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Roma 2016 - Ritmo sbilenco - Un filmino su Elio e le Storie Tese

Pubblicato il 23 ottobre 2016 da Stefano Colagiovanni

VOTO:

Roma 2016 - Ritmo sbilenco - Un filmino su Elio e le Storie Tese

"Chi l’ha detto, chi l’ha detto?
Che la musica orecchiabile
debba limitarsi a quattro accordi
ed un banale motivetto?"

- Ritmo Sbilenco, Elio e le Storie Tese

Chi sono Elio e le Storie Tese? Cosa si cela dietro l’impavida e stravagante formazione italiana che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare il Bel Paese con piglio umoristico e satirico originale e buffamente sperimentale a intere generazioni di appassionati?

Il documentario Ritmo sbilenco - Un filmino su Elio e le Storie Tese, diretto da Mattia Colombo si pone l’obiettivo di scrutare dietro le maschere e i costumi degli Elii, mostrando allo spettatore sprazzi di mondanità per permettergli di conoscere il lato più umano dei membri della band: da Stefano Belisari/Elio, amorevole padre di due vispi bimbetti; Nicola Fasani/Faso, un agguerrito allenatore di baseball che accetta tutto, tranne la sconfitta; Davide Civaschi/Cesareo, che gironzola per locali alla ricerca di giovani talenti e band emergenti; Sergio Conforti/Rocco Tanica, conduttore televisivo a tempo pieno; Christian Meyer, batterista del gurppo che si prodiga nell’insegnamento del suo strumento a grandi e piccini; Antonello Aguzzi/Jantoman, tastierista di professione, nonchè tecnico del suono; e ancora Vittorio Cosma, Paola Folli e Luca Mangono (architetto e showman del gruppo), alle prese con una vita privata lontana dai riflettori.

Colombo non si avvale di immagini di repertorio, piuttosto si limita a seguire camera in mano uno per uno i componenti del gruppo, senza mai intervenire, come un fan che ha riconosciuto il proprio beniamino per strada e non si decide mai ad allontanarsi: in quest’ottica, il regista acquisisce un punto di vista neutro, lasciando ai protagonisti l’iniziativa di agire, accantonando (elemento non facilmente riscontrabile nei documentari di questo genere) ogni forma di ricostruzione scenica o spettacolarizzazione del girato. Ci sono solo Elio, le Storie Tese e le loro vite da anti-divi, in un documento appassionato che tenta di analizzare con accuratezza e attenzione il processo creativo a cui la band si sottopone, osservando i protagonisti immersi nelle loro deflagranti idee in sala prove, fino in sala d’incisione: e proprio in questa scelta di filmare gli input creativi risiede l’acume di Ritmo sbilenco - Un filmino su Elio e le Storie Tese, che funge da manifesto intimo per ogni fan degli Elii, nonchè come pellicola didattica per gli amanti della musica e i professionisti in quanto tali, che con la musica ci campano o tentano di farlo.

Nel documentario di Mattia Colombo si evince tutta la passione per la band, la nitidezza d’intenti e propensione a mostrare sempre prima l’uomo rispetto al divo, punto di vista, alla fin fine, necessario: Elio e le Storie tese ci hanno da sempre insegnato che le maschere funzionano solo sul palcoscenico, strappando di dosso agli italioti le loro, con rigetto delle regole artistiche canoniche, sperimentazioni acustiche e un lirismo grezzo e sagace da far impallidire i poeti underground.

Ritmo sbilenco - Un filmino su Elio e le Storie Tese diverte e si lascia ammirare anche dallo spettatore occasionale, che di Elio e la sua band non conosce nemmeno una canzone e che, chissà, comincerà a interessarsi non appena passati i titoli di coda. Sarebbe già un successo.


CAST & CREDITS

(Ritmo sbilenco - Un filmino su Elio e le Storie Tese); Regia: Mattia Colombo; sceneggiatura: Mattia Colombo; musica: Elio e le Storie Tese; interpreti: Stefano Belisari/Elio, Nicola Fasani/Faso, Davide Civaschi/Cesareo, Sergio Conforti/Rocco Tanica, Christian Meyer, Antonello Aguzzi/Jantoman, Vittorio Cosma, Paola Folli, Luca Mangono; origine: Italia, 2016; durata: 73’’


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