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Intervista - Roberto Cerè: “Il mio obiettivo? Portare il coaching nelle scuole medie superiori”

Pubblicato il 13 novembre 2019 da Carlo Dutto


Intervista - Roberto Cerè: “Il mio obiettivo? Portare il coaching nelle scuole medie superiori”

Roberto, un bilancio dell’ultima edizione della Leadership Academy che si è tenuta a Montecarlo?
Un’esperienza straordinaria! Cinque giorni intensissimi, i partecipanti entravano in teatro alle 8,00 e uscivano alle 20,00 tutti i giorni. 1.864 presenze, tutti professionisti o imprenditori dediti alla loro crescita professionale ma anche personale. Dire di potermi ritenere più che soddisfatto.

Se ti chiedessimo i tre momenti cruciali di questa edizione, quali ti vengono in mente?
Sicuramente la presenza di Padre Francis, il missionario Keniota con il quale ho iniziato a costruire un orfanotrofio in Tanzania, per bambini sieropositivi. Un altro momento importante è stato quando gli amministratori delegati e top manager di aziende leader, come: Mattel, Mediolanum assicurazioni, Ferrari e altri hanno portato la loro esperienza sul palco coinvolgendo il pubblico come fossero in uno stadio. Grande partecipazione. Il terzo episodio che più ha segnato questo evento è stata la calda partecipazione del pubblico sino alla fine. Se pensiamo che Hollywood investe milioni di euro per produrre dei film che riescano a tenere le persone sedute in una sala per 90 o 100 minuti, noi non avevamo questo budget ma il nostro pubblico della Leadership Academy MICAP è rimasto seduto 12 ore al giorno per 5 giorni. Sono stati stupendi.

Subito dopo sei andato a New York per la maratona: un ricordo anche di questa ultima esperienza?
La maratona è un’esperienza che raccomando a tutti, prima o poi nella vita. Una maratona la dovremmo correre tutti. Insegna tantissimo. È l’insegnante migliore: la fatica, la sofferenza, la tentazione di mollare a ogni passo. Completare una maratona segna per sempre l’anima. Questa edizione è stata ancora più speciale perché a correrla c’era anche il mio amico Gianni Sasso, amputato a una gamba l’ha corsa in tempi impensabili, tutta con le stampelle. Questo significa che veramente ognuno la può concludere, indipendentemente dalle proprie condizioni. L’anno precedente ho avuto tra i miei studenti che hanno partecipato un manager di 40 anni che ha ricevuto un cuore (trapiantato) di un 65enne, e nonostante fosse un trapiantato e per di più con un cuore di 15 anni più anziano, ha corso e concluso in tempi eccellenti.

La tua ultima fatica letteraria, la trilogia di aforismi Amore-Salute-Business per Mind edizioni, è un successo: continuerà come esperienza?
Non la chiamerei proprio "fatica" ma piacere. Sono tre semplici libricini tascabili che raccolgono gli aforismi e le frasi motivazionali che più di altre hanno segnato la mia carriera e la mia vita personale. Le ho volute condividere con chi, come me, è in cerca di stimoli e nuove prospettive. Queste letture sono una vera carezza per l’anima e una sberla all’apatia. Ti fanno riflettere e ti fanno scattare per avanzare.

Ci avviciniamo alla fine dell’anno: un bilancio di questo 2019?
Un anno pieno di progetti che non avrei mai immaginato di abbracciare: l’avvio dei lavori per l’orfanotrofio in Tanzania; la raccolta fondi incredibile (più di 400.000,00 euro già raccolti); 1.864 persone che hanno deciso di venire a Montecarlo e farsi guidare da me per 5 giorni; una maratona di New York epica; e poi i mei affetti: poter vivere la quotidianità con il mio amore (Antonia) e miei figli (Sofia e Luca). Un anno che mi ha caricato e lanciato verso un 2020 dove compierò 50 anni, per molti un giro di boa, per me: una rinnovata partenza, verso un futuro tutto da costruire e conquistare.

Oggi verso quali traguardi è proiettato Roberto Cerè?
Portare il coaching nelle scuole medie superiori. Proprio in quella fascia di età dove si è più vulnerabili, insicuri, e non si sa chi seguire e quali valori abbracciare.


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