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3D Stereoscopico - Guida professionale per cinema, tv e new media

Pubblicato il 6 agosto 2012 da Alessandro Izzi


3D Stereoscopico - Guida professionale per cinema, tv e new media

Forse è ancora presto.
Forse bisogna aspettare ancora qualche anno per dire come e quanto l’avvento della nuova ondata stereoscopica sia stato quello tsunami che molti speravano.
Certo è che, dopo i primi entusiasmi e l’ubriacatura degli stratosferici incassi del primo Avatar (davvero destinato a trasformarsi in un’ennesima trilogia?), la situazione si è di molto ridimensionata e non di rado capita di vedere avventori che, entrati in sala, ne escono delusi dopo aver appreso che, si, anche il nuovo Spiderman è in 3D e che sarà difficile trovare una sala che non lo proietti in due dimensioni come speravano.
In realtà, almeno qui in Italia, la rapida diffusione del 3D (almeno due schermi per i multisala e praticamente un obbligo per i monosala a rischio di chiusura) si è confusa con il proliferare delle macchine digitali che non servono solo ai film stereoscopici, ma si aprono anche a proiezioni tradizionali (con software appositi) sino ad arrivare a promettere la possibilità della proiezione di semplici DVD che renderebbero pensabile una programmazione di titoli di produzioni alternative ed autoproduzioni che, di necessità, non possono andare oltre, appunto, un DVD.
Per le monosale la promessa fu, oltre ad ovvie agevolazioni statali che in tempo di crisi faticano ad arrivare mettendo in grosse ambasce l’esercizio stesso, anche la possibilità di pensare di cominciare a risparmiare sulle spese di stampa e di trasporto della copia che, per i piccoli centri, non sono poca cosa. Il miraggio si rivelò, però, presto per quello che era perché le distribuzioni stesse non tardarono a trovare escamotage per recuperare dalla finestra quegli incassi che sembravano uscire dalla porta.

Di tutto questo non parla il libro 3D Stereoscopico che delle proiezioni in profondità è un entusiasta non certo della prima ora. Anzi, lontano da preoccupazioni anche di carattere estetico (il 3D novanta volte su cento è puro agente lievitante del prezzo del biglietto non aggiungendo nulla al valore spesso modestissimo delle opere che va a gonfiare), il volume si propone come gradito manuale (il primo a che noi si sappia in lingua italiana) per chiunque voglia accostarsi (sulle principali piattaforme) alle magie del 3D.
La guida è professionale e si avvale di due firme di prestigio: Gianfranco Confessore è, infatti, docente universitario che si occupa di composizione stereoscopica, mentre Jordan River è regista 3D e producer in ambito europeo e lavora molto nel campo anche se la sua firma risulta legata soprattutto all’ambito del documentario (forse la realtà che meglio ha saputo avvelarsi delle possibilità del mezzo).

Il testo, agevole nella consultazione e didatticamente molto efficace, funziona soprattutto nella lunga distanza di chi deve poi applicare pragmaticamente ciò che ha letto. Non è quindi un volume consigliabile al semplice curioso che cerca una lettura in grado di aprirgli interrogativi su un potenziale nuovo corso estetico dell’industria cinematografica contemporanea, ma è testo di riferimento a chiunque voglia accostarsi alla tecnica in cerca di soluzioni a problemi concreti.
Forse non è un testo definitivo sull’argomento, ma raramente ci si aspetta che il primo volume che giunge a rompere un preoccupante silenzio lo sia per davvero.


Autori: Jordan River, Gianfranco Confessore
Titolo: 3D Stereoscopico - Guida professionale per cinema, tv e new media
Editore: Edizioni FAG Milano
Collana: pro Digital Life Style
Dati: 224 pp, copertina morbida
Anno: 2012
ISBN: 978-88-6604-203-7
Prezzo: 34,90 €
webinfo: Scheda libro sul sito dell’editore


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