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Jazz Mart- Il jazz al cinema

Pubblicato il 16 gennaio 2009 da Nicolò Gallio


Jazz Mart- Il jazz al cinema

Nelle lunghe teche affollate di curiosi e appassionati, tra decenni di memorabilia editoriale e discografica, partiture, brochure e programmi di concerto, campeggiano anche i manifesti di Bird di Clint Eastwood (1988), Mo’ Better Blues di Spike Lee (1990) e Autour de minuit di Bertrand Tavernier (1985). Ma non sono che gli ultimi esiti, nello specifico omaggi ai musicisti Charlie Parker, Lester Young e Bud Powell, esempi di un genere musicale, il jazz, che ben altra influenza ha avuto sul linguaggio artistico del secolo scorso. E non poteva che essere la multimedialità la chiave per indagarne la genesi e lo sviluppo, quando, assieme al blues, come vero motore della cultura afroamericana spingeva la (ri)nascita di fermenti che andavano assopendosi.
Il fremito che la musica ha imposto alla cultura americana prima e mondiale poi, a partire dai primi anni del Novecento, è evidente nel fil rouge della mostra “Il secolo del Jazz. Arte, cinema, musica e fotografia da Picasso a Basquiat”, ospitata al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. L’esposizione, aperta al pubblico fino al 15 febbraio 2009, è co-prodotta dal Mart con il Musée du quai Branly di Parigi e il Centro de Cultura contemporànea de Barcelona ed è curata da Daniel Soutif, con la direzione scientifica di Gabriella Belli i contributi di Hélène Cerutti e Joseph Ramoneda. Uno sforzo congiunto che ha permesso di delineare le suggestioni che dal pentagramma hanno conquistato, stimolato o ispirato a vario titolo la pittura e la arti visive (da Francis Picabia a Man Ray, da Frantisek Kupka ad Aaron Douglas, da Piet Mondrian a Jackson Pollock, fino a Jean-Michel Basquiat); grafici e illustratori (anche il giovane Andy Warhol si è lasciato sedurre dalle copertine dei dichi di Kenny Burrell e Johnny Griffin); fotografi come Carl van Vechten e Lee Friedlander; senza dimenticare il mondo dei fumetti e dei cartoon, Betty Boop in primis. Ma, a monte di tutto questo, il mezzo cinematografico era già al servizio della performance musicale. In una illuminante “archeologia del videoclip” e della musica al cinema, presentata il 7 dicembre dallo stesso Soutif, c’è stato modo di appurare come, ancor prima del classico Il cantante di jazz con Al Jolson (1927, regia di Alan Crosland), già nel 1923 i film sonori erano una consuetudine, con una loro grammatica specifica e consolidata (vedere la “Jazz and Blues Filmography” redatta da David Meeker e depositata presso la Library of Congress). I protagonisti storici di questi antenati dei video musicali sarebbero venuti di lì a poco, come l’irresistibile Bessie Smith di St. Louis Blues (W. C. Handy, 1929) o la giovanissima Billie Holiday di Symphony in Black (Fred Waller, 1935), che impastavano jazz e blues nelle loro performance di donne maltrattate da uomini vili. O ancora gli Small Paradise Entertainers, funambolici ballerini al centro di Smash Your Baggage (Roy Mach, 1932) in grado di far intravedere gli spettacoli per cui erano giustamente noti locali notturni come lo Small Paradise e il Cotton Club (anch’esso omaggiato da Francis Ford Coppola nell’omonimo film del 1984). Spazio poi ai Soundies, i corti musicali degli anni Trenta e Quaranta, al cinema d’animazione di Fritz Freleng (Clean Pastures, 1937), allo sperimentalismo di Norman McLaren e Charles e Ray Eames, senza dimenticare la televisione. Le serie tv infatti rilanciano, paradossalmente, il trait d’union con il grande schermo. Emblematico il caso del giovane John Cassavetes, protagonista della notte newyorkese nei panni del pianista- investigatore privato della serie Johnny Staccato (The Naked Truth è l’episodio pilota, diretto da Joseph Pevney nel 1959). Compositore della colonna sonora è Elmer Bernstein, le cui note, anni dopo, faranno da contrappunto allo scorsesiano Taxi Driver. Ma qui stiamo già raccontando un’altra storia in un’altra New York...se non fosse che anche il cineasta italoamericano, per scoprire le origini della musica nera, ha compiuto un suo personale viaggio cinematografico “dal Mali al Mississippi”.

Per informazioni: http://www.mart.tn.it


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