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Casa Meerkat

Pubblicato il 31 maggio 2007 da Alfonso Mastrantonio


Casa Meerkat

I produttori di documentari naturalistici, dopo averci portato in casa immagini sempre più dettagliate sulla vita della fauna di ogni angolo del globo, stanno da qualche anno cercando nuove idee per accattivare la nostra attenzione verso il mondo animale, di cui sembrava ci avessero già detto tutto. Tra i prodotti più interessanti e di maggior successo degli ultimi anni c’è indubbiamente Casa Meerkat, curiosa creatura ibrida in onda su Animal Planet, giunta ora alla seconda serie anche qui in Italia.

Il principio è sostanzialmente quello della ’docu-soap’, a sua volta ibrido tra reality-show e classica soap familiare che ha in The Osbournes il suo rappresentante di maggior successo. In questo caso, però, il tutto è applicato ai Whiskers, una simpatica famiglia di suricati (meerkats in inglese, Timon de Il Re Leone per intenderci), e alla loro tana sotterranea nel deserto del Kalahari, sorvegliata e studiata da una decina d’anni dai ricercatori dell’Università di Oxford. Le spiccatissime attitudini sociali di questi piccoli mammiferi africani fanno sì che la serie sia animata da vicende famigliari sorprendentemente simili a quelle viste in Dallas, Dynasty e così via.
E dei prodotti di fiction questo Casa Meerkat ha davvero molto, sul piano formale e anche contenutistico: ogni puntata comincia con un teaser che riassume gli ultimi episodi e presenta quello che sta per iniziare, e la sigla, sulla falsariga di quella di Arrested Developement, ci mostra uno per uno i componenti della famiglia, segnalandoci il tratto principale del loro carattere (ci sono gli autoritari capifamiglia, lo zio single, le figlie ribelli, il primogenito dall’animo generoso). Iniziata la puntata, si nota subito come la narrazione, che ovviamente non tralascia l’aspetto più documentaristico, mostrandoci minuziosamente le abitudini dei piccoli animali, sia però sapientemente costruita in modo da mettere in risalto trame e sottotrame degne appunto di un serial, con tradimenti, scappatelle amorose, incomprensioni, scene da commedia, aspre rivalità fra clan, passaggi all’età adulta e piccoli e grandi drammi quotidiani. Nel fare questo, è ovviamente cruciale la voce fuori campo del narratore, che nelle versione originale èappartiene al navigato attore inglese Bill Nighy, mentre in Italia, in linea con un target che è sostanzialmente quello dei bambini, si è deciso di affidare il compito alla voce del bravo doppiatore Davide Garbolino, familiare ai più piccoli per averla sentita in bocca ai protagonisti di cartoni come Tartarughe Ninja, BeyBlade e Pokemon.

È curioso notare come, anche nella grammatica delle inquadrature, la serie assuma in qualche modo le caratteristiche della soap; sono infatti spesso proprio i primi piani intensi, tanto sbertucciati da Elio e le Storie Tese nella sigla di Boris, a farla da padrone, dimostrandosi più efficaci sui volti di inconsapevoli animaletti che su quelli di alcuni “professionisti” di casa nostra.
Per quanto bizzarro possa sembrare, con questa formula assolutamente nuova per il genere, Casa Meerkat funziona: è capace di far appassionare adulti e bambini alle vicende dei suoi simpatici protagonisti ed è senza dubbio uno dei prodotti televisivi per famiglie meglio riusciti degli ultimi anni.


(Meerkat Manor) Sceneggiatura: Caroline Hawkins; interpreti: Flower Whiskers, Zaphod Whiskers, Youssarian Whiskers, Shakespeare Whiskers, Mozart Whiskers, Tosca Whiskers, Bill Nighy (voice over); produzione: Oxford Scientific Films; distribuzione: Animal Planet, Dolmen Home Video; origine: Gran Bretagna, 2005; durata: 26 episodi da 25’ l’uno; web info


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