La perfezionista

Cesare Lanza con La Perfezionista tenta il grande salto dal mondo della televisione, in cui lavora ormai da un decennio, a quello del cinema; operazione coraggiosa vista la grande diversità dei due linguaggi, soprattutto se messa in atto a più di sessant’anni d’età. D’altronde quando si è considerati il maggior esperto italiano di gioco d’azzardo, probabilmente ci si sente nella posizione di azzardare non solo sul tappeto verde.
Ecco, La Perfezionista sembra esser stata ideata proprio con la smania di un giocatore navigato, sicuro di sè, convinto di poter puntare tutto al primo giro, talmente forte è la sensazione di vincere. Purtroppo in questo caso la sicurezza e gli anni di esperienza non sono serviti, perchè nell’universo cinematografico, della settima arte, solo a pochi è concesso l’onore di azzardare.
Giselda, la perfezionista, è segretaria presso lo studio di un avvocato; forma una "coppia di fatto" convivendo con il suo compagno Angelo, vive di sani principi ma questo non le impedisce di esser priva di limitazioni tipicamente borghesi, tanto che non esita a prender parte ad un film hard della casa di produzione dall’emblematico nome "Il senso della storia". La quotidianità, che scandisce attraverso piccoli riti (come ordinare un tè ogni mattina nello stesso bar e consumarlo allo stesso tavolo oppure mangiare una mela rigorosamente verde non prima di averla divisa in parti uguali), rappresenta la sua vita assieme alla passione e all’amore che la lega al suo compagno. Tutto questo verrà messo in discussione proprio dall’unica cosa che non può controllare e cioè la vita stessa, che farà di Angelo un malato terminale.
Lanza per la trasposizione cinematografica di questa storia, sceglie una narrazione frammentaria che si apre e si chiude in continui flash, non permettendo allo spettatore di instaurare un rapporto empatico con la materia mostrata a causa della brevità di ogni frammento; inoltre l’assenza di scelte registiche di rilievo o comunque riconoscibili, stenta a dare una vera forma al flusso audiovisivo che finisce per disperdersi nello spazio e nel tempo entro cui è pensato.
Le uniche scelte che sono invece completamente esplicite, l’autore le compie sul piano idelogico, servendosi di un linguaggio simbolico elementare, che non lascia nessuna interpretazione allo spettatore. Allo stesso modo, la grana sfocata dell’immagine che sottolinea i flashback narrativi, si avvicina maggiormente ad un’estetica da fiction più che ad una composizione cinematografica.
In tutto questo appare ovvio l’intento del regista di comunicare una certa visione della vita, della morte e dei rapporti umani; fin troppo esplicito appare così il dialogo tra Giselda e la Dotoressa, sostituta del primario, sulla concezione della famiglia e del matrimonio. Al contrario colpisce una battuta del bizzarro regista di film porno che probabilmente rappresenta la volontà di Lanza (autore di a volte discussi programmi televisivi come Questa Domenica e La Talpa) di togliersi un piccolo sassolino, ulteriore espressione di un film troppo televisivamente ancorato alle idee del suo autore: "lei parla inglese? posso dire trash? o almeno vede la televisione?" .
La Perfezionista; Regia: Cesare Lanza; sceneggiatura: Cesare Lanza, Giuliano Caputi; fotografia: Fabrizio Bracci; montaggio: Andrea Spinella; musica: Stefano Caprioli; interpreti: Aurora Mascheretti (Giselda), Rinaldo Rocco (Angelo), Alessandra Ventimiglia (Roberta), Luigi Grilli (Avvocato), Stefania Spugnini (Dottoressa), Federico Pacifici (Regista porno); produzione: Luce 2007 srl; produttore esecutivo: Antonio Eustor; origine: Italia; durata: 100’
