Fall-out

L’idea di Fall-out nasce dall’incontro tra la fotoreporter free lance Daria De Benedetti e il coordinatore del Progetto Humus, Massimo Bonfatti, che dal 2001 si occupa delle aree della Bielorussia più colpite dalla ricaduta radioattiva (detta per l’appunto fall-out) conseguente all’incidente che nell’aprile del 1986 portò alla fusione del nocciolo della centrale nucleare di Chernobyl. Il documentario è corredato da testimonianze che vanno da quelle dei ricercatori, scienziati e amministratori locali a quelle delle popolazioni che ancora risiedono nella zona, mostrando la scarsa qualità di vita di questi contadini impegnati nell’allevamento di animali e nella coltivazione di territori e prodotti agricoli contaminati. Uscito in dvd lo scorso 10 maggio nelle edicole, Fall-out sottolinea soprattutto dubbi, incertezze e inadeguatezze delle conoscenze scientifiche rispetto al nucleare.
Alla luce delle costanti pressioni dei governi, i quali nonostante il recente disastro di Fukushima caldeggiano ancora lo sviluppo dell’energia nucleare, è pertinente e opportuno interrogarsi sulle condizioni ambientali e sulla qualità della vita di chi ha subito e subisce tutt’ora da vicino le conseguenze di una delle più grandi e ingestibili catastrofi del Novecento, avvalendosi delle testimonianze di chi da anni è costretto quotidianamente ad affrontarne gli esiti. Non c’è pretesa in Fall-out di giungere a conclusioni definitive rispetto a un problema di fronte al quale neanche ricercatori e scienziati riescono a trovare risposte e soluzioni realmente valide, ma l’umile invito a riflettere e a prendere coscienza dei limiti dell’uomo in relazione a questa sua creazione che sembra potergli sfuggire di mano con troppa facilità per riuscirne a cogliere gli aspetti positivi rispetto a quelli distruttivi. L’attuale impossibilità da parte degli scienziati di comprendere l’effettivo grado di compatibilità tra forme di vita ed energia nucleare è il monito che il documentario oppone a chi sostiene una scelta indubbiamente prematura e forzata rispetto alle conoscenze attuali su un tema troppo importante per essere affrontato con leggerezza e faciloneria.
L’ambiguità dei governi e la loro evidente incapacità di prevenire, intervenire e ovviare a indubbi danni la cui entità si può solo intuire, ma non realmente quantificare, sono chiaramente denunciati dal direttore dell’istituto di ricerca sulla radioattività Vladimir S. Ageyets, dal direttore internato di Vassilevici Victor Rudenko (una delle zone interdette, perché limitrofa a Chernobyl), dal dirigente dell’amministrazione bielorussa Yuri Kusmic e dal dirigente della riserva radioattiva Poliesse Evgheniy Nicolaevitch, al quale è affidato il monitoraggio delle zone contaminate al fine di poter studiare gli esiti della radioattività a medio e lungo termine. Al silenzio iniziale dei dirigenti sovietici seguono indicazioni contraddittorie e vaghe su come comportarsi durante e dopo le evacuazioni, prima che un ulteriore silenzio riesca a incombere e nascondere le cifre relative ai morti e agli invalidi causati dall’incidente. E se i reparti pediatrici degli ospedali traboccano di bambini e frequenti sono i tumori che colpiscono la popolazione, persiste la difficoltà a stimare i danni a livello ambientale ed economico: industria, agricoltura e commercio sono estremamente deboli, e nonostante ciò, non è possibile stabilire quanti prodotti alimentari contaminati riescano ad entrare nel normale circuito del mercato. Le uniche certezze sembrano essere la costante presenza nel ciclo biologico dei radionuclidi, praticamente invariata nonostante siano passati vent’anni dall’esplosione, e l’incombente degenerazione di questi elementi chimici, dei quali è impossibile prevedere l’azione sugli esseri viventi. Fall-out è un buon documentario, appropriatamente corredato delle belle foto in bianco e nero della de Benedetti, il cui difetto maggiore potrebbe essere una (inevitabile) carenza di esaustività.
Regia: Daria de Benedetti, Francesca Politano:; fotografia: Daria de Benedetti:;montaggio: Francesca Politano:; musica: Gabriele Pierri:; interpreti: Vladimir S.Ageyets, Lindmila Ivanorna Ignatenko, Vladimir Skoblkov, Vladimir Dancenko, Yuri Kusmic, Victor Rudenka, Anna Nicolai Brobignova, Alexander Leonidorich:; produzione: :; distribuzione: :; origine: Italia:; durata: 51’:.
