Delitti imperfetti. Il cinema e la censura dalle origini al social web

Sin dai primi anni del Novecento il cinema ha dovuto fare i conti con la censura. Il suo enorme potenziale suggestivo e la sua singolare capacità di aggregare grandi masse di pubblico hanno suscitato in ogni tempo e in ogni dove l’attenzione e le preoccupazioni dell’apparato statale e amministrativo che, in nome della tutela di un ordine sociale, politico e morale definito e vigente, ha controllato e limitato la libertà di espressione artistica per garantire la stabilità di valori, modelli e riferimenti assunti in un dato momento storico. La storia del Cinema è dunque la storia della censura che, in diversi modi e contesti, ha revisionato, vietato, tagliato, frammentato, manipolato e persino distrutto una lunga serie di pellicole sull’assunto che la libertà espressiva incontri un limite in quella di discernimento dello spettatore, adulto e non, e nel rispetto della sua sensibilità e capacità di scelta.
Giuseppe Franzella, blogger palermitano e autore di videoclip, trailer e cortometraggi, nel libro Delitti imperfetti. Il cinema e la censura dalle origini al social web dichiara sin dal titolo e dalle citazioni in epigrafe il proprio favore per il cinema libero e, nelle prime pagine dell’introduzione, non esita a definire i censori inquisitori e ladri di cinema. Nato dal progetto della tesi universitaria multimediale, il saggio è stato pubblicato nel 2012 dall’autore nell’ambito della community ilmiolibro.it, la nota piattaforma online di self publishing. Il testo si dipana in tre parti e due appendici nelle quali viene ricostruita la storia della censura cinematografica e le sue diverse declinazioni - da quella preventiva a quella a posteriori, da quella di revisione a quella di regime e di mercato - con particolare riguardo all’esperienza italiana e più di uno sguardo ai casi dei paesi europei ed extraeuropei, come il Codice Hays statunitense degli anni Trenta.
Nella prima sezione, intitolata Lo specchio dei tempi , Franzella parte dal principio di libertà di manifestazione del pensiero, codificato nell’articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, per disegnare una breve ma minuziosa storia della censura dalle origini ne La Repubblica di Platone fino a oggi, attraverso le controverse vicende legislative, le locandine cinematografiche disapprovate, i celebri film riveduti e corretti (da Metropolis a E.T. passando per L’Esorcista ), il berlusconismo, l’ascesa del web 2.0 con i social network e il potere acquisito negli ultimi anni dalle case di distribuzione su quelle di produzione. Il discorso prosegue nella seconda parte, Cappuccetto Rosso e il gigante timido , con la censura televisiva e il transito dei film dalla sala cinematografica al piccolo schermo casalingo che ne compromette la fruizione per ragioni commerciali, le interruzioni dovute ai break pubblicitari, e tecniche, le differenze dei dispositivi e del formato immagine. Il cinema osceno è il titolo della terza sezione dedicata alla questione eros-cinema e nella quale vengono descritti i film e i casi che hanno fatto gridare allo scandalo e leso, a giudizio dei censori, “il comune senso del pudore”: i primi nudi sullo schermo alla fine del diciannovesimo secolo, il caso emblematico di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, la rappresentazione cinematografica dell’omosessualità e le contaminazioni del cinema ufficiale con l’hardcore.
Nella prima appendice del saggio ( Slittamenti progressivi del visibile per videoambienti in/sensibili ) l’autore propone la realizzazione ideale di due videoambienti e la visione trasversale della pellicola per illustrare e teorizzare le dinamiche e i meccanismi della censura prendendo come oggetto di studio Ecco l’impero dei sensi di Nagisa Oshima e la scena dell’oscuro consesso orgiastico in Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick; nella seconda appendice ( Documenti ) è possibile visionare i provvedimenti originali di “Visto censura” di alcuni film tra i quali Totò e Carolina di Mario Monicelli.
In Delitti imperfetti Giuseppe Franzella sviluppa l’annoso argomento della censura in modo sintetico ma capillare e il risultato finale è quello di un saggio nel complesso interessante; lo stile è prevalentemente storico-divulgativo e, soprattutto nella prima parte, assume i toni didascalici e accademici che sembrano frenare il ritmo dell’esposizione e appesantire la lettura. L’evidente mancanza di editing del testo, pubblicato da un autore senza editore, fa capolino ogni tanto ma questo non è un demerito se si tiene conto dell’importante lavoro di approfondimento e di ricerca che puntella l’intero saggio, come testimoniato dalla cospicua bibliografia di riferimento e dalla ricca filmografia che accompagna ogni pagina del libro. Un libro dal quale è nato l’omonimo sito/blog in cui è possibile vedere il booktrailer e acquistare la prima versione ebook del saggio aggiornata al 2013 e con gli inserti fotografici a colori.
In conclusione, ogni volta che il cinema rappresenta argomenti politici, militari, religiosi, etnici, violenti, sessuali, rischia di collidere con la società morale e comincia a soffiare il vento della censura, incubo e spada di Damocle che incombe su ogni artista. Escludendo l’imprescindibile protezione dei minori, cosa è lecito mostrare e cosa è giusto tutelare? E’ un dibattito sempre aperto, delicato e forse senza una soluzione unanime. Giuseppe Franzella in Delitti imperfetti non affronta la disputa in questi termini ma, attraverso il paradigma della censura, auspica un cinema intelligente, fantasioso, libero, che possa ancora essere “racconto collettivo nell’epoca delle tecnologie digitali e delle nuove forme sociali di comunicazione”.
Autore: Giuseppe Franzella
Titolo: Delitti imperfetti. Il cinema e la censura dalle origini al social web
Editore: Pubblicato dall’Autore nella community di ilmiolibro.it
Dati: 176 pp, brossura, inserti fotografici b/n
Anno: 2012
Prezzo: 19,50 € (versione e-book aggiornata al 2013 a 9,99 €)
Isbn: 9788891010070
webinfo: Scheda libro sul sito Ilmiolibro.it
