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TEATRO - Intervista a Sarah Falanga per il suo progetto NUTRI-MENTI

Pubblicato il 8 febbraio 2021 da Redazione Close-up


TEATRO - Intervista a Sarah Falanga per il suo progetto NUTRI-MENTI

Vi presentiamo l’intervista all’attrice Sarah Falanga che racconta il suo Nutri - menti, progetto innovativo per il periodo che stiamo attraversando e che riguarda anche il teatro. NUTRI-MENTI e’ ideato da Sarah Falanga, presidente e direttore artistico dell’accademia Magna Graecia (una carriera dedicata al teatro poi sono arrivati anche il successo de L’amica Geniale, Gomorra - La Serie, Mine Vaganti). E’ la storia di una compagnia di attori che trovano uno spiraglio di luce nel buio della pandemia che chiude i sipari del mondo, di una polis che riconosce nelle sue antiche origini il segreto della rinascita: Capaccio Paestum che apre le porte ad un progetto innovativo di ripresa dell’arte.

Ferzan Ozpetek ti ha voluta a teatro in Mine Vaganti tournée che avete appena fatto in tempo di terminare prima della pandemia. Nutri - Menti nasce dall’esigenza personale di tornare a teatro?
Quando è arrivato lo stop obbligatorio “del libero pensare e della catarsi dell’essere”, elementi fondamentali che caratterizzano, o dovrebbero, il Teatro, la compagnia di Ferzan Ozpetek, della quale ho l’onore di far parte, stava collezionando successi e sold out in tutti i teatri che ospitavano lo spettacolo. Il mio ruolo è quello di Zia Luciana e mi manca! Tutto quel che “tocca” Ferzan Ozpetek, come per incanto, si trasforma in un successo indiscutibile. Tutto è pregno del suo sguardo poetico e sapiente di sfumature…di sottigliezze umane che sfiorano, col suo intervento, l’infinito. Mi manca Ferzan, tanto…mi manca andare in scena con lo spettacolo Mine Vaganti, mi manca il pubblico, ma il progetto NUTRI-MENTI non è nato per supplire a questo incolmabile vuoto. NUTRI-MENTI è nato per rispondere fattivamente alla clausura dell’arte, al disastro culturale che ci è stato inflitto dalla pandemia…NUTRI-MENTI è una soluzione, un atto di coraggio e di ribellione oculata alle limitazioni che affliggono soprattutto gli artigiani dell’arte…E’ la risposta coraggiosa di un’amministrazione comunale che crede profondamente che l’arte e la cultura siano diritti fondamentali, proprio come il cibo o la salute, o l’istruzione.

Un progetto che non poteva non nascere in Campania, luogo dove è nato il teatro. Quanto è impegnativo, in un momento come questo, riuscire a sviluppare un progetto innovativo ma che è saldo alla tradizione napoletana del teatro?
Nutri-Menti è un piano culturale ideato e dedicato alla “storica incantevolezza” della città di Capaccio Paestum, essendo culla di un patrimonio UNESCO sì archeologico, ma anche e soprattutto custode di un’eredità filosofico-culturale inscindibile dal senso del teatro e da tutte le forme d’Arte di ogni tempo. Il progetto “Nutri-Menti”- Nutrimenti per menti pensanti - è sostenuto dall’amministrazione comunale di Capaccio Paestum, capitanata dal sindaco Franco Alfieri. fa capolino proprio in un momento di buio obbligato dell’arte (causa emergenza Covid-19), ma trova le sue origini nella ricerca della motivazione, dello studio, della ricerca assoluta, della severità e del rigore, del “ri-ordine” dei principi etici che riguardano il lavoro dell’attore (ma anche di registi, autori etc), del ripristino urgente dei diritti e dei doveri della categoria. Tutto questo era già un’emergenza prima dell’avvento della pandemia, ma in questo tempo, in cui lo spirito critico e la riflessione ritrovano il loro naturale spazio, NUTRI-MENTI è il richiamo alla sacralità dell’ARTE ed alla valorizzazione del patrimonio artistico-culturale italiano.

Quali sono gli obiettivi che ti sei posta fin dall’inizio per Nutri - Menti ?
Il progetto si articola in quattro fasi tese ad agire in maniera capillare, con l’intento di ricreare il meccanismo virtuoso dell’Arte teatrale italiana, perlustrata sia dalla parte del pubblico, sia dalla parte dei professionisti dello spettacolo.

