Roma 2016 - In guerra per amore
“Ma non t’importa nulla della tua patria?”
- Philip Chiamparino
Giunto al suo secondo lungometraggio, dopo il discreto La mafia uccide solo d’estate, Pif (al secolo Pierfrancesco Diliberto), torna a raccontarci la sua Sicilia, attraverso le vicissitudini del lavapiatti Arturo Giammaresi (Pif), palermitano trapiantato a New York, innamorato della graziosa Flora (Miriam Leone), già promessa in sposa al giovane gangster Carmelo (Lorenzo Patanè), figlio del boss mafioso Don Tano (Mario Pupella); per strappare Flora a Carmelo, Arturo si arruola nell’esercito americano, in procinto di raggiungere la Sicilia, per incontrare il padre dell’amata e chiedergli la mano della figlia.
Da questa angolazione, In guerra per amore verrebbe scambiato senza fronzoli per una grottesca commedia romantica. Tuttavia, l’ingranaggio principale che permette al secondo lungometraggio di Pif di mettersi in moto è il contesto storico in cui è incasellato: è il 1943, piena Seconda Guerra Mondiale, e il momento in cui le forze americane decidono di accelerare le operazioni di attacco contro il regime nazista sta vivendo le sue fasi conclusive e fondamentali. Da questo incipit storico, Pif imbastisce una commedia che strizza l’occhio fin da subito ai caratteri documentaristici (la voce narrante fuori campo di Arturo che snocciola tutta una sfilza di eventi realmente accaduti ne è una prova), relegando in breve tempo l’anima comica dell’opera quasi in secondo piano. In guerra per amore è un film costruito su una sceneggiatura lucida e scorrevole, che si prefigge come obiettivo primario quello di raccontare come la mafia (in Sicilia soprattutto, nel resto d’Italia in seconda battuta) abbia attecchito e corroso la società stordita dalla guerra grazie al compromesso bellico e tattico ordito con gli americani, desiderosi di rastrellare l’Italia intera, per infliggere un duro colpo agli asset del Reich, prendendo di mira le milizie di Benito Mussolini.
Sfruttando quella verve comica un pò fanciullesca e un pò da imbranato che lo trasforma in un personaggio che ammicca a Roberto Benigni, Pif racconta un’Italia impaurita, insicura e preda dei perfidi raggiri perpetrati dalle cosche mafiose, carnefici mascherati da salvatori della patria di un popolo incapace di discernere tra menzogna e realtà, anche per colpa di un basso profilo culturale: perchè la mafia si ciba della povertà mentale e della paura, delle difficoltà delle persone umili e del contesto storico turbolento che funge da scenario. Grazie all’inserimento di personaggi buffi e grotteschi, resi ancor più vividi grazie al gioco delle parti in netto contrato con il livello culturale dei soldati americani (le incomprensioni linguistiche e le false credenze sull’operato di questi ultimi sono strumenti adoperati all’infinito per provocare grasse risate), Pif non si dimentica mai di allentare la tensione drammatica, di colpo accentuata dagli interventi istruttori del pavido luogotentene Philip Chiamparino (Andrea Di Stefano, in assoluto il migliore dell’intero cast), destinato a una tragica fine, ma fondamentale affinchè l’innocente eroe Arturo raggiunga quella maturità necessaria, cosicchè la sua storia si trasformi in Storia, anche se immaginata.
In guerra per amore è dunque una commedia romantica, ma anche un war-movie, un film storico e di formazione: assimilabile senza pretenziosità, divertente e, a tratti, terrificante. Scivola nel finale in un eccessivo didascalismo, quando Pif decide di calcare la mano per far emergere il lato politico a colpi di satira: eccessivo perchè tutto quello che c’era da raccontare e mostrare era già stato fatto in precedenza.
Pif si dimostra ancora una volta ambizioso e volenteroso, accanito narratore di storia, quella della sua patria che, come il buon Arturo, ha imparato a raccontare e, per questo, a svelarne le brutture a modo suo. Per amore.
(In guerra per amore); Regia: Pierfrancesco Diliberto (Pif); sceneggiatura: Pif, Marco Martani, Michele Astori; fotografia: Roberto Forza; montaggio: Clelio Benevento; musica: Santi Pulvirenti; interpreti: Pif, Miriam Leone, Andrea Di Stefano, Stella Egitto, Aurora Quattrocchi, Robert Madison; produzione: Wildside con Rai Cinema; distribuzione: 01 Distribution; origine: 2016, Italia; durata: 99’