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Django Unchained [fumetto]

Pubblicato il 13 agosto 2014 da Antonio Napolitano


Django Unchained [fumetto]

“Non solo mi piacciono i fumetti, ma mi piacciono in modo particolare i fumetti western. […] Ed è nello spirito di quei fumetti cinematografici che vi presento Django Unchained, un grande western epico. Quando scrivo grandi sceneggiature epiche come questa o come Kill Bill c’è un sacco di roba che non riesce a entrare nel film per f…ute ragioni di spazio. Se dovessi fare tutto quello che c’è nella sceneggiatura sarebbero film da quattro ore. […] Il bello di un fumetto come Django Unchained è che questa è la sceneggiatura completa. Anche se qualcosa fosse cambiato nel passaggio dalla sceneggiatura al film […] nel fumetto c’è tutto. Questo fumetto è alla lettera la prima versione del film” (Quentin Tarantino)

La prefazione di Tarantino all’adattamento a fumetti del suo ultimo lavoro mette in evidenza un’ulteriore forma di contaminazione/collaborazione che si sviluppa tra cinema e fumetto. Due linguaggi che per tante ragioni si avviluppano e si confrontano, e che, in questo specifico caso, danno vita ad un interessante crossover multimediale in cui il fumetto rimedia creativamente a delle scelte produttive e artistiche (mancate) del campo cinematografico. Fumetto che in tal senso, più che creare un’opera grafica indipendente e autonoma, si sostituisce ai contenuti speciali da dvd/bluray, diventando una sorta di director’s cut che, non essendo mai stato girato, viene fatto nascere direttamente sulle pagine del fumetto. Naturalmente tale operazione non può essere vista solo da un punto di vista strutturale, anche e soprattutto perché l’edizione del fumetto è stata curata dalla Vertigo/Dc Comics che per realizzarla ha coinvolto quattro disegnatori molto talentuosi mentre l’adattamento è di Reginald Hudlin, produttore del film, ma anche sceneggiatore di fumetti e regista di svariate sit-com americane (Modern Family). Per ciò che riguarda la storia, sebbene tutta la narrazione riprende pedissequamente il risultato cinematografico anche come impatto visivo, bisogna dire che il fumetto è molto poco tarantiniano rispetto al film soprattutto per la scelta di ridimensionare al minimo due delle maggiori peculiarità del regista americano: l’exploitation e l’ironia. Uno dei motivi è sicuramente dovuto alla caratterizzazione visiva dei protagonisti dove ad esempio il dottor Schultz, oltre ad allontanarsi di molto dalle fattezze fisiche di Christoph Waltz (e questa è una scelta), non può averne né la forza né la teatralità comica (e questa è una pura constatazione). Per la stessa ragione viene omessa la sequenza in cui Franco Nero chiede a Django il suo nome, battuta che su una tavola di fumetto perderebbe tutto il gioco di rimandi e di citazione. Ma a prescindere dalle differenze di linguaggio, c’è anche una profonda volontà da parte degli autori di modificare il ritmo di narrazione, andando verso una scrittura meno cinematografica e molto più da fumetto western anche per strizzare l’occhio verso un pubblico di lettori americani (intesi non solo da un punto di vista geografico). Tutto così diventa più minimalista e meno ridondante (perdita non da poco per gli amanti di Tarantino) col risultato di creare un climax meno sensazionalista e giocoso e più intimista e drammatico.

Dal punto di vista grafico la prima cosa che salta agli occhi sono i diversi stili che si attraversano durante la lettura passando per ben sette volte da un disegnatore ad un altro in quanto l’edizione della Bompiani racchiude i sette albi in cui inizialmente è stata pubblicata l’opera. Ogni albo infatti ha un differente copertinista (tutti gran nomi e tra questi Jim Lee, Alex Ross e il nostro Massimo Carnevale), mentre i disegni sono di R.M. Guéra (Scalped), Denys Cowan (Green Arrow), Danijel Zezelj (Scalped) e Jason Latour (Wolverine), tutti validi disegnatori ma con grandi differenze tra loro. Si passa infatti dallo stile più netto di Guéra sia per il tratto che per il colore ad uno più nervoso e tratteggiato con Cowan (che in alcuni casi diventa quasi caricaturale) per finire con Latour, forse il più dinamico tra tutti. Tre disegnatori avvicinabili allo stile classico Vertigo, da cui si distacca Danijel Zezelj, talento puro e autore di uno stile inconfondibile che noi italiani abbiamo apprezzato e amato, dato che ha vissuto per diversi anni nel nostro Paese, dove ha lavorato tantissimo crescendo artisticamente e pubblicando con il Grifo Editore.


Autore: Adattamento: Reginald Hudlin - Disegni: R.M. Guéra, Denys Cowan, Danijel Zezelj, Jason Latour
Titolo: Django Unchained
Editore: Bompiani
Dati: 264 pp, brossurato
Anno: 2014
Prezzo: 19,00 €
Isbn: 9788845273643
webinfo: [Scheda libro sul sito http://www.bompiani.eu/libri/django...]


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