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LIBRI - ELIO PETRI IMPOLITICO. LA DECIMA VITTIMA

Pubblicato il 27 agosto 2005 da Simone Arcagni


LIBRI - ELIO PETRI IMPOLITICO. LA DECIMA VITTIMA

Ecco un libro che mi sento di consigliare senza temi. Si tratta di un’analisi e una lettura puntigliosa, ricca, ben costruita e decisamente interessante, di uno degli “oggetti filmici” più “particolari” del cinema italiano: la personale lettura della fantascienza operata da Elio Petri (già di per sé autore travagliato e spesso dimenticato nelle storie ufficiali del cinema italiano). La Cardone parte definendo l’accoglienza travisata o addirittura negativa del film, la sua mis-lettura, i tentativi di apporre etichette facili e svalutate per definire tout court l’autore. L’autrice invece lavora di fino, decostruisce il film, ne definisce gli ambiti, opera una approfondita lettura dell’apparato pittorico e legge le citazioni (colte e per nulla superficiali) della Pop Art, dell’Informale, dell’Iperrealismo e dell’Optical Art.
Ne consegue una lettura del film (ma anche dell’autore) secondo categorie nuove come quella del travestimento del reale, del camuffamento, del carnevale barocco dello stile, che fa di Petri non tanto un figlio minore di Antonioni, ma un artista e intellettuale acuto che potenzia il suo discorso sulla società con una ricerca visiva e una riflessione sullo sguardo originale, casomai affine e su movenze simili a quelle che Antonioni porta avanti da Il deserto rosso e che poi sfoceranno nel suo “film pop”, Blow up.
Se Petri parte dal cinema politico e si situa perfettamente in quel clima che ha avuto certamente in lui e poi Rosi e in misura minore Damiani, i suoi protagonisti, il suo particolare modo di affrontare la società, il suo stile “espressionistico”, barocco, mascherato, lo rende unico...
E La decima vittima, proprio per il décor così eccessivo, per lo stile “barocco”, è forse il film meno capito dalla critica e il più emblematico della sua poetica: la Cardona si inoltra nella lettura partendo dalla questione politico/impolitico per poi approfondire l’uso della fantascienza e la particolare taglio che Petri opera, dopo aver subito violentemente un taglio alle sue ambizioni di un film più decisamente fantascientifico. Petri adotta uno stile che parte dal reale per proporre degli scarti (la Cardone parla di “straniamento”) per definire una fantascienza realista e iperrealista, usa una serie di riferimenti pittorici e di design per creare un universo famigliare e plausibile e nello stesso tempo per definire un discorso critico, persino satirico sulla realtà. I riferimenti pittorici sono analizzati con competenza e il bell’inserto fotografico documenta il lavoro di comparazione effettuato... emerge l’immagine di un Petri perfettamente a suo agio sia con le teorizzazioni sia con le pratiche estetiche più all’avanguardia... un Petri, diremmo quasi “postmoderno” che si serve dell’iconografia del fumetto, ma che mescola anche generi cinematografici diversi e sfrutta riferimenti culturali e visivi che provengono sia dalla cultura alta che da quella “bassa” e pop(olare)... un Petri che fa un discorso profondo sull’individuo, il corpo e la sua rappresentazione, che definisce, servendosi anche dei modi della commedia all’italiana e citando (ludicamente?) i film di James Bond, un personale approccio al cinema.
La suddivisione in episodi (la “mappa” del film), la bibiliografia e la filmografia chiudono degnamente il volume.

[Agosto 2005]

Lucia Cardone
Elio Petri, impolitico. La decima vittima(1965)
Edizioni ETS
pp. 136, euro 12,00


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