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Libri - Le immagini letterarie nel calcio

Pubblicato il 11 gennaio 2008 da Alessandro Izzi


Libri - Le immagini letterarie nel calcio

Le immagini letterarie nel calcio è decisamente un buon libro.
È così raro poter scrivere una cosa del genere che vien quasi voglia di riscriverlo, assaporando le sillabe toccate dalle dita sulla tastiera del computer, lasciando che torni a galla quella sensazione felice, ma anche un po’ triste che ci aveva accompagnati nella lettura. Quella sensazione che proviamo quando, leggendo, siamo consapevoli di scoprire cose nuove che non avremmo incontrato altrimenti e che si intinge di nostalgia quando ci si accorge, alla fine, che si è arrivati all’ultima pagina e quel piacere, come tutti i piaceri del resto, non potrà essere rinnovato.
Calcio e letteratura: un binomio inusuale qui in Italia. Difficile che se ne parli in ambito accademico. Ancor più improbabile che se ne parli nelle scuole di primo o secondo grado. Sembra un ossimoro, in effetti, un accostamento azzardato di alto e di basso, di caldo e di freddo. Perché, e la domanda sorge sin troppo spontanea, come si può pensare di poter mettere insieme, in una sola frase, due realtà così distanti come l’estrema raffinatezza della poesia e l’indicibile “trivialità” di un gioco come il calcio, giocato con i piedi, nel fango e a stretto contatto con la terra?
In realtà Barrocu, con le sue pagine vivide che mantengono l’autorità del saggio universitario, ma anche la piacevolezza della divulgazione più popolare, ci lascia intendere, appassionandoci, la possibilità di una “via di mezzo”: quella del cuore. Perché non può esistere vera poesia senza il cuore e neanche può esserci buon calcio.
Dalle pagine del saggista sardo emerge, così, il ritratto di una passione dalla doppia anima sportiva e letteraria ad un tempo. E non si capisce mai se a muovere la penna dello scrittore sia il ricordo indelebile delle partite giocate o quello delle parole che i tanti poeti e gli ancor più numerosi romanzieri hanno dedicato al gioco del pallone.
Si scopre, nella lettura, ma non è una sorpresa che il grosso della produzione letteraria dedicata al calcio è in lingua spagnola, viene dritta dall’America latina, dal Brasile e dell’Argentina dove il paradosso politico e culturale del calcio è molto più evidente. È qui, infatti, che si afferma un modello di calcio estetico, un modo di giocare in cui l’acrobazia con la palla, la capacità di disegnare figure con la sua traiettoria resa docile dai colpi di tacco o di punta, conta quasi più del risultato finale. È qui che le grandi masse si riconoscono nel rito comunitario dell’andare allo stadio uniti dal comune denominatore della “fede” irrazionale per la propria squadra. Ma è anche qui che, con maggior chiarezza, i governi hanno capito che il gioco del pallone, con tutte le passioni che è in grado di smuovere, è uno strumento ideale per il controllo delle masse, un perfetto circensem da regalare a distrarre dai problemi più veri del paese.
Una cosa lamentata anche da Pasolini, abile calciatore a sua volta, che pur condannando l’uso culturale del calcio (e lui scriveva ben prima di Calciopoli e del monopolio televisivo dello sport), non sapeva sottrarsi mai al piacere di fare due tiri in porta quando c’era un campetto a portata di piedi. Proprio lui che nella prefazione alle sue tragedie scriveva, con lucida chiarezza, che il calcio aveva sostituito il teatro nella cultura del popolo perché solo in una buona partita, ormai, si poteva ritrovare quel fervore quasi religioso con cui gli antichi greci andavano ad ascoltare i versi di Eschilo. Tutti uniti, tutti insieme in un rito catartico che qualcosa della vita sapeva insegnare. Certo era un teatro improvvisativo, una nuova commedia dell’arte, come amava dire Pratolini, una meravigliosa sintesi di ragione ed istinto, ma era pur sempre grande teatro.
Il calcio, che ha infiammato di suo le cinque poesie sportive di Saba, si presta, però, più facilmente all’epica che non alla lirica. È epico lo sforzo della squadra per arrivare all’agognato goal. È epico il lavoro che il singolo calciatore fa con se stesso per giungere ad una meta che è spesso anche un riscatto morale nei confronti di un mondo iniquo. È il povero, il debole, il vessato che trova nel pallone la possibilità di essere, sia pure solo per un momento, grande davvero. Ma qui già abbandoniamo i lidi della grande epica d’eroi che combattono (il calcio associato alla battaglia, ma anche antropologicamente alla messa in campo di un conflitto sessuale in cui una squadra difende la propria donna cercando di “penetrare” in quella dell’avversario) per entrare nel territorio della piccola epica minore che elegge a protagonisti persone qualsiasi per storie un po’ meno qualsiasi.
Barrocu tiene fuori dal proprio discorso, e giustamente, tutta la letteratura biografica e tutti gli instant book scritti a ridosso di qualche vittoria o di qualche personaggio esemplare. Non gli interessano gli studi sociologici sulle tifoserie (troppi a ricordarci di come oggi il calcio non sia più vissuto con quella genuina passione che non aveva il bisogno di tramutarsi in violenza) e, anzi, quando parla di tifosi, lo fa da tifoso, alla maniera di Nick Hornby. Rivendica con dolore come il calcio abbia quasi del tutto perso la sua aura mitica e gioiosa per diventare spettacolo calcolato a tavolino e mal sopporta la dimensione utilitaristica con cui, oggi, si pensa solo al risultato e non al gioco ben fatto che ci piaceva tanto ieri.
E forse l’antidoto ultimo a questo calcio mercantile fatto solo di schedine e di processi televisivi sta proprio in un buon libro. Magari in un’epica minore nella quale è ancora facile immedesimarsi fino alla commozione.
Per cominciare, forse, può andar bene proprio il suo libro. Lo si chiude con la curiosità di andarsi a leggere o a rileggere le pagine di Nando Dalla Chiesa o di Rafael Alberti. Un goal davvero non da poco.


Autore: Giampiero Barrocu
Titolo: Le immagini letterarie nel calcio
Editore: Davide Zedda
Collana: Saggi
Dati: 224 pp, copertina morbida
Anno: 2007
Prezzo: 15,00 Euro
webinfo: Sito Davide Zedda Editore


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