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Libri - Mary Terror

Pubblicato il 9 settembre 2010 da Alessandro Izzi


Libri - Mary Terror

Cosa resta degli ideali e dei pensieri multicolorati e lisergici dei “Figli dei fiori”?
Oggi solo un appartamento borghese con tendine alle finestre, un grande televisore in salotto ed un costoso impianto Hi fi che qualche volta diffonde intorno, come un profumo d’altri tempi, le note di Joan Baez o di Jim Morrison. Ricordi d’altri tempi in una casa che sarebbe perfetta per una pubblicità dei cereali.
E cosa resta delle azioni di chi non si arrese alla fine del Sessantotto e scelse la strada della lotta armata?
Oggi solo un tugurio di periferia che di quella casa borghese è la versione abbruttita dalla fame e dalla fatica. Un luogo che puzza di birra e di carta da parati umida. Un posto gravido di umori neri, rabbiosi dove anche le tendine alle finestre sognano di affacciarsi su paesaggi più belli degli incroci stradali soffocati dalla polvere.
La differenza tra chi si limitò a ballare a Woodstock e chi, invece, imparò l’arte di fare bombe con la varechina e la carta di giornale sembra stare tutta nell’arredo di una cucina. I primi hanno avuto il tempo di farsela ampia e spaziosa con il tavolo al centro della stanza, sotto un lampadario di pulita efficienza, e con la finestra che da direttamente sul giardino. I secondi devono accontentarsi di un piccolo loculo con un frigorifero pieno di cose muffite e una cucina di smalto bianco, sempre sporca, e coi fornelli neri.
Del Sessantotto è sopravvissuto, per paradosso, un disperato bisogno di normalità. I figli dei fiori sono impiegati di banca, esercenti di cinema, proprietari di fast food. I terroristi che hanno sparso paura e sangue per tutta la nazione, se non son stati abbastanza bravi da riciclarsi come esperti di araldica (in sommo spregio alle loro proclamate convinzioni sulla fine di ogni idea di famiglia borghese) sono quelli che andrebbero a chiedere un prestito in quelle banche se non avessero paura di essere riconosciuti, sono gli avventori di quei cinema che danno film horror e sono i commessi di quei fast food maleodoranti. Troppo vecchi per un lavoro che in genere tocca ai diciassettenni in cerca di soldi per comprarsi un poco di fumo, ma anche troppo nostalgici della loro personale età dell’oro per aspirare ad un posto di maggior pregio, con la speranza di una pensione.
Il desiderio di famiglia è comune a tutti e due questi mondi di quarantenni disillusi dalla storia. Ma nel primo caso il figlio è il coronamento d’una vita coniugale cui mancava solo il cane per dirsi adatta ad una sitcom televisiva, mentre nel secondo ci sono solo bambole a mimare una maternità impossibile. Bambole da far bruciare sui fornelli di cucina.
Mary Terror, romanzo assai bello, racconta i sessantottini di oggi analizzandoli sotto la lente rivelatrice della maternità. In fin dei conti i valori e la loro messa in crisi sono come il flusso e il riflusso delle maree. Variano col cambiare dalla luna. L’unica cosa che resta punto fermo delle nostre esistenze va al di là delle idee e dei pensieri che seguono le mode. È il rapporto tutto istintuale che lega la madre al suo bambino. Un rapporto che non ha niente a che vedere col senso borghese della famiglia, né con le utopie e le droghe dei figli dei fiori, ma che si fonda sulla carne e sulla parte più buia del nostro essere animali.
Un punto nero che non a caso sconfina in territori di genere. Ciò che fa horror Mary Terror non è il racconto dei massacri o le morti violente, ma la ferinità della madre che difende la sua prole, la mano che si piega alla carezza sulla guancia del bambino e poi preme il grilletto su chiunque osi minacciare questo caldo rapporto familiare.
Mary Terror è un racconto di Madonne assassine con la messa in scena di una madre borghese (ex figlia dei fiori) che si vede rapire il piccolo da una madre sterile (ex terrorista). Tutto il resto è contorno. Necessario quanto si vuole, ma pur sempre accessorio.
E il racconto trova il suo vertice narrativo nella resa dei conti del prefinale, quando le due madri si scontrano in un parco naturale preistorico sommerso dalla neve. La furia degli elementi crea, qui, un paesaggio gelato che non sarebbe dispiaciuto ai Coen di Fargo e che rallenta nella stasi di Shining ogni inseguimento. Oltre lo sfondo le due madri si fronteggiano sotto lo sguardo truce dei dinosauri giganti che ci ammoniscono su quanto poca sia la distanza tra una madre che difende il suo piccolo e i rettili del mesozoico.
Peccato non finisca qui il romanzo. Sarebbe stato un finale possente e limpidamente metaforico. McCammon sceglie invece di andare un poco oltre e chiude il suo romanzo nel rispetto delle convenzioni di genere.


Autore: Robert R. McCammon
Titolo: Mary Terror
Editore: Gargoyle Books
Dati: 414 pp, copertina morbiba con alette
Anno: 2010
Prezzo: 16,00 €
webinfo: Scheda libro sul sito Gargoyle


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