Esuli III - L’ambiente

Il terzo documentario della serie Esuli di Barbara Cupisti è dedicato ai profughi ambientali e agli esuli da conflitti ambientali, un dramma il loro, quasi del tutto sconosciuto ai più e che gode di pochissimo spazio sul palcoscenico mediatico internazionale.
I profughi ambientali sono, infatti, tutte le persone che sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa del degrado ambientale, del depauperamento delle risorse, dell’inquinamento e dei vari disastri naturali che determinano l’impossibilità di garantirsi dei mezzi di sostentamento nei territori di residenza.
Il documentario dedica relativamente poco spazio a eventi catastrofici come terremoti, tsunami o eruzioni vulcaniche che riescono comunque a imporsi all’attenzione internazionale per via della loro imprevedibilità, per concentrarsi maggiormente su catastrofi lente e ineluttabili come la desertificazione, la deforestazione e più in generale il cambiamento climatico.
Ancora una volta, quindi, con grande consapevolezza Barbara Cupisti punta il dito sulla scarsa conspaevolezza del mondo occidentale circa quelli che dovrebbero essere i veri grandi temi del dibattito internazionale.
Di qui diventa chiaro come il bisogno di un’informazione aperta alle domande e al bisogno di capire sia il vero cuore pulsante dell’intera operazione di Esuli. Un bisogno sincero e tenacemente perseguito di ficcare lo sguardo tra le pieghe delle contraddizioni di una globalizzazione che ancora stenta a dare una voce reale e forte ai più poveri, agli umili, a chi non ha più nemmeno una casa e un’identità.
Accanto alle vicende dei profughi ambientali, il documentario punta il proprio sguardo anche su quegli esuli che sono costretti ad abbandonare le proprie abitazioni per far spazio a opere infrastrutturali (non importa se pubbliche o private) realizzate in nome del cosidetto “sviluppo economico”.
Un fenomeno che, quanto più cresce, tanto più sembra scomparire nell’invisibilità di un sistema di informazione troppo asservito ai meccanismi economici.
Il documentario ci informa di come nel mondo siano in corso più di mille conflitti ambientali. Conflitti che colpiscono principalmente le comunità povere e le popolazioni indigene del Terzo Mondo.
Tuttavia, tra queste storie di devastazione, usurpazione e persecuzione degli attivisti, non mancano casi emblematici e coraggiosi
di resistenza.
Ed è a questi che, come negli altri due documentari della serie, la regista assegna l’utopia del suo sguardo che, partendo dalla visione dell’orrore non per questo rifiuta di mettere in risalto i possibili germi di un cambiamento futuro.
È il caso dei Guaranì del Mato Grosso do Sul in Brasile, che hanno trovato nella “retomada”, vale a dire il recupero di piccoli lembi di terra da restituire alla coltivazione, una possibile risposta al problema.
Una risposta, inutile dirlo, osteggiata fortemente dagli allevatori violenti che periodicamente ri-occupano la regione uccidendo molti Guaranì.
“È da questa storia pluriennale di persecuzione e resistenza che il documentario parte per affrontare il tema di uno sviluppo economico che, non tenendo in dovuta considerazione i diritti umani così come i diritti delle comunità locali sulle proprie terre e risorse, genera, con sempre maggiore frequenza, nuovi esuli.”
Dal pressbook.
Il terzo documentario della serie conferma quindi l’intenzione complessiva dell’operazione di informare invitando il pubblico a una forte presa di posizione sui problemi che infiammano il mondo contemporaneo. Il tutto con nella volontà di dare voce a quegli stessi poveri che animano le parole di Papa Francesco, in una comunanza di sguardo (la guerra, la tolleranza religiosa e, in senso davvero franscescano l’ambiente) che merita di essere sottolineata.
Produzione: Clipper Media e RAI CINEMA
Regia: Barbara Cupisti
Soggetto: Barbara Cupisti in collaborazione con Natascia Palmieri
DOP: Sandro Bartolozzi
Montaggio: Alessandro Marinelli
Musiche: Tommaso Gimignani, Franco Eco
Production Manager: Natascia Palmieri
Realizzato con la collaborazione di Survival International
Con il Patrocinio di Amnesty International - Sezione italiana
Durata: 80’
Formato: HD
Gli altri aricoli:
