Americana – Huge

In questa serie presentata negli Stati Uniti da ABC Family, e da noi trasmessa su Fox, vi è un’ansia di rinnovamento e, allo stesso tempo, di ricerca di un equilibrio, sotto quest’ultimo aspetto adagiandosi maggiormente nel rispetto per le regole del teen drama. E, comunque, si può ben ritenere come Huge incarni proprio uno dei pochi esempi di teen drama ’puro’ degli ultimi anni, visto che questo in più casi, col trascorrere del tempo, è andato sempre più spesso a contaminarsi con altri generi. Occorre poi aggiungere come questa serie rappresenti un ritratto, realistico e un po’ malinconico, di quella che immaginiamo essere l’America ’vera’, restituita in un modo per nulla accattivante.
Sono svariate le vicende umane che si intrecciano all’interno di Camp Victory, un campeggio estivo che è Refugium Peccatorum per decine di adolescenti obesi (come suggerito dal titolo della serie), ragazzi alle prese con i problemi di un’immagine che non può confacersi ai canoni estetici odierni. E ai problemi esteriori si accompagnano i giusti dettami utili per preservare la salute fisica, precetti che cozzano con la realtà di un’alimentazione spazzatura, ma che tuttavia rappresentano una giustificazione morale che possa contrastare una deriva sia fisica che interiore: Mens sana in corpore sano?
E, proprio a causa della fisicità dei suoi protagonisti, Huge diviene la trasposizione di una diversa idea televisiva, poiché di portare in scena la diversità si fa carico, divenendo un (a)tipico racconto di formazione che proprio dal grande respiro tipico della serialità avrebbe potuto trarre grande giovamento, dando vita a un percorso che, però, è stato purtroppo anzitempo interrotto, cancellato dopo i dieci episodi della prima stagione.
Un ’purtroppo’ che consideriamo doveroso, poiché stiamo parlando di un’opera sinceramente pregevole, nata dalla penna di Winnie Holzman, già famosa grazie all’impatto rivoluzionario - mai approdato in Italia - di My So-Called Life, anche allora sfortunata autrice di una serie cancellata al concludersi della prima stagione, nel 1995, e sempre per i tipi della ABC. Per Huge la Holzman ha lavorato assieme alla figlia, la giovane Savannah Dooley, basandosi sull’omonimo romanzo di Sasha Paley, e realizzando un’opera di non facile fruizione. Questo perché la sceneggiatura e la regia prediligono soffermarsi sulle piccole cose, con un’estrema e ammirevole delicatezza, optando per una narrazione piana e minimalista, posando un tocco sensibile ed empatico sugli animi di numerosi personaggi - ossia di svariate persone - osservati con partecipe distacco nella cattività di un universo concentrazionario come quello che il campeggio estivo è, luogo tipico più volte e da più parti utilizzato per narrare la crescita di giovani protagonisti colti nel fluire di un racconto di formazione, persi tra paure e amori. E in Huge si può assistere a una lotta un po’ nervosa e inquieta tra l’adeguarsi alla società, all’immagine che questa vorrebbe per il corpo e i comportamenti di ognuno, e quel senso di inadeguatezza e solitudine che possono cogliere in particolare i più giovani, perfetti protagonisti per qualsiasi teen drama che si rispetti, attori in una serie che è riuscita a mostrarci la parte più pura e nascosta di tanti cuori messi a nudo.
