L’Ovra a Cinecittà

Qualche mese fa avevamo recensito qui un altro libro che si occupava di storia e lo faceva usando il cinema e i testi filmici come documentazione principale, in quel caso si trattava di un libro dell’editore Fazi riguardo alla Sicurezza Nazionale e la politica degli Stati Uniti, in questo caso invece si parla di Italia e di quel particolare momento storico che fu il fascismo. Se di Mussolini è la famosa frase «Il cinema è l’arte più forte», dietro questa affermazione si muove un universo composito... c’è l’investimento sul cinema: Cinecittà, il Centro Sperimentale, la Mostra del Cinema di Venezia, i cinegiornali, il “nuovo” Luce ecc. Si crea quindi un fermento cinematografico, un fermento entro cui mossero i primi passi anche personaggi come Giuseppe De Santis, Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti, Federico Fellini... dove si muovevano intellettuali e “cinematografari” chiaramente antagonisti e altri più o meno “integrati” come Alessandro Blasetti. Su questi argomenti molti studi sono stati compiuti, ma il particolare dello spionaggio invece rimaneva ancora un campo di analisi un po’ “defilato” a cui hanno posto rimedio in maniera che possiamo definire quantomeno meticolosa, Natalia Marino e Emanuele Valerio Marino, giornalista la prima e regista, autore, soggettista e sceneggiatore il secondo, ma entrambi con esperienze nella ricerca archivistica e storica e con spiccate doti di ricercatori e di cacciatori di documenti storici... doti che vengono messe al servizio di questo testo davvero ricco in cui si raccontano storie di spionaggi, di spiati e di spianti, di “lacchè” e di arrampicatori sociali in grado di usare le “soffiate” per compiacere il potente di turno. Quello che emerge è una storia del cinema italiano vista nelle sottili, quanto implacabili, trame del tradimento e del dileggio, di quella forma di comportamento sociale che sta alla base di ogni tirannia. Come ben sottolinea Mimmo Franzinelli nella sua prefazione: «I due autori, adottano un taglio narrativo brillante e arguto, ci calano nell’atmosfera ammorbata e talvolta paradossale di una Cinelandia infestata di informatori, frammischiati ad attori e registi. [...] Nel folto gruppo degli spiati troviamo il regista Goffredo Alessandrini, il drammaturgo Sem Benelli, il regista Alessandro Blasetti, il commediografo Roberto Bracco, il critico letterario e direttore della Cines Emilio Cecchi, l’attore Mino Doro, l’attrice Marta Eggerth, il fondatore della società cinematografica Lux Riccardo Gualino, il musicista Gian Francesco Malipiero, l’accademico d’Italia Luigi Pirandello con l’attrice Marta Abba, lo scrittore Leonida Rapaci, il critico cinematografico del “Corriere della Sera” Filippo Sacchi, il direttore artistico Mario Soldati, il soggettista Cesare Zavattini...».
«L’Ovra - come chiariscono gli autori - “Opera volontaria di repressione antifascista” o, per altri, “Organizzazione di vigilanza e repressione dell’antifascismo” - non ha un vero e proprio atto di nascita: autentica polizia segreta, ha origini alquanto nebulose. [...] Diretta emanazione dell’Ispettorato speciale, ha preso forma verso la metà del 1927 per opera del prefetto Arturo Bocchini, vero artefice della riorganizzazione degli apparati repressivi del regime, ed è cresciuta negli anni a seguire.» L’organizzazione indirizza ben presto la sue attenzione al mondo dello spettacolo e in particolare al cinema e lo fa in diversi modi: attraverso sorveglianze più o meno vistose (spesso “più” che “meno” dato che molto “osservati” chiedono con reverenza i motivi di occhi che li spiano), oppure accettando “soffiate” di colleghi o gente che lavora in contiguità con questi personaggi: tutto questo evidentemente accende la possibilità di infamare o costruire la propria fortuna sulle calunnie altrui. Ed è quanto accade puntualmente e quanto ci raccontano i due autori, riportando anche lettere, telegrammi, pagine di diario e documenti in grado di farci respirare l’aria malsana della cospirazione continua. Un vero e proprio documento drammatizzato in cui Mussolini veste i panni dell’autocrate un po’ distanziato e ondivago, che sceglie “appoggi” e li toglie altrettanto repentinamente, decidendo così la sorta dei suoi sottoposti... per alcuni come Giovanni Grasso attore teatrale con mire da industriale a cui Mussolini aveva dato credito per l’organizzazione di una distribuzione in terra americana dei cosiddetti “film di famiglia”, e che si trova praticamente sul lastrico nel momento in cui le invide dell’ambiente portano Mussolini a “raffreddarsi” sul progetto... ma va ancora peggio a quanti si vedono decisamente tagliati fuori, se non addirittura isolati o ancora peggio mandati al confino (Settimelli per esempio).
La ricerca dei due autori prende le mosse da “aridi” documenti ma poi fa parlare le parti, espone lettere, sottolinea il carattere sussiegoso di alcuni (la maggior parte a dire il vero) e quello più audace di tal altri, ma soprattutto definisce il quadro di una società sospettosa, tutta tesa ad impicciarsi, a cercare di togliere libertà: dall’Istituto Luce a Cinecittà... ma non si tratta solo di mosse politiche, c’è ben altro, soldi cioè, e potere, come si profila nel caso dell’avvento dei sistemi sonori: «Intorno al sonoro e ad altre invenzioni in campo cinematografico è in corso una battaglia tra grandi società di profilo internazionale, soprattutto statunitensi, britanniche e tedesche. [...] In tale confusione si inserisce anche la polizia politica che colloca infiltrati un po’ dappertutto, alcuni sinceramente schierati a favore di un dato congegno, quasi tutti comunque legati a filo doppio con piccole o grandi aziende.» Intorno al cinema girano soldi e interessi e con essi personaggi “trasversali” e poco chiari come l’industriale che ha fatto fortuna a Shanghai Domenico Musso... il libro è organizzato a storie, piccole epopee di codardia o di spionaggi, piccoli uomini che si rivestono di potere e grandi umiliazioni, tutto sotto il sole del cinema...
[Gennaio 2006]
Natalia Marino, Emanuele Valerio Marino
L’Ovra a Cinecittà. Polizia politica e spie in camicia nera
Bollati Boringhieri
pp. 338, Euro 32,00
