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Senza Fiato

Pubblicato il 24 aprile 2018 da Francesco Bellia


Senza Fiato

In concorso alla settima edizione del Gold Elephant World di Catania, il film di Raffaele Verzillo è il vincitore del premio Miglior Film, attribuito dalla Giuria di Qualità del Festival, composta da Antonietta De Lillo, Roberto Cipullo e Valentina Lodovini. Film in Bianco e nero, Senza Fiato si avvale di un bel cast tutto italiano, tra cui Francesca Neri, Fortunato Cerlino, Antonia TruppoAntonio Friello. Ambientato nel Casertano racconta con uno stile registico funzionale alla narrazione il dramma di vite logorate da molteplici realtà opprimenti, che come pesi insormontabili finiscono per gravare progressivamente sui personaggi, lasciandoli appunto senza fiato, senza speranza, né via di scampo: dalla disoccupazione giovanile, al licenziamento improvviso, dalla malattia alla solitudine, fino alla crisi di identità di chi si sente abbandonato dal mondo e al dramma esistenziale della depressione.
È quest’ultima a spingere uno dei personaggi, un po’ simbolo della condizione collettiva di tutti gli altri, interpretato da Antonio Friello, a chiedersi e a domandare a parenti, amici, conoscenti per quale ragione valga la pena di continuare vivere.

Sulla base di questo acuto incipit di sceneggiatura tale personaggio, che all’inizio sembra l’unico ad essere infelice, farà quasi da "agente provocatore" nel "pungolare" gli altri su questo tema: ognuno darà una risposta diversa, per lo più allontanandolo malamente e rifiutando di rispondere.
Con un effetto domino questa terribile domanda finirà per coinvolgere tutti i protagonisti, destabilizzandoli nel profondo e facendo emergere tutta la loro fragilità e la loro rabbia verso un mondo e una società che non li riconosce. L’onnipresente bianco e nero, il montaggio sonoro che emula il battito di un cuore affannato che corre senza sapere dove andare, assieme all’uso di primissimi piani, parziali e frammentati, che evidenziano la dissoluzione progressiva dell’identità, contribuiscono efficacemente a creare una "lenta" rete da cui sembra impossibile fuggire. Un uso senza dubbio accurato della regia, che pone grande attenzione anche alle pause, ai silenzi, come ai dialoghi e alla recitazione.
La figura dello stupratore pentito è quasi un crudele sberleffo, che si ritorce contro gli innocenti, piuttosto che sciogliere i nodi irrisolti. Sul finale il melodramma prevale ed esplode, forse con troppa velocità e in modo più tradizionale di come le premesse sembravano far indirizzare il film. Una conclusione più aperta e indefinita forse sarebbe stata più potente, perché più subdola e reticente, senza una vera risposta, ancora una volta priva di riferimenti: una risposta sussurrata a metà, senza fiato come il titolo del film. Tra le prove attoriali oltre agli interpreti più noti, già citati, interessante anche l’interpretazione della giovane attrice Giuliana Vigogna.

Il Gold Elephant, Festival del Cinema catanese ideato dal direttore artistico Cateno Piazza e prodotto dalla Alfiere Production si mostra anche quest’anno improntato alla promozione del cinema indipendente. I film sono stati selezionati dal critico cinematografico Emanuele Rauco, selezionatore ufficiale del Festival del Cinema di Venezia.


(Senza fiato); Regia: Raffale Verzillo; sceneggiatura: Pier Francesco Corona; fotografia: Rocco Marra; montaggio: Maria Iovine; musica: ;interpreti: Vincenzo Alfieri; Enzo Casertano; Fortunato Cerlino; Antonio Friello; Antonio Milo; Giuliana Vigogna; produzione:; distribuzione: Distribuzione Indipendente; origine: Italia; durata: 88’


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