Brokers - eroi per gioco

Brokers – eroi per gioco, presentato in anteprima al Festival del cinema di Roma 2008, segna l’esordio sul grande schermo di Emiliano Cribari, dopo Tuttotorna del 2005, e Via Varsavia del 2006. Se pensiamo al titolo, viene facile immaginare un film tutto giocato tra sale di contrattazione, o locali cool di Wall Street, ma il regista toscano, nato a Firenze nel 1977, contrariamente all’apparenza, sceglie tutt’altra location. Centro della storia, e forse unico elemento positivo di questa commediola agrodolce, è proprio il luogo in cui Cribari ambienta la vicenda: non solo uno sfondo quindi, ma piuttosto il fulcro attorno a cui ruotano gli strani avvenimenti che seguono all’arrivo del professore Carlo Marzìa, uno stimato docente universitario che, per una consulenza andata male, perde tutti i soldi che aveva investito giocando in borsa. Il paese di Zuccarello, piccolo borgo medievale ligure, diventa perciò, dopo pochi minuti, il vero protagonista di una storia che si nutre di piccole cose, semplici, così come sono semplicistiche le soluzioni adottate dal regista stesso.
Il professore, ritornato nel luogo in cui il padre aveva trascorso la sua giovinezza, incappa in personaggi che vivono a metà tra il grottesco e il comico: il sindaco Orazio, mentore della comunità, il farmacista Nicola, antagonista del professore, la bella Lucia, caritatevole madre, Joe, il tuttofare creativo, il piccolo genio Tonino, la svampita insegnante di italiano. Tutta la sceneggiatura costruisce quindi idealtipi e si muove alternando l’uno all’altro, costruendo intorno ad essi storielle a volte troppo confusionarie.
L’arrivo di Marzìa destabilizza la piccola comunità, all’interno della quale inizia a diffondersi la smania dell’investimento borsistico: tutti gli abitanti iniziano a puntare, finchè l’intero paesino non diventa attore nei più importanti mercati azionari. E non poteva mancare la storia d’amore tra il povero professore e la ragazza di paese malata di leucemia, abbandonata dal marito e costretta a crescere da sola il piccolo Tonino, ma che riesce, grazie alla bontà della comunità, a salvarsi dopo un trapianto, regalandoci il tanto amato happy end.
Forse l’intento del cineasta era quello di creare una favola surreale, con personaggi che avrebbero dovuto strappare la risata del pubblico, ma che spesso invece, causa una sceneggiatura con diverse smagliature, lasciano spiazzato lo spettatore, che si aspetterebbe di più da un regista molto promettente come Cribari. Possiamo provare a giustificare le cadute di stile con la ristrettezza di mezzi, con una certa imperfezione di scrittura, ma Brokers eccede di un’ingenuità che spesso sconfina nella confusione, nella superficialità, che non viene aiutata da una confezione che sa ancora troppo di televisivo.
Gioco del Lotto, AAMS Gioco sicuro e Il Sole 24 Ore, veri produttori di un film che altrimenti difficilmente avrebbe visto la luce, non aiutano sicuramente uno scorrimento leggero di una sceneggiatura che spesso inciampa in un didascalismo pubblicitario fin troppo evidente.
Dispiace assistere a questa “defajance” di Cribari, molto giovane ma già molto apprezzato, anche come poeta, di buon gusto comunque la grande attenzione riservata alla fotografia dell’opera.
Forse l’intento era un altro, peccato perchè lo spunto narrativo, sviluppato in maniera differente, sarebbe stato molto accattivante.
(Brokers – eroi per gioco); Regia: Emiliano Cribari; sceneggiatura: Riccardo Leto; fotografia: Marco Sirignano; montaggio: Vittorio Anelli; musica: Davide Calvi; interpreti: Anna Maria Malipiero (Lucia), Diego Casale (Joe), Fabio Rossini (becchino), Margherita Fumero (Maddalena), Giovanni Boni (Orazio), Simone Zucchi (chierichetto), Riccardo Leto (Nicola), Sergio Múñiz (Marco), Antonio Sarasso (Don Sebastiano), Daniela Airoldi (Norina), Antonella Questa (Comare del paese), Vittorio Semini (Tonino); produzione: Claudio Morello; origine: Italia, 2008; durata: 100’