I tuoi Maestri Gassman o Camilleri sarebbero molto fieri di vedere il compimento di questo progetto...
Sia il Maestro Vittorio che il Maestro Camilleri, sono due artisti che hanno fatto della loro vita un esempio per tanti. Hanno lasciato tracce e rafforzato radici…ne erano, come ogni genio, completamente inconsapevoli. La delicatezza del loro essere, la loro fragilità…si trasformava, durante ogni incontro(lezione) in resistenza, in tenacia, in caparbietà, in curiosità…ed era inevitabile il contagio. Per entrambi il teatro, e l’arte in genere, ha una missione sociale suprema, inscindibile dall’erudizione dell’essere. Essere attori, autori, registi, non è un vezzo, è una responsabilità...ed il rigore, il continuo studio, l’etica sono obbligatori. Sarebbero fieri di me? Me ne accorgerò strada facendo. In ogni caso, loro mi sussurrano sempre la verità. . Spero di consegnare un prodotto giusto, che generi catarsi e che riporti, anche se in minima parte, il pubblico a teatro.

Chi è Medea per te?
Medea è tutti i colori del mare in tempesta…è il fuoco di un tramonto e la speranza di una nuova alba…Era il mio obiettivo a 18 anni, il mio percorso di crescita…la scoperta del mio ’io nascosto’ il motivo di una scelta: fare l’attrice! Medea è la mia più alta ambizione. Mi inebria e mi stupisce… mi spaventa e mi accoglie. Medea è il coraggio di manifestarsi che dovrebbe essere di ogni donna…è l’evoluzione da femmina a donna .. Non è vendetta.. è affermazione di una giustizia, sommo sacrificio atto a distruggere i frutti di un seme malato, perché non generi altri uomini traditori…Medea punisce Giasone annientando se stessa, negando la vita al frutto del suo ventre (quale punizione più alta per una madre! ) ma decide per tutto il genere femminile ed agisce per salvarne la dignità. E’ il personaggio più variopinto, sottile e difficile di tutta la drammaturgia di ogni tempo…E’ modernissimo e carico di Storia...è un continuo e tormentato studio... E’ la mia sfida più ardua, il tremore più profondo...Il suo studio mi accompagna da circa vent’anni...mi porta in scena da 7 anni e mi sostiene tra le colonne del Tempio di Nettuno a Paestum (emozione indescrivibile e fonte rinnovabile di vita)..Ho paura di lei, ma non rinuncerò mai…

Lavori da vicino con dei giovani con il sogno di diventare dei grandi attori domani: c’è qualcosa che ti senti di dire e che va al di là degli insegnamenti accademici per affrontare il mondo dello spettacolo?
“I ragazzi dell’Accademia” (sembra quasi il titolo di una serie televisiva anni Ottanta!), sono lavoratori instancabili...Votati a contagiare di cultura il loro mondo, piccolo o grande che sia…Sono pronti ad ogni lotta…Si mettono in discussione e lavorano con curiosità ed umiltà...sia in scena che “dietro le qunte”. Educano il loro cervello, il loro corpo, la loro voce, la loro anima per servire il pubblico...Si erudiscono con severità e curiosità…Vivono, durante il triennio di formazione, notevoli sfide...Affrontano esami ogni 4 mesi…Studiano 12 mesi all’anno, non conoscono pause ne’ assenze…Entrano a scuola affrontando una severissima selezione...tesa a creare 15 combattenti ogni tre anni. Si accede alla scuola attraverso la risposta al bando di ammissione che prevede 15 ammissioni ogni 3 anni. Chiedo ai ragazzi che si candidano onestà intellettuale: il teatro non è un capriccio…è un lavoro onesto, umile, che mette a dura prova la propria vita e che compromette, senza alcuno sforzo, il percorso usuale …è motivo di dissenso e di solitudine…di studio e di sacrificio. L’attore deve temprarsi a tutto il futuro che lo aspetta...Il nostro dovere è tornare alla dignità, alla qualità culturale…alla rieducazione nella confusione! Sono loro il mio sostegno nella stanchezza Il mio sussurro è: “Costruite convinzioni su basi solide e non lasciatevi ingannare…Non piegatevi al compromesso e raccontate al pubblico sempre la verità…Il pubblico vuole da noi emozioni, voi vivetele tutte intere...a qualsiasi costo, nel bene e nel male…e non cedete a forze politiche o religiose… Siate il neutro e lasciate scegliere al pubblico…Dovete avere la cultura per raccontare, distanziandovi da correnti obbligatorie ed opportunistiche, dovete pensare e lasciar pensare… Compite il vostro viaggio…senza paura…Costruite basi qualitativamente solide sostenute dalla storia…Idee che evolvano secondo il vostro istinto…Inventate stile ed unicità…Problematizzatevi in ogni attimo…Scegliete la dignità ed il lavoro indefesso ed appassionato…Non lasciatevi corrompere dal denaro, solo così il denaro verrà da voi….e voi rifiutatelo se non risponde al vostro credo…cambiate il mondo…cambiamo il mondo e sorridete sempre in teatro… serve a voi e serve agli altri…non negate mai voi stessi, almeno in scena! Scoprite con fatica la vostra unicità e non abbiate timore di raccontarla…L’uomo ha bisogno di sapere che ha valore nella propria diversità. Voi siate esempio…con forza e senza presunzione. Ponetevi sempre dei dubbi, createvi interrogativi e rispondetevi scrutando la storia, studiando…lì troverete le risposte giuste per l’umanità.”

