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Blue Hollywood

Pubblicato il 24 aprile 2018 da Francesco Bellia


Blue Hollywood

Vincitore del premio Miglior Film, assegnato dalla Giuria Giovani, alla Settima Edizione del Gold Elephant, Festival del Cinema di Catania, più affine alla commedia che al dramma "Blue Hollywood" del giovane regista Francesco Gabriele, è girato a Los Angeles, in lingua inglese e racconta il trasferimento di due giovani attori, un italiano, Alessandro (interpretato dallo stesso Francesco Gabriele) e una inglese, Celeste (Helen Waktinson) ad Hollywood, per trovare fortuna e raggiungere il successo.

Ben presto entrambi scopriranno che Hollywood non è il Paese delle Meraviglie come credevano che fosse. Con uno stile leggero e spregiudicato, dalla battuta sempre pronta  e una grande attenzione all’interazione col pubblico e al suo coinvolgimento, Francesco Gabriele, ci descrive i due antipodi di Hollywood incarnati dai suoi due personaggi: da una parte l’attrice talentuosa (Helen Waktinson), frustrata dai numerosi rifiuti e dall’indifferenza di un mondo che sembra ignorare il suo talento; dall’altra l’attore indolente e poco pratico con l’inglese, un italiano marpione di professione (Francesco Gabriele) che pensa soprattutto a spassarsela con una schiera sempre più numerosa di donne bellissime e facili. Il regista gioca con ironia sul fascino dell’italianità all’estero, quasi un passpartù per sedurre qualsiasi donna, tanto che il protagonista può anche permettersi di "snobbare" le sue invidiabili conquiste dopo averle sedotte con il minimo sforzo (la gag linguistica ricorda un po’ quella del classico della comicità inglese Un pesce di nome Wanda); ma questo suo peregrinare a zonzo per la casa, per le strade di Los Angeles, passando da una donna all’altra,  che nella prima parte del film sembra premiarlo rispetto al rigore dell’altra protagonista nel cercare un impiego, rivela progressivamente tutta l’inquietudine di cui è portatore.

Hollywood non è proprio il paese dei balocchi e così come si può sguazzare nei suoi numerosi divertimenti, facili e appaganti, in essi ci si può anche smarrire, perdendo l’orientamento. Blue Hollywood si colora sul finale, seppur con ironia e leggerezza, delle sfumature promesse dal titolo (e dalla lavagna di Celeste). Il blu è il colore del mare, ma anche quello di una piscina in cui si sta da soli ad aspettare la grande occasione, incerta e difficile da ottenere senza sacrifici, senza "macchiarsi" un po’ con il mondo del cinema e con le sue discutibili meccaniche. Francesco Gabriele firma un film allegro, scorrevole, talvolta sopra le righe, ma con garbo, una pellicola che reca chiaramente la sua personale impronta (a tratti forse anche un po’ ingombrante e proprio per questo divertente), a partire dai riferimenti autobiografici della storia - il regista ha vissuto per diverso tempo a Los Angeles - fino alla regia e alla recitazione che seguono di conseguenza. Una produzione indipendente smaliziata, un esordio al lungometraggio che racconta la storia di due attori all’estero con una fotografia pulita e una narrazione giovanile e fresca, che anche per questi motivi ha attratto la giuria Giovani del festiva, che ha premiato il film.


(Blue Hollywood); Regia: Francesco Gabriele; sceneggiatura: Devorah Corona (script editor), Francesco Gabriele; fotografia: Giacomo la Monaca; montaggio: Marios Kleftakis; musica: Shane Rutherfoord-Jones; interpreti: Francesco Gabriele; Helen Watkinson; Marco Virgilio; Tiana Tuttle; Michael Breadsley; produzione: Devorah Corona; distribuzione: ; origine:USA | Italia; Regno Unito; durata: 82’


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