ROMADOCFEST, V FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL DOCUMENTARIO, CINEMA TREVI, ROMA, DAL 26 MAGGIO AL 3 GIUGNO

Un documentarista ha la sensazione di partecipare direttamente ai problemi essenziali del mondo: una sensazione che anche il regista più consapevole, lavorando in uno studio, può ottenere soltanto a fatica. [Joris Ivens, Io-Cinema, autobiografia di un cineasta]
Una passeggiata magica nel rione Trevi , sormontato dal Quirinale e abbracciato dalle caotiche via del Corso e via del Tritone, non può che terminare davanti alla ‘mostra dell’acqua Vergine’, la fontana ricca d’acqua, storia e mitologie popolari che da sempre accompagnano la visita della caput mundi. Come la leggenda del barbiere dell’antica bottega sul lato destro della balaustra che circondava la fontana in costruzione, il quale soleva importunare gli operai con inutili esortazioni e consigli. Un architetto molto ironico fece quindi installare uno strano e pesantissimo vaso di travertino, dette ‘asso di coppe’, per la somiglianza con la carta da gioco, raffigurante un recipiente per sapone da barba, che da allora coprì la vista al barbiere impiccione.
Il cinema Trevi si trova immerso in questo turbine di storia e archeologia, in un piccolo vicoletto silenzioso e pigro situato poco lontano dalla fontana che tante monete e sogni contiene. Una saletta circondata dagli scavi archeologici delle antiche fondamenta del rione, dove si respira il gusto del cinema di qualità e, ahinoi, troppo spesso di nicchia. Qui, gestito dal Centro Sperimentale di Cinematografia, si svolge dal 26 maggio al 3 giugno il RomaDocFest, il festival internazionale del documentario giunto ormai alla quinta edizione, che da sempre propone lavori di grande qualità, organizza incontri con registi e tavole rotonde che si prefiggono lo scopo di sviscerare e innalzare la forma cinematografica più nobile, il documentario, ‘l’espressione della realtà nel suo aspetto causale e inevitabile’, come soleva dire il citato e immenso documentarista che fu l’Olandese Volante Joris Ivens.
Sono numerose e interessanti le varie sezioni, oltre a quella competitiva, per cui sono stati scelti 24 documentari su un totale di 300 ricevuti dall’organizzazione del festival, che vede la direzione artistica affidata a Luca Franco e Francesca Cantarutti.
Concorso internazionale
Il tema di questa edizione recita: A proposito di diversità, che cos’è la normalità? Scopo dichiarato il tentativo di capire, attraverso l’audiovisivo, come sia possibile nel variegato mondo moderno definire elementi qualificanti come normalità e diversità, alla ricerca di realtà altre da sé spesso sopite o mai rappresentate. La giuria del concorso presenta tre diverse personalità: il documentarista italo-svedese Erik Gandini, la giornalista Cristina Scognamillo e il sacerdote Matteo Zuppi. Tra i video in concorso, varie anteprime nazionali, come lo sconvolgente argentino El elefante blanco o In working progress, un giorno nella vita di lavoratori palestinesi. Non mancano autori italiani, dall’indipendentissimo Corso Salani che in C’è un posto in Italia, già presentato con successo al recente festival di Torino, ha seguito il presidente della regione Puglia Nichi Vendola durante la campagna elettorale. Ma troviamo anche un documentario sulla regina pop Moira Orfei, un ritratto di Toni Negri, o la quotidianità di un ospedale psichiatrico.
Rockumentary
Otto documentari, lavori italiani, tutti interessanti. A partire dal documentario di Angelo Rastelli, coadiuvato da Alberto Grifi, Nudi verso la follia, che documenta lo storico evento di quattro giorni del movimento giovanile al parco Lambro di Milano nel 1976. Spazio al progressive italiano, sempre in auge, grazie a Mellotron, anch’esso per la regia di Rastelli, con interviste, materiale di repertorio, dietro le quinte di Pfm, Banco, Area, gruppi che hanno scritto la storia della musica. Spazio a lavori su Robert Wyatt, leader storico dei Soft Machine, ma anche alcuni giorni nella vita dei Massimo Volume e dell’anarchico cantautore incazzato Piero Ciampi.
