Recensioni, interviste, stralci di cataloghi, saggi più o meno analitici sul cinema irlandese realizzati da chi questa nazione la segue e la conosce a livello artistico da moltissimi anni. Susanna Pellis è l’autrice di Cinema dall’Irlanda, collezione di testi derivati dalla sua passione per l’opera filmica proveniente da quest’isola affascinante e irrequieta, e allo stesso tempo dall’esperienza che l’autrice ha accumulato nel tempo come direttore artistico dell’Irish Film Festa, rassegna dedicata che si tiene già da due anni a Roma presso la Casa del Cinema, unica in Italia. Questo libro è in prima istanza un’opportunità per scoprire in maniera più dettagliata i film di Neil Jordan, John Boorman, Lenny Abrahamson, i temi ricorrenti di una cinematografia ribelle e sociale, il lavoro di un gruppo di registi e di attori che dedicano al proprio paese le proprie energie creative con passione e grande competenza, narrando storie autentiche di tradizione e sofferenza.

La raccolta di scritti realizzata e organizzata da Susanna Pellis è interessante perché nuova, perché colma un colpevole vuoto. Non esisteva infatti un volume che presentasse al pubblico e agli appassionati italiani la crescita e la qualità del cinema irlandese, ma di contro si presenta in maniera un po’ troppo scoordinata, interessante ma spezzettata e a tratti dispersiva. La preparazione dell’autrice è assolutamente fuori discussione, non si tratta di mettere in dubbio la qualità di scrittura, non è assolutamente nostro obiettivo dare giudizi di valore sullo stile e sulla competenza. Ma un libro che voglia dare una panoramica su una cinematografia che ai più è ignota, dovrebbe a nostro giudizio proporsi in maniera più organica. Il lavoro di Susanna Pellis trascura uno sguardo approfondito sulla storia di questa cinematografia, concentrandosi soltanto sui film più recenti, quelli che hanno incontrato o sfiorato il nostro paese, quando forse sarebbe stato più interessante, proprio per la sua esperienza, far scoprire un mondo nuovo, magari ancora più nascosto di quello su cui il libro si concentra... Pecca questo libro, inoltre e soprattutto, di un vero approfondimento critico, di uno sguardo completo sugli argomenti presi in esame, perché propone recensioni più che saggi, frammenti sparsi più che mappe ordinate.

Di maggiore interesse le interviste, condotte evidentemente con grande curiosità e passione, forse le parti migliori del volume, in cui la parola degli autori fa in modo che il senso completo delle loro opere venga fuori in maniera interessante e coinvolgente. La stessa passione con cui vengono poste le domande caratterizza infatti le risposte di Thaddeus O’Sullivan , Paul Greengass, John Carney, tra gli esponenti principali del cinema dell’isola, autori veri che raramente hanno affrontato tematiche leggere e disimpegnate, fedeli allo spirito rivoluzionario e intenso del loro popolo.

Per approfondire:
QUI la recensione della monografia Neil Jordan, Castoro Cinema.