Libri – Orientalismo eretico

Quello di Pier Paolo Pasolini è stato un pensiero ereticamente altro che ha contraddistinto un percorso che ha toccato Vita e Arte, all’insegna di un continuo incontro con l’altro: i borgatari della Roma degli anni ’50, come gli africani o gli indiani che celavano il tesoro di un passato mitico (pre-industriale e pre-capitalistico: in poche parole, pre-borghese), prima di essere anche loro intaccati da un progresso senza sviluppo. Conscio delle sue contraddizioni di intellettuale borghese e occidentale, Pasolini non si è tirato indietro e, con coraggio, ha cominciato a muoversi in un Terzo Mondo visto come “spazio esterno […] liberato per la creazione di nuovi significati”.
Luca Caminati ha realizzato un’opera che spazza via molte scorie dagli studi dedicati a uno dei massimi artisti e intellettuali del secondo Novecento (non solo italiano): un uomo amato e martirizzato in vita, e completamente mitizzato dopo la morte, sia da parte di chi lo ha amato ciecamente senza ridiscuterlo - quindi condannandolo all’oblio – sia di chi lo ha attaccato in modo inverecondo.
In una ricerca di equilibrio sull’obiettività, Caminati ha scelto di dedicare i suoi sforzi allo studio del Pasolini meno conosciuto dal pubblico e meno frequentato dagli studiosi: ossia il poeta dei “lavori spuri”, quello degli Appunti (per un film sull’India e per un’Orestiade africana), documentari che tali non sono, o il Pasolini de Le mura di Sana’a; fino a giungere all’Edipo re e a Il fiore delle mille e una notte, i suoi lavori narrativi sull’Oriente. L’approccio utilizzato dallo studioso è molto ricco e vario, come può essere comprovato dalla sterminata bibliografia che ha utilizzato per redigere il volume: cultural studies e teoria post-coloniale, critica testuale e filmologia, antropologia ed etnografia, in un tripudio di metodologia anglosassone (giova qui ricordare che Caminati è professore presso la “Colgate University” dello stato di New York).
E grazie a questo libro l’intera opera di Pasolini può essere rischiarata da una nuova luce, che riesce ad abbracciare Fanon e Marcuse, Jean Rouch, Flaherty e Ejzenštejn, Rossellini e Bazin, Eco e Metz, Freud, Moravia e Ninetto Davoli, Gramsci e Brecht. E assieme agli uomini le loro idee: realismo e formalismo, terzomondismo e spaesamento, distanziazione e pedagogia. Mentre Pasolini rimane uno sperimentatore inquieto, mai fine a se stesso, viaggiatore al di fuori dell’Italia, sempre in movimento "per esplorare nuove forme espressive e rivolgersi ad altre discipline", profeta del pastiche artistico e intellettuale: utilizza la mdp per penetrare la realtà e il montaggio per "mostrare la frammentarietà del mondo"; ma entra "nel cinema come realista per uscirne come formalista", mettendo in scena un’arte lirica che rappresenta una "realtà citazionale" e demistifica l’apparato audiovisivo con la sua pseudo-oggettività.
Di certo la lettura di Orientalismo eretico non può essere affrontata con leggerezza, anche se l’autore ha avuto l’accortezza di esporre più volte i tanti concetti esaminati, al fine di essere il più esplicativo possibile e dare maggiore pregnanza al suo discorso. Ma le eventuali iniziali difficoltà non potranno ostacolare la sensazione di trovarsi di fronte a un libro che sa come condurre all’interno del mondo pasoliniano, sviscerandolo in ogni suo aspetto con audacia, amore e rispetto, ampliando i punti di vista su un uomo che è (stato?) uno snodo fondamentale all’interno della nostra Storia. Mentre la sua morte, la morte precoce di un genio, ha tolto la voce all’Italia, rendendola meno di un corpo vuoto.
Autore: Luca Caminati
Titolo: Orientalismo eretico. Pier Paolo Pasolini e il cinema del Terzo Mondo
Editore: Bruno Mondadori
Collana: Ricerca
Dati: 145 pagine, formato 15x21, brossura, 7 fotografie b/n
Prezzo: 15 €
Web info: Sito Bruno Mondadori