Memorie di archivio
Provenienti dalla cineteca Nazionale, dall’Istituto Luce e dall’archivio del Movimento Operaio, questi documentari, alcuni dei quali brillantemente restaurati, presentano un interesse particolare, a partire dai cortometraggi di Romano Scavolini, con titoli storici come Diario Beat o Attacco!, un documentario che esplora l’immaginario delle arti marziali, o il viaggio lisergico di Lsd, fino ad arrivare al recente documentario Le ultime ore del Che. Impedibile il lavoro di Claudio Racca Tutti gli uomini del Parlamento, anno 1978, inchiesta sulla vita e i ‘problemi’ dei parlamentari italiani, con la partecipazione di onorevoli come Trombadori, Mancini, Sullo e dei giovanissimi Mastella e Bonino.
Omaggio a Luigi Di Gianni
Circa venti i lavori presentati del documentarista etnografico che si pone nel solco dei lavori di De Martino, rappresentando gli strati di società che non sono state ‘sporcate’ dallo sviluppo tecnologico. Partendo da lavori del 1958 sulle antiche forme magiche in Lucania, passando per il suo unico lavoro di fiction, Il tempo dell’inizio, per approdare alla recentissima indagine sulla persistenza dei culti legati alla fertilità femminile, in La Madonna in cielo, la Matre in terra.
Indagine sulle carceri in Italia
In collaborazione con l’associazione Antigone, che da anni lavora per i diritti dei detenuti e, unica in Italia, ogni due anni redige un rapporto dettagliato sulla condizione delle nostre carceri. Sarà proiettato il lavoro di Grifi censurato dalla stessa Rai che lo aveva commissionato, Michele alla ricerca della felicità, in cui un detenuto politico assiste alle violenze delle guardie su un tossicomane, ma anche cortometraggi girati nelle carceri dagli stessi detenuti, spazianti dall’esperienza del teatro nel carcere di Volterra a un matrimonio tra detenuti.
Le mafie e l’antimafia
Con l’intento di creare una mediateca nazionale comprendente tutti gli audiovisivi sul fenomeno mafioso, in collaborazione con l’associazione Mappe, saranno presentati tra gli altri la puntata inedita del programma di Raitre Blunotte sugli omicidi dei sindacalisti Miraglia, Rizzotto e Carnevale. Grazie al regista Marco Turco, autore di In un altro paese, si cerca di sviscerare, con l’aiuto dello scrittore Alexander Stille e le sconvolgenti fotografie di Letizia Battaglia, il legame tra Cosa Nostra e la politica. Stesso argomento trattato in La mafia è bianca, documentario ricco di testimonianze dirette e di intercettazioni scottanti che sempre più delineano un quadro devastante della Piovra in Sicilia e nel suo apparato politico-sociale. Spazio anche al semi-serio documentario dei palermitani Ciprì e Maresco incentrato sulla figura sui generis, più volte toccato da accuse di associazione mafiosa, del più conosciuto reclutatore di comparse per il cinema in Sicilia.
Proiezioni speciali
In questa sezione svettano le proiezioni di alcuni dei CentoXCento ritratti prodotti dalla Cgil, alcuni dei quali proiettati all’ultimo Torino Film Festival, per festeggiare il centenario della sua fondazione, con ritratti di lavoratori di Roma, dal tostatore di caffè al guardia parco passando per una commessa e una senatrice. Quindi il ritratto di un grande giornalista e intellettuale, Valentino Parlato nel commosso Vita e avventure del signor di Bric a Brac.
Non resta che augurare una buona visione e una sana indigestione di documentari!
Cinema Trevi - Cineteca nazionale
Vicolo del Puttarello, 25 - Roma
(Sala accessibile ai diversamente abili)
Tel. 06 6781206- 72294301 info@romadocfest.it

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