Intervista a Cafiero

Cafiero, artista talentuoso dal sound internazionale, ha recentemente pubblicato “Cafiero Music Pen Drive”. Un lavoro particolare, disponibile in formato pen drive ed evolutivo nel tempo, che racconta musicalmente alcune tappe della carriera del musicista e cantautore. Non solo inediti nell’ultima produzione discografica di Cafiero ma anche progetti paralleli al percorso da solista, realizzati con i gruppi da lui fondati: Electric Voodoo, Super Reverb e Suck my Blues. “Cafiero Music Pen Drive” conduce l’ascoltatore in una dimensione suggestiva svelando la fascinosa personalità dell’artista, abile nel tradurre le emozioni in canzoni spaziando tra diversi generi musicali.
Cafiero, il nuovo lavoro discografico mette in risalto vari aspetti della tua personalità artistica; com’è nata l’idea unire il percorso da solista ad altri progetti paralleli?
E’ stata una conseguenza della scelta del formato fisico in pen drive. Grazie alla possibilità di poter avere tanto spazio come contenuti, è nata questa idea di ripercorrere un po’ tutta la mia carriera creativa personale.
Cosa ti ha spinto a pubblicare un disco in formato pen drive?
La voglia di fare qualcosa controcorrente per essere parte attiva, come esempio per gli altri, per mostrare che si possono scegliere altre strade non omologate e provare a creare qualcosa di veramente alternativo a tutto il resto.
Cos’è che ti rende più orgoglioso di questa ultima produzione discografica?
L’originalità di tutto il progetto, compresa la grafica curata da una bravissima artista salentina: Grace Green Space.
Quali sono gli artisti che hanno segnato la tua adolescenza e quelli che attualmente influenzano la tua scrittura?
La mia adolescenza è stata segnata dalla musica rock e dal blues, inutile citare i grandi nomi storici e conosciuti a tutti. Ultimamente sono meno influenzabile ma l’impegno primario è cercare di migliorare me stesso.
Il settore musicale ha delle criticità antecedenti al Covid-19 che vanno affrontate. Come andrebbe rilanciata la musica in Italia?
La situazione musicale italiana è disastrosa, a causa del sistema che taglia le gambe a tutto ciò che c’è di nuovo e di “abili manipolatori” del nulla per quanto riguarda ciò che viene considerato mainstream. Non credo si possa fare qualcosa se non regolarizzare e indagare sulla questione radio italiane. Serve essere fuori dal sistema e costruirsi una propria carriera per cambiare le cose.
Una ricerca afferma che musica dal vivo è l’esperienza più intensa che si possa provare; sei d’accordo? Che valore ha, per te, lo show live?
Si, sono d’accordo, ma credo anche che ogni persona abbia tali sensazioni nel proprio lavoro quando raggiunge ciò che ama fare. Il live, per me, ha un valore sacro.
Il pubblico ha accolto con successo la tua linea di t-shirt lanciata sui social; quanto è importante reinventarsi?
E’ fondamentale. Con ogni mio progetto ho cercato l’evoluzione per combattere la staticità e creare sempre nuovi obiettivi con coraggio e determinazione.
C’è qualcosa che non hai ancora fatto e che ti piacerebbe realizzare?
Fare un tour con un artista internazionale.
Come trascorrerai l’estate?
Con la famiglia e con gli amici a suonare in giro.
Che progetti hai per l’autunno?
Dopo questa esperienza epocale che abbiamo vissuto e stiamo vivendo riesco solo a vivere giorno per giorno, e devo dire che mi piace molto.

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