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Vicker, l’app trova-lavoro: intervista a Luca Menti e Matteo Cracco

Pubblicato il 23 aprile 2016 da Stefano Colagiovanni


Vicker, l'app trova-lavoro: intervista a Luca Menti e Matteo Cracco

Avete bisogno di assistenza di qualche tipo e non sapete a chi rivolgervi? Ma, soprattutto, ne avete bisogno in tempi brevi e non volete perder tempo nel cercare il tecnico ideale che faccia al caso vostro? La soluzione al vostro problema si chiama Vicker!

Vicker è la nuova startup tutta italiana nella sharing economy: un’innovativa mobile app gratuita per iOs e Android, che mette in comunicazione diretta le necessità quotidiane, in qualsiasi ambito professionale, con un universo di piccoli lavoratori e professionisti autonomi sparsi nel territorio. Nata a Roma dall’idea innovativa di due giovani imprenditori vicentini, Matteo Cracco e Luca Menti, per facilitare il contatto tra le esigenze dei cittadini e i servizi che possono offrire artigiani e professionisti, la app diventa operativa in questi giorni, dopo alcune settimane di test con ottima accoglienza. Vicker, infatti, è una piattaforma online ed un’app mobile estremamente intuitiva che permette di mettere in relazione, in modo rapido e diretto, i suoi utenti. L’azienda risponde a tutti i servizi richiesti dagli offerenti (dalla riparazione di guasti casalinghi alle ripetizioni scolastiche) mettendo in contatto quest’ultimi con professionisti ed artigiani capaci di soddisfare le loro esigenze (sia privati che professionisti con partita IVA).

La connessione fra queste due realtà (offerenti e lavoratori) è facilitata dalla geolocalizzazione di cui è dotata l’applicazione. Non solo. Il prezzo lo decidono gli utenti e chi è alla ricerca di un professionista avrà la possibilità di scegliere il servizio a lui più conveniente, consultando anche il profilo (con i rispettivi feedback) ed il videocurriculum dei lavoratori. L’app è anche in grado di garantire il pagamento in modo sicuro ed immediato. Questo, infatti, verrà effettuato tramite Paypal, trattenendo i soldi direttamente dal conto dell’offerente (poche ore prima del lavoro) che verrà poi trasmesso al lavoratore solo al termine della prestazione. C’è una cifra minima, però, al di sotto della quale non si potrà scendere. Non sono accettate prestazioni che prevedano un compenso inferiore ai 20 euro. L’app, infatti, mette al centro della sua politica il rispetto e la fiducia per lavoratori ed offerenti. Non solo, l’iscrizione al database di Vicker come lavoratore avviene dopo un’accurata registrazione che prevede il controllo dei documenti d’identità ed il codice fiscale, così da concedere una maggiore tranquillità all’offerente. Quest’ultimo, invece, una volta iscritto, dovrà solo pubblicare un annuncio con la propria offerta e riceverà poi le candidature dei lavoratori con cui potrà interagire in modo diretto tramite una chat. I lavoratori, invece, dopo aver inserito la preferenza per la categoria professionale a loro più vicina, saranno avvisati da un alert costante non appena verrà inserito un annuncio di loro interesse.

Al termine della prestazione eseguita, comunicato da entrambe le parti tramite l’applicazione, verrà effettuato il pagamento. Il tutto, ovviamente, sempre nel rispetto delle normative vigenti, ma anche nel rispetto della privacy di ciascun utente. I profili dei lavoratori, infatti, non saranno visibili a tutti, ma solo agli offerenti presso cui decidono di candidarsi. Vicker, quindi, crea uno spazio di scambio ed incontro comune, sicuro e legale che premia chi sa lavorare bene grazie al sistema di feedback, attivando rapporti di fiducia.

Dopo una prima fase di test, in cui il progetto è stato presentato in anteprima al pubblico entusiasta del Romics (grazie ad un divertente costume-iPhone con schermo da 40”, progettato dagli sviluppatori di Vicker e realizzato da artigiani specializzati in scenotecnica cinematografica) ed alla platea internazionale del Wolves Summit di Varsavia (11-13 aprile), la conferenza dedicata al networking fra startup, investitori, corporate manager e imprenditori di tutto il mondo, Vicker diventa operativa a Roma per poi estendersi su tutto il territorio nazionale.

Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche considerazione con i due factotum dell’app Vicker, Matteo Cracco, presidente ed amministratore delegato al marketing e comunicazione e Luca Menti, vicepresidente e amministratore delegato alla produzione e sviluppo.

