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Addii - Luciano Emmer

Pubblicato il 17 settembre 2009 da Rossana Buono


Addii - Luciano Emmer

Di Luciano Emmer ormai tutto si sa come regista di film e di pubblicità televisive girate per Carosello. Non abbastanza, invece, è stato sottolineato della sua figura il ruolo eminente che ha avuto nel campo del documentario d’arte dove la sua attività si è svolta costantemente dal 1938 fino allo scorso anno realizzando una cinquantina di titoli. Con lui il documentario d’arte diventa un film d’arte e non un film sull’arte. Infatti Emmer riesce a trasformare i personaggi dipinti nelle varie opere da Giotto o Beato Angelico, Botticelli, Leonardo, Goya in protagonisti di una parallela storia narrata in dieci minuti di cortometraggio con il sonoro costituito dalla voce di commento o da dialoghi degli stessi personaggi su un sottofondo musicale prelevato da compositori famosi. Dunque con una mirabile arte del racconto crea un racconto fantastico che rivitalizza l’opera stessa cioè trasportandola in un altro linguaggio Emmer fa un’operazione di interpretazione critica con l’immagine filmica sull’immagine pittorica. L’opposto di quello che il grande storico dell’arte Carlo Ludovico Raggianti mette in pratica nei suoi “critofilm” destinati esclusivamente a funzione didattica e rispettosi nella ricostruzione fedele dell’iter compositivo del pittore con il movimento di macchina e il montaggio.
I primi 38 documentari di Emmer sono capolavori degni di entrare nei capitoli più importanti della Storia dell’Arte, poiché raccolgono anche rare testimonianze come quella su Picasso. Nel 1954, infatti, a seguito della sua prima mostra in Italia, fu commissionato al regista milanese un documentario sul grande genio del Novecento. Accettò a condizione di trascorrere qualche settimana a casa di Picasso per stabilire con lui una amichevole linea comunicativa. Ed è così che fu ripreso l’artista mentre dipingeva dal vivo il panorama di Vallauris con il cavalletto davanti la finestra. Recentemente, nel 2000, ha curato una nuova, differente versione con gli stessi materiali: Incontrare Picasso. La Francia ha sempre amato Emmer fin dagli inizi della sua carriera: il Centre George Pompidou ha istituito dal 1966 un premio in suo onore nell’ambito della “Biennale du film sur l’art”: il Prix Luciano Emmer per il migliore film sull’arte.
Conservo di questo grande maestro del cinema italiano un ricordo personale fatto di lunghe chiacchierate e piccole collaborazioni. Avevo organizzato nell’ottobre 2002 in suo onore, nell’ambito delle celebrazioni che il Comune di Arezzo dedica ogni anno a Piero della Francesca, una tavola rotonda su Arte e Cinema con la proiezione del documentario, pressoché inedito, sull’artista Invenzione della Croce (1948 – in 35 mm) girato interamente con un montaggio di fotografie bianco/nero dell’Archivio Alinari di Roma poiché a quell’epoca, come diceva Emmer, Arezzo non era a portata di mano.
È stato un emozionante avvenimento accompagnarlo sul luogo che appare nel documentario, dove, però, non si era mai recato prima, affinché potesse ammirare de visu gli affreschi del coro della chiesa di S. Francesco in un incontro ravvicinato con Piero della Francesca. Le videocamere di due illustri documentatori lì presenti per l’occasione: Enrico Ghezzi e Luciano Giaccari hanno immortalato lo stupore di Emmer che guardava per la prima volta queste opere facendo commenti anche scherzosi, per esempio, mettendo sullo stesso piano come shock emotivo le figure sanguinolente delle scene di battaglia con le vittime dei cruenti fatti di cronaca trasmessi dalle televisioni.
Inoltre ricordo di aver discusso con lui, riflettendo sull’arco temporale degli artisti da lui scelti nei documentari, sull’assenza di un suo sguardo sulla attualità dei nostri giorni nelle arti visive. Accettò la sfida e mi pregò di aggiornarlo sulle ultime tendenze dell’arte contemporanea pretendendo delle vere e proprie lezioni personalizzate di cui stabilì la durata e il calendario. Fu per me una inconsueta esperienza didattica di cui feci tesoro per tanti suggerimenti di lettura critica che scaturivano dal suo istintivo commento alle opere. Completò cosi con una quarta parte (Arte Contemporanea dell’ultimo cinquantennio) la scrittura di un progetto di documentario che era in fieri Viaggio ai confini dell’Arte in collaborazione con Enrico Grezzi. Purtroppo questa sezione sul “contemporaneo” non è stata mai realizzata a causa degli elevati costi di produzione, e il documentario è andato in onda su Rai Tre nel 2003 così come era stato scritto nella prima stesura. Ma ho davanti ai miei occhi, come in un sogno, le sequenze previste dal suo racconto entusiasmante di come si sarebbe mosso, con sguardo fresco e ironico tra installazioni e performance, forme d’arte di questo nuovo millennio.

*Rossana Buono è docente di “Storia dell’Arte Contemporanea” all’ Università di Roma "Tor Vergata"


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