Libri - La vera storia di Audrey Hepburn

“Audrey Hepburn è l’incarnazione del fascino”! Non sono poche le affermazioni convinte e indiscutibili che immergono fin dalle prime righe il lettore nell’ultima biografia su una delle attrici hollywoodiane più annoverate sull’olimpo della mitografia. L’autore fa una premessa chiara e precisa: parlerà della diva che affrontò la vita pubblica sempre con notevole “discrezione”, della donna “fragile e determinata al tempo stesso” che affiancò attori del calibro di Gregory Peck, Humphrey Bogart, Henry Fonda, Fred Astaire, Gary Cooper, Anthony Perkins, Cary Grant, Rex Harrison, Peter O’Toole, Albert Finney, Sean Connery, che superò i matrimoni falliti, prestandosi con modestia a farsi ambasciatrice dell’UNICEF e ritirandosi a vita privata, lontana dai riflettori. Lo stile è da romanzo rosa e il linguaggio semplice e privo di tecnicismi, che gli adepti forse vorrebbero trovare: siamo davanti a un libro scritto per il grande pubblico e ammiccante a una parte femminile. Non è un caso che ad aprire il libro sia una capitolo sui segreti di famiglia, che racconta le origini nobili e olandesi da parte di madre e le radici austriache del padre. Piccoli misteriucci avvolgono i genitori di Edda Kathleen Ruston Hepburn alias Audrey Hepburn, tra le incomprensioni coniugali che deteriorano con il tempo fino al definitivo divorzio e le decisioni che complicano la situazione come il trasferimento in Inghilterra. L’attrice sente una grande distanza tra lei e una madre poco affettuosa e avverte con dolore l’assenza di un padre poi ritrovato, perdonato ed aiutato trent’anni dopo l’abbandono.
Il racconto del sagace giornalista Bertrand Meyer-Stabley, abile e noto biografo delle dive immortali del cinema, continua con l’esperienza danzerina della Hepburn, che la fece sbocciare letteralmente ed esaltò il suo aspetto da “piccola ballerina di Degas”, e i problemi legati alla guerra mondiale. A dodici anni viene notata da un critico teatrale, ma i complimenti cadono quasi nel dimenticatoio mentre gli orrori bellici passano davanti allo sguardo di una bambina coetanea di Anna Frank che i tempi duri della guerra e della carestia indeboliscono pericolosamente. L’autore descrive la Hepburn come coraggiosa e determinata fin da piccola, una self made woman che combatte contro l’impoverimento prima del suo corpo, poi della sua famiglia e si fa notare sulle punte, dopo aver preso consapevolezza dello svantaggio della sua statura nell’ambiente, per ottenere le prime particine prima di spiccare il volo e affermarsi come “la beniamina di Hollywood”. Le prime apparizioni sulla scena non ricevono subito il favore dei critici, che anzi pare facciano del suo aspetto, grazioso e delicato, quasi una colpa che sottrae valore alla performance. In realtà le forme non ordinarie della “deliziosa” Audrey Hepburn ne segnano la popolarità, dopo che il fotografo delle dive decide di riprenderla per un servizio che l’edizione inglese di Vogue lancia con enorme successo. Numerose testimonianze raccolte da Meyer-Stabley confermano come il cigno candido e ossuto sia riuscito a operare una vera e propria magia presso il pubblico, attestandosi come sex symbol e reginetta di stile, prima ancora che come valida attrice.
E’ il capitolo “Da Gigi a Vacanze romane” che finalmente riesce a uscire dall’alone di monografia rosa, descrivendo l’ascesa verso l’olimpo del divismo della giovane e sinuosa attrice. I capitoli successivi ripercorrono tra Cenerentola a Parigi, Colazione da Tiffany, My Fair Lady e Gli occhi della notte con grande ricchezza di dettagli e aneddoti la lunga e fortunata carriera di una delle star più amate dal pubblico cinematografico e forse più bistrattate dall’Academy (che le riservarono solo un Oscar). Segna invece in maniera inequivocabile il tramonto della Hepburn “L’ultimo giro di pista”, che descrive i mutamenti che caratterizzarono l’attrice prima del ritiro dalla scena pubblica, indicato drammaticamente “L’addio”, chiosandola come modesta e immalinconita. Il libro poi ritorna sui suoi passi di detection femminista con il racconto delle nozze con l’italiano Andrea Dotti, “il fallimento della sua vita coniugale” e la scomparsa dell’“angelo bello” che fu strappato ad amici e personalità di spicco tra un dolore e una commozione che la sagace scrittura di Bertrand Meyer-Stabley riesce ad emulare su carta perfino a distanza di 17 anni.
Autore: Bertrand Meyer-Stabley
Titolo: La vera storia di Audrey Hepburn
Editore: Lindau
Collana: Le comete
Dati: 352 pp, illustr. 28 b/n
Prezzo: 22,00 €
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