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Fiction italia - Squadra Antimafia Palermo Oggi

Pubblicato il 8 aprile 2009 da Sergio Sozzo


Fiction italia - Squadra Antimafia Palermo Oggi

Lo vedi lì che scalpita, Claudio Gioé, nuovo volto d’oro della Taodue, spedito stavolta ad affiancare Simona Cavallari nello strillato ’terzo tassello della trilogia’ iniziata con Il capo dei capi e portata avanti con L’ultimo padrino.
Le sue, all’interno della serie, sono poco più che brevi apparizioni, almeno sino a quando ieri sera è riuscito finalmente nel finale di puntata a giacere con la Cavallari: sembra abbastanza paradossale, per il ’portentoso’ (giudizio espresso dal Boss di Cosa Nostra in persona, grande amante della serie) Toto Riina del formidabile prodotto di Enzo Monteleone e Alexis Sweet, ritrovarsi a ’Palermo Oggi’ a fare il vicequestore – incrociando il suo lavoro, per di più, con la stessa squadra di poliziotti (l’Alfiere di Ninni Bruschetta, il Gigante di Lele Vannoli, e Africa/Marco Leonardi, ritrovati con grande piacere) responsabili nella bellissima fiction di Marco Risi (di cui Squadra Antimafia conferma in gran parte il team di sceneggiatori) della cattura del ’collega’ Bernardo Provenzano/Michele Placido…

Anche perché, d’accordo, c’è Beppe Lanzetta (!) nella parte del Boss ’cattivo’ che tenta in tutti i modi di sabotare il ritorno degli ’Scappati’, la frangia di Cosa Nostra costretta a fuggire in America dopo la guerra di Mafia e che Provenzano aveva finalmente acconsentito a far tornare a casa poco prima della sua cattura; e ok, Pier Belloni non avrà il vigore massiccio di Monteleone, Sweet o Risi, però gira con grande fluidità e un notevole senso dell’ ’atmosfera’ sotto assedio della Palermo Antimafia, spostando l’attenzione soprattutto sui personaggi femminili e sul rapporto di vecchia data tra il vicequestore protagonista Claudia Mares e la donna del clan degli Abate, Rosy (Giulia Michelini), tornata ingenuamente dall’America per sposare un innocente italoamericano crivellato ieri sera dai colpi di mitra in un attentato; però c’è quel ruolo, quello del crudele capo della frangia degli ’Scappati’, Nando Abate (interpretato comunque in maniera superbamente deliziosa da Sergio Friscia), così spietato, mefistotelicamente imperscrutabile, capace anche di una commovente dolcezza con la sorella Rosy…beh c’è quel ruolo che, siamo sicuri, il Claudio Gioé abbastanza in ombra nel ruolo del vicequestore Di Meo avrà invidiato in ogni ciak, in ogni giornata di lavoro davanti alle telecamere di Squadra Antimafia, assaporando mentre soffriva in silenzio le taglienti battute messe in bocca al Boss, le sue azioni risolute, il suo sguardo minaccioso.
Ah, se non gli fosse toccato fare il poliziotto stavolta, sfoggiando pure la sua barba rossiccia per non sembrare troppo il figlio di Riina passato dall’altra parte agli occhi dei telespettatori!

Forse gli sarebbe anche andata bene la parte dell’algido Giacomo Trapani (Claudio Castrogiovanni), personaggio ambiguo, metà gangster metà tronista, che passa il tempo nella piscina ultrakitsch della sua villa, in vestaglia a fare la lampada, ad abbozzare alla chitarra l’arpeggio del tema della serie, a spararsi a tutto volume musica classica mentre, in un poco convinto frammento onirico del primo episodio, un fantasma del suo passato emerge dall’acqua per spararsi una rivoltellata in fronte.
Però quanta riluttanza invece, deve aver provato il caro Gioé, a calarsi nei panni del servitore della Legge: e la prova schiacciante è la sua reazione adirata e scomposta dopo esser stato costretto a freddare uno dei rapitori del figlio dell’imprenditore Licastro al termine del primo episodio – rabbia per essere finito ad uccidere un essere umano, o per aver dovuto infliggere un duro colpo alla vera squadra per cui sotto sotto, inconsapevolmente, continua a tifare?


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