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LO SCIOPERO DEGLI OPERATORI GETTA NEL CAOS LA RAI

Pubblicato il 5 novembre 2014 da Francesca Polici


LO SCIOPERO DEGLI OPERATORI GETTA NEL CAOS LA RAI

Dirette saltate, immagini fuori fuoco, programmi cancellati dai palinsesti o sostituiti da repliche. Questa è la conseguenza dello sciopero degli operatori di ripresa che ha gettato ’Mamma Rai’ nel caos più totale. Ideato da ’ORA! ’, Operatori di ripresa associati, e indetto dallo Snater, Sindacato Nazionale Autonomo Telecomunicazioni Radiotelevisive, allo sciopero hanno preso parte la stragrande maggioranza degli operatori di ripresa dell’azienda, appoggiati anche dal Sindacato Nazionale Autonomo Produzione Tv, SNAP TV. A scaturire la protesta è stata principalmente l’introduzione del cosiddetto ’zainetto’ all’interno della produzione lavorativa dell’azienda. “Un’apparecchiatura leggerissima con cui una sola persona è in grado di fare ripresa, montaggio e infine invio delle immagini. Tutto questo senza alcuna preparazione specifica! ”, come spiega il segretario generale dello Snater Piero Pellegrino che, nel giustificare le reazioni dei sindacati e dei lavoratori, prosegue: “non siamo contro l’ottimizzazione del processo produttivo, ma qui si vogliono attribuire mansioni a tecnici che non le hanno, ovviamente a scapito della qualità”. Ma d’altronde si sa, quando c’è da tagliare, soprattutto se si tratta del mondo della cultura e dello spettacolo, la prima vittima da sacrificare è proprio la qualità.
Nonostante questo apparecchio sia stato ideato ed utilizzato per la prima volta da Rai News per sopperire alla mancanza di operatori, oggi sono in molti i dirigenti a guardare a questa leggerissima macchina con grande interesse. L’idea è quella di affidare questo zainetto a dei tecnici totalmente privi di conoscenze in ambito di riprese televisive, sostituendo così la figura professionale dell’operatore di ripresa. O almeno, questa , è la paura che al giorno d’oggi sono in molti ad avere all’interno di una delle più grandi ed importanti aziende italiane.
Un’inutile ed infondata psicosi quella dei lavoratori? Sposando la tesi dei sindacati e guardando alle uscite dello scorso anno – ben 600 persone, per lo più vicino alla pensione, sono andate a casa – e alle nuove entrate – circa 150 assunzioni, tra cui soltanto tecnici – forse, la loro paura sembra potersi appoggiare su solide fondamenta piuttosto che psicotiche nevrosi. Anche perché con questa ’innovazione tecnologica’, il lavoro di tre operatori, o forse anche più, potrà essere svolto da un’unica persona.
Si dirà, a questo punto, che allora secondo i lavoratori non bisogna guardare con entusiasmo al progresso tecnologico. Tutt’altro. Come più volte denunciato dal segretario nazionale dello SNAP, Nando Clemenzi, gli operatori di ripresa Rai hanno più volte sollecitato politiche aziendali volte a migliorare la conoscenza e lo sviluppo delle nuove tecnologie. Ma una maggiore padronanza di questi strumenti non deve certo ledere la qualità del lavoro Rai, che da sempre rappresenta un vero e proprio marchio di fabbrica dell’azienda. Sorprendono, a questo punto, le “pressioni continue e le intimidazioni aziendali volte a fiaccare la protesta” denunciate da Clemenzi che, però, si è detto estremamente soddisfatto per la preziosissima prova di maturità e coesione che i lavoratori hanno dato con questo sciopero. Per il momento, da Viale Mazzini non è arrivata nessuna comunicazione. Si spera che la Rai esprima al più presto la volontà di proseguire su un cammino di qualità e competenza lavorativa, evitando di propinarci un Brunetta fuori fuoco a Ballarò o vecchi spezzoni di Uno mattina al posto della solita diretta e, soprattutto, che dia risposte concrete ai lavoratori.


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