissima che si nota in Festival come quello di Giffoni è l’energia che i ragazzi hanno. Ti irradia e ti fa capire che se fosse dato spazio a loro per comunicare qualcosa di buono, sicuramente verrebbe fatto con una grinta e con una purezza che gli adulti piano piano perdono. Educare da subito le persone a concetti come questo permetterebbe sicuramente una crescita migliore del mondo. È difficile cambiare le abitudini, una volta che la routine entra nella tua vita, sia essa positiva o negativa, si fa fatica a cambiare. Far capire subito al mondo i guai che la sedentarietà porta con sé è importantissimo, sarebbe assolutamente il caso di farlo con l’energia dei più giovani!

Trova più gratificante lavorare alla realizzazione di un’opera cinematografica o investire il suo tempo come imprenditore? Esistono dei tratti in comune tra i due mestieri?

M.C.: Sicuramente sono cose in cui trovo delle similitudini grandissime. Almeno per quello che riguarda la posizione che occupavo, ovvero quella di regista. Un regista si trova a dover gestire vari reparti, ognuno con il suo capo reparto a cui fare affidamento, e ogni reparto cerca di dare il massimo nel tentativo di rappresentare al meglio l’idea e la visione di un regista in merito a un progetto. È l’equivalente di un amministratore di azienda se vogliamo! Il mio primo confronto tra i due mondi è stato proprio con Vicker, azienda di cui sono amministratore insieme al mio socio Luca Menti, e che mi ha insegnato sul campo tutto quello che di azienda ho imparato, portando gli stessi momenti di adrenalina che ci sono su un set o durante il percorso di realizzazione di un film, gli stessi momenti di tensione, i rapporti delicati tra le persone, i momenti di euforia quando ti riesce qualcosa di incredibile, o quando le testate iniziano a parlare di te. _helloStandy nasce come nascono i film più belli, mentre realizzi una storia in cui sei pienamente coinvolto pensi a quella successiva! Solo che in questo caso sarà affidata ad un altro regista perché l’amministratore di helloStandy è mio padre, Alberto Cracco!

Ha tratto spunto da un’idea esterna in particolare per la realizzazione del design di Standy?

Federico De Megni: Se dovessi prendere spunto per il design, l’utilizzo dei materiali, l’unione delle superfici e le loro finiture sarebbe sicuramente Jonathan Ive Designer di Apple e chissà se in un prossimo futuro faremmo delle soluzioni proprio ispirate al brand di Cupertino. Per quanto riguarda la prima fase di progettazione ovviamente ho fatto una lunga ricerca nel mondo "Standing Desk" e ho trovato molto materiale che mi ha fatto identificare due problemi su cui poter lavorare: il costo (consideriamo che partiamo da circa 300 € per una standing desk) e la trasportabilità che, in un mondo così veloce come quello in cui viviamo, è un concetto fondamentale, e sicuramente il legno non è il materiale più comodo. Essendo un amante della cura del dettaglio e della filosofia minimale, ho voluto progettare una soluzione che con un semplice gesto ti permettesse di trasportare facilmente la tua scrivania, ed il cartone si è rivelato un ottima soluzione.

Come nasce la sua collaborazione con Matteo Cracco?

F.D.M.: Essendo un imprenditore con una mia azienda che opera nel campo dell’innovazione tecnologica, con Matteo c’è sempre stato dialogo ed una conversazione sull’innovazione in generale (anche fino a tarda notte). Siamo due persone molto simili, e quando mi ha chiesto se volevo gestire tutta la parte dello sviluppo di Vicker come Team Leader sono stato entusiasta. Nei primi mesi stava andando tutto alla grande ma, anche io essendo in espansione, ho ritrovato il problema degli spazi, della creazione di posto di lavoro/scrivania temporaneo che mi permettesse di lavorare e far lavorare al meglio i miei ragazzi e, sicuramente, migliorando lo stato di salute. Conoscevo la passione di Matteo per le standing desk e i nuovi modi di lavorare, così sono andato a casa sua a Roma ed abbiamo iniziato a pensare ad un modo completamente nuovo che permettesse di lavorare avendo una trasportabilità incredibile. Così in una notte, precisamente la notte degli Oscar, è nata helloStandy.

Ha in mente un nuovo progetto futuro per evolvere il design di Standy? Verrà resa una creazione più complessa di quanto lo è ora?

F.D.M.: L’unico limite all’utilizzo e l’evoluzione che può avere questo prodotto è la fantasia. Basti pensare che all’inizio l’avevamo pensata come una scrivania portatile, invece ragionando con il concetto di "piano da lavoro" i suoi utilizzi sono incredibili. Pensiamo a temporary space, condivisioni di spazi, allestimenti fieristici, negozi e store di abbigliamento, gioiellerie, potrei andare avanti all’infinito, Standy sostituisce tutti quei problemi che sono legati al costo di progettazione e produzione (ma anche di logistica) degli spazi. Con un costo davvero contenuto si possono creare composizioni e strutture infinite. Il progetto futuro che già abbiamo introdotto al FuoriSalone di Milano è Standy+, un totem che permette di avere un’area di lavoro totale partendo da terra, totalmente richiudibile. Lavorando con vernici e pellicole molto particolari vogliamo far diventare lussuoso un prodotto realizzato con un materiale considerato "povero", ovvero il cartone.

Ci spieghi nel dettaglio l’impatto ambientale che avrà Standy nei confronti di strumenti analoghi, ma costruiti con materiali non ecologici.

F.D.M.: Standy è un progetto straordinario con infinite possibilità ed utilizzi. Un elemento da considerare è l’impatto che questo ha con l’ambiente, dato che il cartone è un materiale totalmente riciclabile. In Italia, carta e cartone rappresentano circa il 30% del totale dei rifiuti e sono una risorsa perché possono essere utilizzati per produrre carta riciclata. E’ sufficiente recuperare una tonnellata di materiale cellulosico per salvare tre alberi alti 20 metri, riducendo l’impatto ambientale e risparmiando le fonti di energia. La carta e il cartone possono essere non solo riciclati, ma anche ampiamente riutilizzati stampando su ambo i lati dei fogli, riutilizzando i sacchetti di carta, donando i libri alle scuole o alle biblioteche e sicuramente per ricreare nuovi Standy. Qual’è la vera rivoluzione? Bè, i numeri! Se veramente tante persone passassero a questo modo di lavorare, sarebbero tantissimi ad abbandonare i prodotti dannosi per l’ambiente.

Come si prospettano i riscontri dall’estero per la sua rivoluzionaria Standy? Avverte maggiore interesse da parte delle aziende italiane o estere?

F.D.M.: Sicuramente estere. Già i contatti che abbiamo avuto al Fuorisalone testimoniano questa riposta, abbiamo avuto il piacere di essere contattati da oltre 100 aziende in sei giorni. L’America, l’Inghilterra e l’Oriente sono già molto interessati al nostro progetto e, in realtà, sono proprio il target a cui puntiamo. Ma abbiamo ricevuto avuto un ottimo riscontro anche da parte del pubblico italiano, da importanti enti per fiere e temporary space e scuole. In ogni caso, ci teniamo a diffondere in Italia questo nuovo modo di lavorare, in piedi appunto.

Dopo la settimana ad una delle maggiori fiere di design, in cui sarà possibile effettuare già un preordine, il prodotto sarà acquistabile direttamente sul sito www.hellostandy.com con consegna in qualsiasi parte del mondo.


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