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Venezia 71 - Belluscone. Una storia siciliana

Pubblicato il 3 settembre 2014 da Filippo Baracchi

VOTO:

Venezia 71 - Belluscone. Una storia siciliana

Ciccio Mira, organizzatore di eventi, è un esperto di cantanti neomelodici nelle piazze e nelle televisioni siciliane.
Erik è un cantautore neomelodico siciliano che ha ideato la hit Voglio conoscere Berlusconi. Vittorio Ricciardi è un famoso cantante neomelodico napoletano che ha conquistato in questi anni il giovane pubblico femminile nelle piazze di quartiere.
Che cosa c’entrano tutte queste persone con Berlusconi? Che cosa c’entra il canto neomelodico con Berlusconi? Che cosa si intende per neomelodico?

Belluscone. Una storia siciliana parte proprio da queste domande che sono il punto di partenza per ricostruire un pezzo di recente storia del Bel Paese. Attraverso la collezione di interviste a testimoni di primo piano della cronaca giudiziaria (Marcello Dell’Utri, Gaspare Mutolo), l’ultimo film di Franco Maresco risulta essere una piacevole sorpresa alla 71. Mostra del Cinema di Venezia.
Piacevole perché non è il solito film su Berlusconi, che tutto dice ma nulla dimostra. Perché è un documentario che sa combinare inchiesta, fiction, mockumentary in maniera vivace e divertente. Perché rappresenta un ritratto utile di un paese, che per molto tempo si identificato in quel modo di fare italiano, che coincideva (drammaticamente) con la figura di Silvio Berlusconi. Perché risale alle origini di un vizio originario, tutto italico, per cui la cultura di massa significa saper tutto e non saper nulla, coincidendo più volte con l’ignoranza.
Ed è proprio in quell’ignorare che sta il nocciolo della questione siculo-italiana di Silvio Berlusconi: ignorare che cosa significa mafia, che cosa significa senso civico, che cosa significa conoscenza.

Nel personaggio grottesco di Ciccio Mira, abbiamo infatti l’esempio concreto di come negli ultimi anni essere italiano significhi convivere con i fantasmi del passato e convincersi che questi sono i meno peggio (il riferimento nella vicenda di Mira è la mafia).
Nelle maschere napoletane degli altri personaggi (Vittorio Ricciardi, Erik, Dell’Utri) abbiamo l’espressione di un fenomeno socioculturale che non si ferma a ieri ma che continua ancora oggi, ai giorni nostri: il mito di Berlusconi è qualcosa di ancora vivo e presente nella mente e nel subconscio degli italiani. Come il mito della mafia al Sud, nel quale ritorna ancora come un ritornello la frase: si stava meglio quando si stava peggio.
Insomma Belluscone. Una storia siciliana riesce a raccontarci con sincerità e passione tre fallimenti: 1. il fallimento politico e umano di Silvio Berlusconi; 2. il fallimento del pasticcione Ciccio Mira; 3. il fallimento artistico di Maresco, che ha deciso di sparire dopo che ha capito che il suo film sarebbe stata l’ennesima battaglia contro i mulini a vento della politica.

Raccontato con la partecipazione del critico-studioso (e amico) Tatti Sanguinetti e altri colleghi e conoscenti del regista siciliano, il documentario si rifà stiliscamente all’esperienza creativa di Cinico Tv di Ciprì e Maresco.
Nei crediti della fotografia compare inoltre il nome di Luca Bigazzi, che ha curato la post-produzione fotografica della pellicola. Distribuito da Parthenos.
Speriamo dunque giunga nelle sale italiane.


CAST & CREDITS

(Belluscone. Una storia siciliana); regia: Franco Maresco; sceneggiatura: Franco Maresco, Claudia Uzzo; fotografia: Luca Bigazzi, Tommaso Lusena De Sarmiento, Irma Vecchio; montaggio: Atas Georgiev; interpreti: Ciccio Mira, Vittorio Ricciardi, Salvatore De Castro (Erik), Tatti Sanguineti; produzione: Ila Palma, Dream Film, Sicilia Consulenza, Frenesy Film; origine: Italia, 2014; durata: 95’


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