Presentato all’interno della selezione di Alice nella città, la sezione del Festival di Roma pensata per i più giovani, All Cats Are Grey di Savina Dellicour è una classicissima storia di formazione di un’adolescente, pensata per un pubblico anch’esso di adolescenti.
La sedicenne Dorothy è nella sua fase "ribelle", aggravata dal fatto che è ormai certa che suo padre non sia il suo papà biologico. L’impossibilità di confrontarsi con la madre su questo tema, che lo sfugge o reagisce con rabbia, fa si che Dorothy, per rintracciare suo padre, si rivolga ad un investigatore privato, Paul, che incontra per caso. Ma il loro incontro non è fortuito come potrebbe sembrare: Paul infatti segue la ragazza di nascosto perché tanti anni prima ha passato una notte con la madre di lei ed è certo di esserne il padre.
La frequentazione assidua tra i due, che si mettono sulle tracce del padre biologico di Dorothy senza che Paul le confessi di conoscere già la risposta, innesca ovviamente un rapporto filiale che sarà la vera risposta alle domande di Dorothy. Raccontata senza troppe pretese, la storia di All Cats Are Grey è veicolo di un messaggio, di una morale implicita che ha qualcosa da insegnare al suo giovane pubblico, e cioè che i punti di riferimento - nel passaggio all’età adulta - si scelgono e non sono più quelli che ci vengono dati per nascita, così come i sentimenti e gli errori del passato non possono essere giudicati in maniera netta, questione a cui allude il titolo stesso, ripreso da una canzone dei Cure. Una morale veicolata con levità all’interno di un film gradevole, senza troppe pretese, ma che non trascende mai la propria semplice natura di favoletta educativa.