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Libri - Storia del cinema giapponese

Pubblicato il 25 gennaio 2010 da Lorenzo Vincenti


Libri - Storia del cinema giapponese

A molti anni di distanza dall’uscita della prima importante edizione rivive oggi in una veste nuova e aggiornata uno degli storici saggi cinematografici pubblicati dalla casa editrice Lindau. Da sempre marchio di garanzia per uno studio serio e meticoloso dell’arte cinematografica la casa editrice torinese dimostra ancora oggi, con le sue importanti rivisitazioni e un aggiornamento puntuale del proprio catalogo, di voler continuare a ricoprire il ruolo decisivo e strategico guadagnato nel tempo nell’ambito della formazione storico-critica e della narrativa di settore. Alla luce di quanto appena detto La storia del cinema giapponese rappresenta, quindi, l’esempio più evidente di come Lindau si sia in questi anni prodigata nell’aggiornamento della propria offerta, non solo attraverso l’apertura agli studi contemporanei (doveroso) ma anche attraverso operazioni di restyling in grado di catturare gli appassionati in qualunque momento e consentire loro un approccio il più possibile aderente all’evoluzione dei tempi. Questa nuova edizione del testo infatti oltre ad avvalersi della consistenza di un formato più grande rispetto all’originale, si pone l’obiettivo principale di colmare il vuoto storico accumulato nei dodici anni passati attraverso l’inserimento di una appendice aggiuntiva, un segmento finale interamente dedicato a quella porzione recentissima di cinematografia nipponica capace di mescolare le carte di una tradizione solida e di portare alla luce personalità interessanti quanto enigmatiche (Kitano, Tsukamoto, Miike).

Per giudicare un testo di questo tipo ci sembra doveroso perciò partire proprio dalla fine, ossia da quella parte nuova scritta dall’autore con lo stesso piglio del passato e forgiata sulla sagoma di un testo molto ben strutturato e già ampiamente compiuto. Un testo efficace come pochi libri sanno essere, fortemente improntato sulla puntualità delle considerazioni e sulla meticolosità delle ricostruzioni storiche affrontate. Guidato da una forte carica didattica, il grande studioso e critico Max Tessier, costruisce l’ultimo capitolo, così come in passato aveva fatto per l’intera struttura del testo, pensando esclusivamente all’intento a cui esso aspira, tralasciando cioè virtuosismi letterari inutili o orpelli inconcludenti e badando principalmente al raggiungimento rapido, efficace di un freddo indottrinamento del lettore. La qualità di un testo come questo è rintracciabile proprio nel minimalismo strutturale che lo sottintende, una caratteristica tipica dei saggi di storia della Lindau che Tessier sembra però voler maggiormente evidenziare attraverso una scrittura concisa, di stampo giornalistico e una sorta di rassegna stampa schematica e cronologica (sciorinata però in forma letteraria) degli eventi, dei nomi e dei titoli che hanno caratterizzato l’intera storia cinematografica giapponese.

Il risultato è un viaggio nel tempo in nove capitoli, ognuno dei quali dedicato ad un preciso periodo storico indagato nella sua complessità e nelle sue espressioni più significative, nelle varie tendenze cinematografiche espresse, nell’evoluzione di un’industria altalenante e, soprattutto, in quelle personalità che hanno contribuito, con le proprie opere e con il proprio impegno, a rendere grande una cinematografia per troppo tempo sconosciuta al resto del mondo. Tessier ha proprio il merito di non tralasciare niente della storia giapponese nemmeno quei nomi controversi che hanno operato in un’epoca lontana e che per troppo tempo, per colpa di una chiusura sin troppo opprimente delle maglie economico-strutturali giapponesi, non hanno avuto il privilegio di essere visti ed apprezzati all’estero. Ecco così che accanto alle figure storiche di Kurosawa, Mizoguchi, Ozu, Naruse, accanto ai grandi nomi che caratterizzarono l’ondata rivoluzionaria degli anni ’60 (Oshima, Yoshida, Shinoda, Imamura, Suzuki) trovano spazio nel testo di Tessier autori minori della storia nipponica, un immensa pletora di cineasti a volte geniali e quasi sempre talentuosi apparsi sulla ribalta internazionale quasi esclusivamente per merito del circuito festivaliero mondiale. Una pratica, quest’ultima, che ha rappresentato e rappresenta ancora oggi il primo ponte verso quelle cinematografie orientali in continuo fermento (ma delle quali la giapponese non sembra essere più la portabandiera). Siamo certi quindi che il lettore, leggendo un’opera breve ma intensa come questa, riuscirà ad appassionarsi alla ricognizione di zone inesplorate e primitive della storia cinematografica, in cui l’industria e il mercato ad essa legato si affermava con forza sulle radici del kabuki e del no e in cui i benshi (uomini parlanti che interpretavano dal vivo i film muti) dettavano legge persino sulle stesse star del grande schermo; siamo altrettanto certi che egli saprà apprezzare una ricostruzione, seppur rapida, di zone oscure e fenomeni mai del tutto approfonditi come la censura (da sempre un istituzione pressante per un paese arroccato sulla rigidità di una struttura morale e sociale di origine arcaica), o il nazionalismo marcato a cui le principali industrie del paese dovettero sottostare nel decennio precedente al conflitto mondiale o l’influenza americana immediatamente successiva alla cessazione dello stesso conflitto.

Il lettore imparerà altresì a maneggiare il lessico tipico dell’arte nipponica (anche grazie ad una appendice conclusiva in cui trovano spazio quelle espressioni tipiche e, il più delle volte, impossibili da tradurre dell’arte giapponese) fatto di parole difficili da pronunciare e ideogrammi complessi (es.: jidai-geki - il film d’epoca o il film storico ambientato prima del 1968; gendai-geki - film che trattano temi e soggetti della vita contemporanea; ninkyo-eiga - film cavallereschi; seishun-eiga - film di gioventù) ed entrerà con estrema facilità in un mondo lontano ma decisamente appassionante. Se non altro per avvicinarsi e scoprire definitivamente tutti quei gioielli che hanno segnato non solo il cinema giapponese ma l’intera storia del cinema mondiale. Immensi capolavori sparsi un po’ a caso nell’oceano dell’arte nipponica al pari di quelle gocce di terra sorte per volontà divina tra le lontane acque del Pacifico.


Autore: Max Tessier
Titolo: Storia del cinema giapponese. Nuova edizione riveduta e aggiornata
Editore: Lindau
Collana: Saggi
Dati: 176 pp, brossura
Anno: 2008, 2 ed.
Prezzo: 15 euro
webinfo: Scheda libro sul sito Lindau


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