“Io non dimentico mai una faccia, ma nel suo caso farò un’eccezione”. Questa una delle storiche, eterne ed eteree battute di un genio del calibro di Groucho Marx. Non fu, a dispetto di quel che si può immaginare, utilizzata in uno dei capolavori dei quattro-fratelli-più-uno, ma una estemporanea e raggelante risposta a un cacciatore di celebrità richiedente autografo. Questo uno dei numerosi aneddoti che costellano l’agile raccolta di “ Accadde a Hollywood ”, edita da Le Mani, condensata selezione del monumentale archivio di curiosità e notizie raccolte da Peter Hay nel suo Movie Anecdotes. Dopo le Storie Amare dal Fronte di Hollywood, segnaliamo queste storie più "leggere" di una raccolta che disegna con fresche pennellate il periodo d’oro del cinema hollywoodiano, ne smitizza personaggi, instilla piccoli nei in brillanti carriere, a volte sputtana grandi vizi – Joan Crawford e la passione per la vodka - ma esalta piccole virtù, registra mode passeggere del jet set da nitrato d’argento (una volta i quadri impressionisti, un’altra gli yacht). Un’epoca e un preciso luogo geografico, il distretto di Los Angeles, a cavallo delle due guerre mondiali e oltre, in cui, nelle parole dell’editore, “realtà e leggenda si intrecciavano e si confondevano in un mondo assolutamente fantastico e irripetibile”.

John Ford, King Vidor, Billy Wilder, Ernest Lubitsch, H.G.Welles e Victor Mature, ma anche “registi artigiani” come Henry Hathaway e di classe come Otto Preminger. Ci sono tutti i protagonisti dell’epoca dei generi, del noir dai bianchi e neri espressionisti alle riviste che diventano musical passando per i melodrammi e le commedie sofisticate. Sarah Bernhardt che a 67 anni interpreta Margherita Gautier nella Signora delle Camelie e che svenne e rimase scioccata nel vedere la “discrepanza” della sua recitazione con la resa sullo schermo. Gli “sfondoni” del produttore Samuel Goldwyn, Igor Stravinsky che rifiuta 4mila dollari per una colonna sonora per non ricevere lo stesso compenso di un suo predecessore, le kolossali feste di Hearst (il magnate dell’editoria spunto per Welles del suo Cittadino Kane) e Marion Davies, le grandi scene di battaglia di Nascita di una nazione, con decine di migliaia di comparse. Su tutto l’episodio di Chaplin per le vie di Parigi alla impellente ricerca di un gabinetto, che si tramuta in un vero bagno di folla…o Joe di Maggio che imbestialito assiste sul set alla scena della gonna alzata di Marilyn….

Libretto da ombrellone e sdraio, godibile per giochi da trivial pursuit, per piccoli vezzi dei cinefili da spiaggia. L’amore per il cinema è in fondo anche questo: notare i particolari “laterali” delle scene madri dei film, coglierne l’intrinseco significato anche grazie a un aneddoto che ha generato questa o quella scena. Episodi extra-pellicola, ravvivati da un lato glamour e spesso grottesco di un mondo che si alimenta della propria specularità. Anche una battuta di caccia tra Hawks, Gable e Faulkner è cinema, a modo suo. Perché il Cinema non è semplicemente ciò che mostra la pellicola o il tunnel feticista della cinefilia che mitizza la camminata di Fanny Ardant sui titoli di Finalmente domenica o i ceffoni all’ultimo respiro della Seberg a Belmondo. Il cinema, come diceva l’anima persa Gassman ha sostituito le chiese per andare a confessarsi.

Eccoci, De Mille, siamo pronti per il primo piano!

[Carlo Dutto]