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Il mistero dell’orto di Rocksburg [libro]

Pubblicato il 3 dicembre 2018 da Alessandro Izzi


Il mistero dell'orto di Rocksburg [libro]

Rocksburg, nel cuore della provincia americana.
Case coloniche costruite a schiera intorno a quella che, un tempo, era una fiorente realtà industriale legata ai giacimenti di carbone.
E poi bar, per il dopolavoro, per una birra fredda, ghiacciata, da prendersi in mezzo al fumo delle sigarette di chi poi tornava a casa, dalle mogli che stavano in cucina e magari nemmeno lo sognavano, un futuro diverso.
Profonda provincia americana, dunque, di quella che ha resistito a lungo alle lusinghe di un progresso omologante e che ora, negli anni Ottanta della crisi, si è intristita perché di lavoro non è che ce ne sia più tanto in giro, soprattutto per chi fino al giorno prima faceva il minatore e ora può sperare solo nei sussidi.
Il paradiso dei sobborghi lindi e pinti delle famiglie sostenute da uno stipendio (si badi: uno solo!), stinge quindi in triste purgatorio. Un passo appena dall’inferno.

È questa, in fondo, la storia di Frances e Jimmy, ex minatore lui ed ex casalinga lei. Lui sprofondato nella depressione dopo la perdita dell’unico lavoro che sapeva fare, lei costretta presto a rimboccarsi le maniche, e presto sedotta dalla possibilità di un’emancipazione culturale che è anche economica.
In mezzo, un contesto sociale che guarda male tanto l’uomo che col lavoro ha perso anche la dignità, tanto la donna che, studiando, comincia a credersi meglio di tutti quelli che son rimasti al palo dell’immobilismo sociale.

Poi Jimmy scompare e si carica del peso delle indagini Mario Balzic, capo della polizia, mezzo serbo e mezzo italiano.
Indagini che vanno dalle parti del cinema dei Coen, che hanno il sapore del Carver più scorato e che quasi quasi non sarebbero dispiaciute a un Altman minore, ma pur sempre Autore con tutta la maiuscola.
Perché il racconto avanza piano, seguendo il corso di un’indagine che più che alla logica ottocentesca del genere, si affida al cuore di chi quella gente la conosce perché ci vive in mezzo.

Balzic, che di suo prende a cuore la questione non solo perché conosceva Frances da che erano bambini ma anche per sfuggire alle riunioni sindacali che non vanno troppo bene, è personaggio rude e tenero al tempo stesso. Passionale, ma umano e capace di empatia. Doti, queste, che lo rendono davvero adeguato al ruolo che ricopre.

Più che la soluzione dell’enigma della scomparsa di Jimmy, a K. C. Constantine sembra interessare prima di tutto l’ambiente di cui coglie atmosfere e suoni con fine osservazione.
Lo aiutano dialoghi scritti in punta di penna, capaci spesso, nel loro ritmo ficcante, di sostituire in volo quei passaggi descrittivi che avrebbero se non altro rallentato il lucido fluire del racconto, ma che in fondo ci aspettiamo nella narrativa di genere.
Le parole dei personaggi stanno quindi al guado di confine tra la restituzione di un intero ambiente sociale e l’espressione di psicologie individuali. Ed è forse proprio questo il pregio maggiore del romanzo: questa sua capacità quasi cinematografica di restituire il senso attraverso l’azione e la parola, piuttosto che smarrirsi in più astratti manifesti d’intenzione.

L’unico difetto, semmai, sta nel fatto che non sempre tutti gli sfondi del narrare (la stazione di polizia, la casa stessa di Balzic o quella di Frances) riescono a godere della stessa qualità di messa a fuoco. Il che genera, qua e là, qualche passaggio che sembra essere più accessorio allo svolgimento dell’intreccio.
Un peccato veniale se si considera che Il mistero dell’orto di Rocksburg è solo un capitolo di una serie di romanzi dedicati a Mario Balzic e che, quindi, altri romanzi andranno sicuramente a riempire di senso l’affacciarsi di tanti personaggi qui minori, ma certo meritevoli di assoli più impegnati.


Titolo: Il mistero dell’orto di Rocksburg
Editore: Carbonio editore
Collana: Cielo stellato
Dati: 240 pp; brossurato con alette
Anno: 2018
Prezzo: 15,50 €
Isbn: 9 788899 970161
Info: Scheda libro sul sito dell’editore


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