11-22-63 (Miniserie) - Teste di Serie

"Sta attento, Jake...il passato farà di tutto per impedirti di portare a termine la missione!"
Al Templeton
Cosa faresti se fossi in grado di viaggiare indietro nel tempo, precisamente fino al 9 settembre 1958? Forse è questa la domanda che si pose Stephen King, prima di cominciare a scrivere il suo romanzo 11/22/63. Per Jake Epping, un mite insegnante di inglese del Maine, potrebbe essere un’occasione irripetibile per vivere in prima persone gli usi e i costumi di una società non ancora schiacciata e strumentalizzata dall’evoluzione tecnologica del nuovo millennio, provare a tirar su una certa somma di denaro grazie a una serie di scommesse sportive delle quali si conosce il risultato (qualcuno ha mai sentito parlare di Ritorno al futuro?), così come cimentarsi in imprese improbabili o, più semplicemente, provare a ricominciare da zero, perchè spesso la vita che abbiamo ci va stretta e non vediamo l’ora di lasciarcela alle spalle, manco si trattasse di un cambio di stagione. E se il passaggio verso il passato dovesse trovarsi nel retro di una tavola calda dell’ amico Al Tempelton, il quale vi esorta ad agire per provare a salvare la vita del presidente John Fitzgerald Kennedy, ucciso proprio il 22 novembre 1963 da un colpo di fucile sparato dal folle Lee Harvey Oswald, tutto assume una dimensione ben diversa.
Va ammesso che una storia del genere potrebbe risultare, a primo impatto, lievemente tendenziosa, o strampalata. Potrebbe. Ma non se a scriverla è Stephen King, perchè il suo romanzo si legge tutto d’un fiato, cattura l’attenzione del lettore con passaggi visionari e iperrealistici (malgrado sia ambientato quarant’anni nel passato da oggi) e riesca a terrorizzare, nonstante esuli dal classico schema horrorifico al quale il Re ha abituato i suo fan.
Dalla scorribanda temporale di King, nasce una miniserie omonima prodotta dalla Bad Robot di J.J. Abrams e dalla Warner Bros., trasmessa dal network Hulu, di appena otto episodi; la sceneggiatura per gran parte fedele al plot ideato da King è stata adattata per il piccolo schermo da Bridget Carpenter, riuscendo a realizzare una serie-evento dal piglio storico, basata su una ricostruzione geografica-politica-sociale molto accurata e, dalle morbide cromature vintage, uniformi agli anni Sessanta. L’intera vicenda, eludendo i classici obblighi di format dei network televisivi americani, viene dispiegata in un numero di episodi (8, come detto) sufficienti a trattare i molteplici risvolti ideati dal re del brivido; la missione affidata a Jake Epping (interpretato da un James Franco duttile e a suo agio con il tono della narrazione) dal morente amico Al (Chris Cooper) non è affatto facile come sembra, poichè si deve sempre fare i conti con il passato, che difficilmente accetta di essere cambiato. Ne conseguono una serie di imprevisti che mettono in risalto le pieghe oscure del plot, ideate per infondere quella giusta dose di dramma a un prodotto che, altrimenti, avrebbe ammiccato più al genere spionistico, che a quello fantascientifico: purtroppo Bridget Carpenter non affonda mai il coltello nella pancia della sua creatura e la tensione drammatica affiora a intermittenza, agendo in superficie, se non in rare occasioni (nei primissimi episodi e nella parte inziale dell’episodio conclusivo, durante la resa dei conti con il lunatico Oswald, a cui presta il volto un egregio Daniel Webber). Jake diviene, così, il protagonista di un racconto che assume sempre più i contorni del melò, pregevole nella sua innocente castità, agendo principalmente per salvaguardare il suo nuovo amore Sadie (una perlacea Sarah Gadon): un aspetto nient’affatto negativo nel romanzo di King (poichè il professor Epping è stato lasciato dalla moglie e merita una seconda opportunità), che, tuttavia, nella serie non viene trattato con il giusto peso, demoralizzando uno degli obiettivi simbolici della narrazione, ridimensionandolo a semplicistico caso fortuito.
Sorte analoga viene riservata a due personaggi necessari per lo sviluppo della narrazione: nel romanzo il barbone conosciuto come l’Uomo dalla Tessera Gialla assume un’importanza quasi epifanica, mentre nella serie viene trattato come un oggetto misterioso, incompleto, di disturbo; d’altro canto, pare avvilente e futile il trattamento riservato nella serie al giovane Bill (George McKay), che viene inserito come co-protagonista, quindi avallato per sciogliere o intrecciare un nodo fondamentale per lo storyboard, e successivamente eliminato come un elemento superfluo e d’intralcio al compimento della missione. Ne deriva una gestione a tratti superficiale di questi personaggi che spingono lo spettatore a riflettere sulle idee un pò confuse della Carpenter, desiderosa di mostrare molto, senza trovare, in questi casi, un punto di raccordo soddisfacente.
Da apprezzare lo sguardo critico su una società quasi agli antipodi con quella con la quale siamo abituati a confrontarci, nonostante presenti (purtoppo) degli aspetti in comune, come l’eccessivo disprezzo per le differenze razziali, l’oppressione sociale a cui devono sottostare le donne e l’estremizzazione di alcuni aspetti politici, già all’epoca destabilizzanti e obsoleti; non di meno si percepisce una costante critica verso la qualità della vita vita di oggi, rispetto allo stile mondano più salubre di quasi mezzo secolo fa (il cibo, l’educazione, il rispetto dei giovani per gli adulti...).
In fin dei conti, 11/22/63 resta un prodotto godibile, dal pregevole impatto visivo, ma carente sotto diversi aspetti di sceneggiatura. Anche questa volta, il libro si lascia preferire all’adattamento. Del resto, stiamo parlando di Stephen King.
(22/11/63); genere: drammatico, fantascienza; sceneggiatura: Stephen King, Bridget Carpenter; stagioni: 1 (terminata); episodi prima stagione: 8; interpreti: James Franco, Chris Cooper, Cherry Jones, Sarah Gadon, Lucy Fry, George MacKay, Daniel Webber, T. R. Knight, Josh Duhamel; musica: Alex Heffes; produzione: Bad Robot Productions, Warner Bros. Television; network: Hulu (U.S.A., 15 febbraio-24 aprile 2016), Fox (Italia, 11 aprile-30 maggio 2016); origine: U.S.A., 2016; durata: 60’ per episodio; episodio cult prima stagione: 1x07 – Soldier boy
