Jazz Mart- Il jazz al cinema
Nelle lunghe teche affollate di curiosi e appassionati, tra decenni di
memorabilia editoriale e discografica, partiture, brochure e programmi
di concerto, campeggiano anche i manifesti di Bird di Clint Eastwood
(1988), Mo’ Better Blues di Spike Lee (1990) e Autour de minuit di
Bertrand Tavernier (1985). Ma non sono che gli ultimi esiti, nello
specifico omaggi ai musicisti Charlie Parker, Lester Young e Bud
Powell, esempi di un genere musicale, il jazz, che ben altra influenza
ha avuto sul linguaggio artistico del secolo scorso. E non poteva che
essere la multimedialità la chiave per indagarne la genesi e lo
sviluppo, quando, assieme al blues, come vero motore della cultura
afroamericana spingeva la (ri)nascita di fermenti che andavano
assopendosi.
Il fremito che la musica ha imposto alla cultura americana prima e
mondiale poi, a partire dai primi anni del Novecento, è evidente nel
fil rouge della mostra “Il secolo del Jazz. Arte, cinema, musica e
fotografia da Picasso a Basquiat”, ospitata al Museo di arte moderna e
contemporanea di Trento e Rovereto. L’esposizione, aperta al pubblico
fino al 15 febbraio 2009, è co-prodotta dal Mart con il Musée du quai
Branly di Parigi e il Centro de Cultura contemporànea de Barcelona ed
è curata da Daniel Soutif, con la direzione scientifica di Gabriella
Belli i contributi di Hélène Cerutti e Joseph Ramoneda.
Uno sforzo congiunto che ha permesso di delineare le suggestioni che
dal pentagramma hanno conquistato, stimolato o ispirato a vario titolo
la pittura e la arti visive (da Francis Picabia a Man Ray, da
Frantisek Kupka ad Aaron Douglas, da Piet Mondrian a Jackson Pollock,
fino a Jean-Michel Basquiat); grafici e illustratori (anche il giovane
Andy Warhol si è lasciato sedurre dalle copertine dei dichi di Kenny
Burrell e Johnny Griffin); fotografi come Carl van Vechten e Lee
Friedlander; senza dimenticare il mondo dei fumetti e dei cartoon,
Betty Boop in primis.
Ma, a monte di tutto questo, il mezzo cinematografico era già al
servizio della performance musicale. In una illuminante “archeologia
del videoclip” e della musica al cinema, presentata il 7 dicembre
dallo stesso Soutif, c’è stato modo di appurare come, ancor prima del
classico Il cantante di jazz con Al Jolson (1927, regia di Alan
Crosland), già nel 1923 i film sonori erano una consuetudine, con una
loro grammatica specifica e consolidata (vedere la “Jazz and Blues
Filmography” redatta da David Meeker e depositata presso la Library of
Congress).
I protagonisti storici di questi antenati dei video musicali sarebbero
venuti di lì a poco, come l’irresistibile Bessie Smith di St. Louis
Blues (W. C. Handy, 1929) o la giovanissima Billie Holiday di Symphony
in Black (Fred Waller, 1935), che impastavano jazz e blues nelle loro
performance di donne maltrattate da uomini vili. O ancora gli Small
Paradise Entertainers, funambolici ballerini al centro di Smash Your
Baggage (Roy Mach, 1932) in grado di far intravedere gli spettacoli
per cui erano giustamente noti locali notturni come lo Small Paradise
e il Cotton Club (anch’esso omaggiato da Francis Ford Coppola
nell’omonimo film del 1984).
Spazio poi ai Soundies, i corti musicali degli anni Trenta e Quaranta,
al cinema d’animazione di Fritz Freleng (Clean Pastures, 1937), allo
sperimentalismo di Norman McLaren e Charles e Ray Eames, senza
dimenticare la televisione.
Le serie tv infatti rilanciano, paradossalmente, il trait d’union con
il grande schermo. Emblematico il caso del giovane John Cassavetes,
protagonista della notte newyorkese nei panni del pianista-
investigatore privato della serie Johnny Staccato (The Naked Truth è
l’episodio pilota, diretto da Joseph Pevney nel 1959). Compositore
della colonna sonora è Elmer Bernstein, le cui note, anni dopo,
faranno da contrappunto allo scorsesiano Taxi Driver.
Ma qui stiamo già raccontando un’altra storia in un’altra New
York...se non fosse che anche il cineasta italoamericano, per scoprire
le origini della musica nera, ha compiuto un suo personale viaggio
cinematografico “dal Mali al Mississippi”.
Per informazioni: http://www.mart.tn.it
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