Entrambi siete "nati" da ambienti artistici (cinema e musica). Pensate che Vicker possa rafforzare la collaborazione tra persone inserite in questi settori, allontanandosi un po’ da un ambiente strettamente "casalingo"? Avete in mente di perfezionare l’app in tal senso?

Luca Menti: Ovviamente, è un tema a cui siamo molto sensibili e, per questo, è indubbio il fatto che abbia avuto un occhio di riguardo in tal senso. La piattaforma permette già di iscriversi come artista in molteplici sottocategorie, dalla musica alla recitazione, passando per la danza, fino ad arrivare anche agli artisti di strada ed i moviemaker. Gli utenti, così, potranno richiedere la presenza di qualsiasi tipo di figura artistica per eventi di qualsiasi genere, che siano matrimoni o feste private. Allo stesso modo, anche le piccole produzioni indipendenti avranno la possibilità di richiedere attori e ballerini. L’obiettivo è quello di semplificare la vita a chiunque sia alla ricerca di un artista per qualsiasi tipo di progetto.

Matteo Cracco: Bè, a me piace credere che nella nostra app l’unico limite sia la fantasia! Abbiamo creato un sistema per cui ogni richiesta può trovare una sua realizzazione e, francamente, penso che non ci sia nulla più in linea di questo con l’ambiente artistico! Poi c’è da ammettere che, senza sbilanciarsi troppo, sono previsti alcuni progetti che porteranno alla realizzazione di una campagna di comunicazione mirata alla diffusione anche di questo settore specifico. Vicker vuole trovare una sua dimensione nella vita delle persone, a partire da quelle che sono le esigenze quotidiane. In una fase successiva, potremmo dedicarci allo sviluppo di settori più specifici.

Come nasce la vostra collaborazione? Quale spunto avete preso in considerazione per ideare Vicker?

L.M.: Con Matteo il rapporto è nato dieci anni fa, quasi per scherzo, forse per destino. Da totali sconosciuti ci siamo trovati, da un giorno all’altro, a condividere tutto, e dico proprio tutto nella vita. Un legame incondizionato dalla ragione, basato esclusivamente sulla stima ed il rispetto reciproco, dove il fine ultimo è sempre stato il raggiungimento degli obbiettivi che ci eravamo prefissati. Durante un grave periodo di difficoltà economica, esattamente un anno fa, ci siamo trovati ad un bivio. Inseguire una nuova strada a noi sconosciuta, o arrendersi e gettare la spugna abbandonando ogni sogno. Aver la possibilità di rispondere a queste domande, fa intuire la scelta che abbiamo fatto.

M.C.: La nostra collaborazione nasce dieci anni fa, quando tramite la musica abbiamo deciso entrambi di scegliere un fratello e di farlo entrare prepotentemente nella nostra vita. Con Luca ho attraversato le mille fasi del mio percorso, dalle migliori alle peggiori, e non poteva che essere con lui anche l’avvicinamento al mondo dell’imprenditoria. Quando abbiamo creato Vicker eravamo ad un bivio esistenziale, in un angolo di Roma a noi quasi sconosciuto ed in una situazione di disagio economico. Questi presupposti hanno iniziato a litigare tra loro fino a portare intuizioni, idee, grinta. E, da lì a poco, il tutto si è trasformato il tutto in un progetto che, per quanto sembrasse enorme e folle da perseguire, alla fine ha preso vita.

Come descrivereste la vostra esperienza al Romics? Avete raccolto entusiasmo dai presenti?

L.M.: Personalmente, avendo lavorato per anni in ambienti musicali, sono abituato a trovarmi al centro dell’attenzione ma, ritrovarsi in quel contesto in cui tutti vogliono fare una foto con te perché adorano il tuo costume, fa un certo effetto. In più, questo iphone gigante pesa molto. Devo dire, però, che vedere lo stupore delle altre persone, prese ad ammirare la nostra “creatura” che si muove all’interno del costume, non ha prezzo. E questa è solo una delle tante attività originale volte a promuovere Vicker, ne abbiamo in mente tante altre.

M. C.: La reazione a vedere quel “bussolotto” illuminato è incredibile! Le persone impazziscono anche solo a vederlo spento. Quando poi lo accendi e vedono l’applicazione funzionare, cattura tutta l’attenzione. Devo dire che è andata nel migliore dei modi, molti ci hanno chiesto informazioni e scaricato l’applicazione. Sono proprio iniziative come queste che ci contraddistinguono.

