Si chiude con successo il XXVI Festival del Teatro Patologico: cerimonia di premiazione
Grande successo di pubblico e critica per il XXVI Festival del Teatro Patologico - Premio Rita Sala che chiude il sipario con un lo spettacolo Chi ha suonato la sirena di Stefano Maria Palmitessa (venerdì 24 ore 21) e la performance di teatro danza Time Lapse di Giuseppe Meli (Sabato 25 ore 21 e domenica 26 ore18).
Domenica 26 ore 21 avrà luogo la cerimonia di premiazione del Festival che vedrà l’assegnazione dei premi: MIGLIOR SPETTACOLO, MIGLIOR REGIA, MIGLIOR ATTORE, MIGLIOR ATTRICE, MIGLIOR SCENOGRAFIA, MIGLIOR INCASSO e PREMIO SPECIALE “TEATRO PATOLOGICO”. I premi saranno decretati dalla giuria del Teatro Patologico, interamente composta dai ragazzi con disabilità dell’Accademia “La Magia del Teatro” e del Corso Universitario di “Teatro Integrato dell’Emozione”.
Saranno presenti diversi rappresentanti del mondo dello spettacolo sostenitori del Teatro Patologico e dell’attività trentennale di D’Ambrosi.
Chi ha suonato la sirena è la messa in scena di una follia, inizialmente attribuita al protagonista, un operaio irriducibile che, come Charlot in Tempi moderni, non riesce a smettere di compiere quei gesti tipici della catena di montaggio; a differenza di Charlot, però, lui ama la fabbrica perduta, la fabbrica ormai chiusa, e ne perpetua i movimenti all’infinito.
Lui, l’OPERAIO, è convinto di produrre; lavora a un macchinario invisibile a produrre merce invisibile, centinaia di alberi di Natale sintetici che nessuno avrà mai il piacere di addobbare. Una patologia, sostiene uno dei quattro personaggi in scena, l’ECOLOGISTA, che è funzionale all’ambiente; ciò che è follia, se rapportato all’individuo in questione, diventa invece fonte di salvezza se rapportato al bene dell’umanità; è un tipo di produzione innocua, questa, che permette di non deturpare e non consumare il Pianeta. Una patologia che mette in crisi il curante, lo psichiatra: se l’uomo ricoverato nella sua clinica avesse davvero a disposizione la materia prima e il macchinario, se invece che in una clinica fosse in una fabbrica, e si muovesse nello stesso modo per quelle stesse ore giornaliere, potrebbe essere considerato sano? L’unico che pare non interessarsi a queste questioni metafisiche è l’inserviente, colui che porta il pranzo al nostro pazzo e che suona per lui la sirena d’inizio e fine turno di lavoro.
Scopriremo, infine, che tutto ciò che appare non è. Scopriremo che la follia non sta in quella clinica ma in ciò che l’ha preceduta. E lo scopriremo talvolta sorridendo, talvolta con una risata amara, talaltra con una sghignazzata liberatoria.
Time Lapse è la performance che in poco piu di 60 minuti di danza moderna, contemporanea e contaminazioni hip hop, vede otto ballerini professionisti dare vita ad uno spettacolo in cui, senza mai riprendere fato, viene raccontata la storia dell’Umanita in time lapse, dalla nascita della vita fno ai giorni nostri.
Uno spettacolo breve, ma denso di significato che permette allo spettatore di riflettere sul senso della vita. Ciò che accomuna l’Uomo di tutti i tempi è la sua condizione di schiavitù in cui ha sempre vissuto e continua a vivere. Cambia il tempo e il luogo, cambia il padrone e l’oppressore, ma l’Uomo resta sempre schiavo sottintendendo una inconscia necessita di sottomissione e dipendenza da qualcuno o da qualcosa.
Il linguaggio coreografico adottato per la messinscena è di facile comprensibilità: partendo da una forma mentis di danza classica, le composizioni sono create miscelando numerose tecniche moderne con quelle contemporanee e hip hop. Nessun limite all’immaginazione, tanta ricerca di movimento, coreografe con tematiche attuali e musiche d’autore orecchiabili, rendono lo spettacolo interessante anche all’occhio meno esperto.
SOTTOSCRIZIONE presso il Teatro Patologico (Via Cassia 472, dal lun al ven dalle h 11 alle h 19 e in occasione degli spettacoli); costo del biglietto 10€
INFO E PRENOTAZIONI 06 31076259, 389 4290799, teatropatologico@gmail.com
FACILITIES possibilità di cenare e parcheggio gratuito
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