Libri - George A. Romero. La notte dei morti viventi

Una delle opere più riuscite della collana Universale Film della Lindau, questo volume monografico del giovane critico torinese Dario Buzzolan giunto alla seconda edizione, è dotato di uno stile lontano da un formalismo sdentato che spesso invecchia la carta e distacca i lettori più giovani. A rendere degno di nota il libro, prima ancora del linguaggio, scevro di tecnicismi e ridondanze, è l’impostazione “contaminata”: l’autore infatti non si pone super partes, al contrario spesso non esita a muovere critiche all’opera analizzata dell’allora esordiente Romero.
Ciò che sorprende è il modo in cui affronta l’analisi filmica riuscendo con grande equilibrio e notevole arguzia a portare avanti il suo discorso critico su due binari paralleli che, per tacita convenzione, non s’incontrerebbero mai. Da un lato architetta una serie di teorie fresche, molto interessanti e originali, che insinuano dubbi sul significato del film e su certe erronee interpretazioni. Va citato uno dei periodi più significativi che descrive l’accoglienza e i fraintendimenti de La notte dei morti viventi, bollato, ingiustamente, all’uscita come mero bad taste splatter: “Si ha l’impressione che La notte dei morti viventi sia a lungo rimasto vittima di un equivoco: l’idea che il film fosse non soltanto un film di genere, un horror, ma in particolare una sorta di capostipite dello splatter. Il che gli ha fruttato l’esilio nel territorio dei "film per appassionati". E invece La notte dei morti viventi è molto più simile a Gli uccelli di Alfred Hitchcock che a Non aprite quella porta di Tobe Hooper. La forza che ha turbato più d’una generazione di spettatori non è quella che scaturisce dall’esposizione di uno squartamento, dallo spettacolo "osceno" della carne martoriata. E più sottile, più profonda. La notte dei morti viventi è, prima che un film di genere che usa la morte per spaventare, uno dei più radicali film sulla morte che siano mai stati realizzati. Per questo, come il suo oggetto, continua - e continuerà a lungo - a affascinarci e sfuggirci, a attrarci e respingerci”. Dall’altro lato Buzzolan si avvale dei concetti e degli insegnamenti della bibliografia classica della critica cinematografica (da Vanoye a Metz) facendo leva anche su decifrazioni filosofiche e psicologiche di base (con il ricorso a Freud e a Bataille). Ad avvalorare le tesi, dimostrazioni dal metodo quasi scientifico: Buzzolan propone delle ipotesi che suggeriscono nuovi percorsi ermeneutici e semiotici, e le dimostra ragionando e accompagnando il lettore lungo le sue percorrenze, talvolta deviate da quelle già battute in passato, complici anche certe osservazioni attuali supportate dalla comparazione contemporanea. In questo modo l’autore coinvolge naturalmente il lettore, anche quello più scettico verso un genere relegato nel cinema di cassetta, che si sente partecipe delle sue argomentazioni e diventa parte attiva del libro.
Quasi un prolungamento distensivo la successiva meticolosa analisi chirurgica dell’opera nelle sue sequenze e nei suoi dettagli (efficace il capitolo sui “presupposti tematici”), una parte considerevole del libro che potrà essere maggiormente apprezzata dagli addetti ai lavori: le scene, vivisezionate in fotogrammi con gli agili e impeccabili bisturi di Buzzolan, che non tralascia neanche le “inquadrature sfuggenti”, vengono citate anche per convalidare le teorie esposte precedentemente. Sembra quasi che l’autore interpelli il lettore e gli dia delle spiegazioni anche visive delle sue osservazioni: il risultato è un rafforzamento delle convinzioni verso cui aveva indirizzato l’analisi già precedentemente. Il film di Romero sembra ritrovare quasi quella dignità artistica che gli ha permesso di diventare un cult per una folta schiera di cinefili: il volume chiarisce al pubblico quali sono i meriti per cui La notte dei morti viventi viene oggi riconosciuto a più di quarant’anni dal release come il capostipite di un genere, “i figli dei morti viventi”, in cui poi hanno affondato le mani moltissimi registi dell’horror ma non solo, come Lucio Fulci, John Carpenter, Pupi Avati, Sam Raimi e Wes Craven, che ne hanno ereditato “la cupa critica romeriana all’orrore sommesso e strisciante della realtà quotidiana”.
A chiudere il libro, che può essere considerato dagli amanti dei film dell’orrore una vera e propria guida alla riscoperta del film e un incalzante saggio provocatorio dai detrattori, una breve antologia critica che raccoglie alcune delle recensioni più note del film - dal compianto Kezich al maestro dell’orrore King. Se l’autore riesca o meno a rispettare la dichiarazione d’intenti fatta nell’incipit, raccontare La notte dei morti viventi come un film filosofico (sulla morte), lo lasciamo decidere ai lettori; ciò che invece non può sfuggire è un messaggio chiaro e lampante: quello che inizialmente gran parte della critica addusse come un film destinato alla ‘morte’ è senza alcun dubbio oggi ‘vivente’ più che mai.
Autore: Dario Buzzolan
Titolo: George A. Romero. La notte dei morti viventi
Editore: Lindau
Collana: Universale Film
Dati: 130 pp, formato 13,5x19, 32 fotografie b/n
Prezzo: 13,00 €
Anno: 2009
webinfo: Scheda libro sul sito Lindau editore