Vicker consente di accordarsi su prestazioni non inferiori ai 20 euro. Non esiste un tetto massimo? L’eventualità di un raggiro nei confronti di persone poco esperte in una certa materia rimane a discrezione del soggetto stesso, oppure avete a disposizione un modo per controllare (e, nel caso, bloccare) richieste di pagamento eccessive o fuori luogo?

L. M.: Momentaneamente, il tetto massimo di offerta è pari a 999 Euro. Il sistema di Vicker è stato pensato proprio per evitare questo tipo di raggiri. Infatti, per i lavoratori sarà possibile visualizzare solo le offerte richieste in base alle categorie presenti in Vicker, alle quali loro stessi daranno interesse nella fase di registrazione. Tutte le categorie, poi, sono monitorate costantemente tramite un apposito sistema di controllo, che permetterà ai nostri operatori di bloccare eventuali richieste non conformi alla policy aziendale.

M.C.: Il nostro team di sviluppo è fatto di giovani estremamente validi e preparati. Molti sono i fattori da tenere in considerazione, su cui abbiamo lavorato a lungo. C’è una consolle a disposizione dei nostri addetti al controllo del sistema che fornisce tutte le informazioni su questo genere di dati, offrendo la possibilità di compiere analisi capaci di impedire errori di sistema e/o comportamenti inadeguati degli utenti. È chiaro, però, che questo è un meccanismo che necessita del suo tempo per risultare completamente funzionale. Per questo, monitoreremo man mano il tutto fin dall’inizio.

E’ previsto un sistema di feedback per sottolineare il buon operato dei lavoratori?

L.M.: Abbiamo inserito un sistema di feedback bilaterale, il quale servirà sia per determinare un buon operato da parte degli utenti lavoratori, sia la cordialità e la gentilezza degli utenti che richiedono un servizio. Questo sistema spinge i lavoratori a dare il massimo per raggiungere un voto alto e, dall’altra parte, gli offerenti cercheranno di essere quanto più cordiali possibili, magari offrendo in caffè a colui che presta loro un servizio.

M.C.: Certo. È un sistema bilaterale basato sul merito e sul rispetto.

In quali zone d’Italia vi piacerebbe espandervi nel breve tempo?

L.M.: L’ambizione è quella di arrivare in tutta Italia nel minor tempo possibile, siamo però consapevoli che per dare un servizio stabile e di qualità dovremo proseguire di città in città, partendo dai capoluoghi, arrivando alle province ed infine ai piccoli paesi.

M.C.: Roma rappresenta il nostro punto di partenza. A seguire, ci saranno sicuramente Milano a breve, poi Torino, Firenze e Bologna.

Raccontateci il vostro impatto con la creazione di una startup. Avete riscontrato difficoltà? Siete stati agevolati da enti o associazioni? Quale consiglio dareste ai giovani che intendono cimentarsi con queste esperienze?

L.M.: Avendo dedicato tutta la vita ad inseguire un sogno diverso, e non avendo mai lavorato in questo ambito, ci siamo trovati totalmente soli e senza alcuna base da cui partire. L’unica cosa che vedevamo era il nostro obbiettivo, non il percorso che servisse per raggiungerlo. Così, giorno dopo giorno, abbiamo iniziato a fare dei progressi, costruendo reti di contatti senza mai svelare la nostra idea a nessuno. In tutto questo abbiamo aggiunto l’incoscienza di iniziare a far sviluppare Vicker, creare un team ed arrivare davanti a degli investitori con le idee molto chiare ed un prodotto ben definito. Alcune persone, in questi giorni, ci hanno confessato che qualche tempo fa avevano avuto un idea simile a quella di Vicker. Il mio consiglio è solo quello di provare a dare vita alle proprie idee.

M.C.: Noi siamo piuttosto “fuori dagli schemi” se devo rispondere con onestà. E credo che in questo ci sia proprio uno dei “consigli”, nonostante non mi senta ancora nella posizione di consigliare nulla. Il fatto di porsi un obiettivo grande e nuovo, sconosciuto persino, fa sì di dover cercare strade diverse e totalmente ignote. Quest’assenza di schemi permette di trovare delle soluzioni e dei modi diversi di affrontare le situazioni, sicuramente più innovativi. Noi non abbiamo usufruito di nessuna agevolazione da parte di enti o associazioni. Avevamo solo tanta voglia di riuscire e di crescere, personalmente e professionalmente.

Chiunque voglia approfondire l’esperienza che Vicker offre, può comodamente consultare il sito internet: http://vicker.org/


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