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Libri - Stephen Frears

Pubblicato il 28 gennaio 2010 da Lorenzo Vincenti


Libri - Stephen Frears

Aprile 2009. Una delle personalità più rilevanti della cinematografia britannica moderna abbandona definitivamente il casellario virtuale delle monografie ancora inedite della casa editrice Il Castoro per entrare a far parte del novero dei grandi cineasti analizzati, scrutati, attentamente omaggiati nel tempo da una collana di così ampio spessore culturale. Ci risparmieremmo esclamazioni quali “Finalmente!” o “Era ora!”, se non fossimo certi che commenti di questo tipo raccoglierebbero il consenso di moltissime persone, dei cultori del cinema britannico, degli appassionati della storica collana o di entrambe le categorie assieme, accontentate sino ad oggi da un buon numero di volumi dedicati ad autori inglesi ma ancora private, sino ad oggi, di un testo probabilmente fondamentale per un tipo di studio più completo. E’ curioso pensare infatti come soltanto oggi si siano accesi i riflettori su un autore di quasi settant’anni la cui data d’esordio nel cinema risale al lontano 1985. Un cineasta, oltretutto, che dopo questa folgorante inaugurazione non ha mai disatteso quanto di buono mostrato ma ha saputo nel frattempo costruire, con caparbietà e l’abilità del mestierante sopraffino, una carriera complessa e al contempo completa, frastagliata nel suo divenire, probabilmente discontinua ma costantemente alimentata da una poetica chiara e diretta, senza orpelli inutili o il ricorso a virtuosismi troppo ingestibili per un artigiano dell’arte cinematografica (non è un caso la sua fuga saltuaria nei meccanismi dei generi cinematografici).

Se poi questo non bastasse al lettore per comprendere la sempre più incombente necessità del libro che stiamo per presentare, sarebbe sufficiente fare riferimento ai titoli realizzati negli anni dal simpatico autore di Leicester per capire come, alla luce di capolavori troppo distanti nel tempo e una maturità ormai raggiunta dal suo cinema più recente, non ci fossero più le condizioni per procrastinare ulteriormente l’appuntamento con il puntuale approfondimento offerto dalla casa editrice di Torino. Era atteso il volume dedicato a Stephen Frears, era atteso dagli studiosi alle prime armi ed era atteso dagli appassionati di cinema inglese, particolarmente ansiosi di accogliere dopo gli squarci aperti su mostri sacri coetanei di Frears (Loach, Greenaway, Jarman) un autorevole punto di vista su un altro di quei terribili ragazzi che negli anni ’80 segnarono un’intera epoca raccogliendo consensi in tutto il mondo e influenzando non poco le generazioni più giovani.

A guidarci nel viaggio vorticoso tra i vicoli del cosmo frearsiano sono gli autori Mariolina Diana e Michele Raga, i quali dall’alto di una pregressa esperienza maturata nel campo dell’editoria scolastica di settore, oltre che in quello della pura critica cinematografica ovviamente (la Diana è autrice del Castorino su Oliveira), propongono un’opera non solo interessante ma anche agile e particolarmente penetrante, capace di divulgare e formare il lettore con i modi e le tecniche didattiche più dirette ed efficaci, rispettando altresì una certa natura elitaria propria del Castorino classico (al quale di tanto in tanto i due strizzano l’occhio). Quello che emerge è un insieme molto omogeneo, scorrevole, appassionante, che alterna divagazioni necessarie alla comprensione del lettore a momenti di stasi meditativa in cui la coppia di autori costruisce le premesse per l’improvvisa comparsa dell’approfondimento analitico consueto. Pur rispettando i canoni imposti dal meccanismo riconoscibile della collana, la struttura improntata da Diana e Raga offre l’opportunità di conoscere l’arte di Frears anche a colui che non ha mai avuto modo di assaporare i risvolti tipici di un cinema perennemente in bilico tra intimismo e spavalderia, realismo e sogno, denuncia sociale e riscatto dell’individuo. Attraverso il lavoro meticoloso di tessitura svolto dagli autori, il lettore riesce con estrema facilità a scoprire e a condividere l’immenso background celato dietro la figura così poco charmant e così tanto anti-spettacolare di Frears. Talvolta aprono ai lettori la porta virtuale che collega direttamente i film americani del regista alla purezza del mito originale a cui egli stesso tenta continuamente di ispirarsi (Frank Capra, Billy Wilder e la filosofia imperante negli studios) mentre altre volte, ci forniscono tempi e chiavi giuste per poter comprendere a fondo le particolarità dello spirito, tipically british, su cui si fondano le opere probabilmente più emozionanti e viscerali del regista di Leicester. Il libro quindi, sulla scia di una carriera altalenante e disomogenea segue la strada della cronologia e si ritrova a dover commentare uno dopo l’altro film diversissimi tra loro tentando di accomunarne lo spirito, agevolando talvolta una sorta di interrelazione tra le parti (il rimando e il collegamento tra questo e quell’elemento o tra questa e quella costante linguistica) ma seguendo per lo più l’analisi strutturale conchiusa e limitata alle singole opere.

Con l’ausilio delle immagini tratte dai frame dei film (consuetudine del nuovo corso della collana) Diana e Raga, celebrano così il rito artistico del regista, le sue peculiarità organizzative, pongono l’accento sulla sua capacità di porsi al servizio della scrittura senza per questo considerarla un vincolo assoluto, perlustrano l’approccio visivo di Frears, la sua impostazione dell’immagine che appare raffinata in alcune occasioni (Le relazioni pericolose, Mary Reilly, The Queen) salvo poi improvvisamente corrodersi e subire le lacerazioni provocate dall’incombenza di un realismo particolarmente incline alle corde del regista di My beautiful laundrette e The snapper. Debolezze, passioni, tendenze, punti di forza vivono così nelle pagine del testo attirando l’attenzione del lettore e rivelando lati ancora oscuri o poco approfonditi di un grande Maestro del cinema europeo. Una lettura non solo consigliata quindi ma anche esortata. Affinché si possa rivalutare rapidamente e nella giusta maniera una filmografia non sempre apprezzata e per troppo tempo addirittura snobbata.


Autori: Mariolina Diana, Michele Raga
Titolo: Stephen Frears
Editore: Il Castoro
Collana: Cinema n°229
Dati: 166 pp, 160 fotografie b/n, brossura
Anno: 2009
Prezzo: 12,50 €
webinfo: Scheda libro sul sito Il Castoro


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