E’ vero che sei stata presa in accademia e tua madre lo tenne nascosto? Cosa successe?
A diciassette anni feci l’esame di maturità, ero avanti rispetto ai tempi tecnici della scuola. Chiesi alla mia famiglia di assecondare la” mia follia” di andare a fare l’esame all’Accademia Nazionale Silvio D’Amico. Avevo già avuto un approccio concreto con il teatro, partecipando a un laboratorio scolastico al liceo. Il San Carlo, poi, mi aveva folgorata con la Traviata, quando avevo solo quattro anni. Andai a fare l’esame a Roma; c’erano tre step da superare. Mi aspettavo di non avere speranze, ma sono stata ammessa ai corsi dopo il mese di prova: una volta terminato ci lasciarono tornare a casa, in attesa dell’ammissione definitiva, riservata a soli 18 allievi. Non ricevetti mai quella telefonata di convocazione. Mi sembrò strano perché avevo ricevuto feedback positivi. I maestri del tempo erano personaggi autorevoli, mostri sacri, del calibro di Andrea Camilleri, Carlo Merlo, Lorenzo Salveti.. Poi ho scoperto che mia madre ricevette quella telefonata, scegliendo di non accordare il proprio consenso, ero ancora minorenne e ne avevo bisogno. Questo episodio ha stravolto il mio punto di vista; avevo un piano, volevo andare alla Silvio D’Amico, studiare e iniziare la costruzione di un solido bagaglio tecnico per affrontare il mestiere. Quando scoprii cosa fosse successo comunicai alle mie donne, a mia madre, mia nonna, mia zia, che quella manovra era stata inutile. Era la mia ‘minaccia’ alla quale poi ho tenuto fede. Da quella negazione sono nate tante opportunità...La Silvio D’Amico la frequentai a partire dall’anno successivo, ripetendo gli esami!

Sei nel cast di Gomorra La Serie e L’Amica Geniale, due progetti che hanno stili e caratteristiche diverse ma entrambe hanno avuto un grandissimo successo internazionale, secondo in cosa, in quale personaggio o sfumatura il pubblico straniero si rispecchia?
Entrambe le esperienze hanno significato una ricerca ed una crescita, sia umana che professionale. Parliamo di due lavori stilisticamente diversi che, sebbene napoletani entrambi, si muovono su poetiche diverse. In entrambe ho amato i miei personaggi e li ho allevati attimo dopo attimo, cercandoli “in quella Sarah” che neanche io conoscevo. Nella serie tratta dai libri di Elena Ferrante, interpreto Maria Carracci (madre di Stefano e suocera di Lila…Moglie di Don Achille, lo strozzino del rione). De “L’amica geniale” amo il neorealismo, la letteratura, la genialità di Saverio Costanzo, la profondità emotiva di ogni personaggio. Amo la minuziosità delle inquadrature poetiche, dei colori…la precisione della riproduzione della verità…la dedizione al lavoro da parte di ognuno. Ringrazierò la “mia amica geniale” per sempre. In Gomorra - L Serie sono Nella, madre di Nicola, consapevole dell’inevitabile morte del figlio, data dalle leggi impreviste ma puntualmente attuate e violentemente espresse nel silenzio dell’omertà! Ne ho amato il rapporto spontaneo e creativo instauratosi con Marco D’Amore. Sul set c’è stato un grande scambio e confronto creativo. A “Gomorra” devo la popolarità e la conoscenza di una Napoli che non avevo ancora avuto modo di apprezzare.

Qual è il close-up su di te che vuoi che emerga e che tutti  vorresti che notassero
Il mio close-up: il mio sguardo sognante assetato e irrequieto di teatro. Il teatro è una scelta di vita, una missione…è in ogni attimo, in ogni respiro e non solo in scena!

Dove ti vedremo prossimamente?
Ci vedremo per la grande sfida di NUTRI-MENTI (nutrimenti per menti pensanti) …e, presto, anche ne “L’amica geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta”



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