La danza è un incontro del proprio corpo con gli altri.

Maria Fux è una danzatrice, coreografa argentina, una delle insegnanti di danzaterapia, punto di riferimento a livello internazionale.
Il suo metodo si basa sul recupero psicofisico attraverso il momento creativo in diverse condizioni di handicap. Più semplicemente la terapia di Maria si basa sul trasformare i limiti di ognuno in risorse attraverso la simbiosi della musica con la danza.
Nel suo studio giungono persone da tutto il mondo, per scoprire come questo sia possibile. I suoi insegnamenti sono capaci di riabilitare persone che vivono anche in situazione estreme di handicap (vedi il caso della giovane india Maria Carrido).
Maria non è una maga o una stregona, ma una terapeuta, che all’età di 90 anni è capace di cogliere l’essenza del corpo e del suo movimento nello spazio, indipendentemente dalla forma del proprio corpo e dei propri sensi. La musica una persona ce l’ha dentro, non c’è bisogno di sentirla, afferma Maria all’interno del documentario.

L’opera prima del goriziano Ivan Gergolet, prodotta dal sloveno Igor Prinkicic (Zoran-il mio nipote è scemo) e presentata alla SIC di Venezia 71, si compone da un misurato materiale d’archivio, una completa documentazione delle sue lezioni e un’essenziale raccolta di testimonianze degli allievi della danzatrice argentina.
Accompagnato dalle splendide musiche di Luca Ciut, Dancing with Maria decide dunque di non seguire la facile strada della biografia, ma di offrire un lungometraggio che coglie l’essenza dell’insegnamento pedagogico della danzatrice argentina.
Per lo spettatore, esperto o meno, i momenti di riflessione suggestivi e toccanti sono assicurati. Uno splendido inno alla diversità e alla sua integrazione che di questi tempi è quanto più necessario e fondamentale.
In odore di premio del pubblico.