LIBRI - SUL CINEMA

Nuovo tassello della meritoria serie di pubblicazioni riguardanti il maestro del cinema Michelangelo Antonioni. Dopo gli scritti sul cinema (interviste, articoli, dichiarazioni) contenuti in Fare un film è per me vivere e la raccolta di progetti mai realizzati, I film nel cassetto, entrambi sempre a cura di Carlo Di Carlo e Giorgio Tinazzi, è uscita da qualche mese questa raccolta di articoli sul cinema: la prima parte consiste negli articoli scritti in età giovanile nel ruolo di critico cinematografico e si spazia da Notturno di Machaty, articolo scritto per il “Corriere padano” nel 1936, fino a Orizzonti di gloria di Kubrick (“Bianco e Nero”, 1958), ritenuto regista di valore ma, almeno per quanto dimostrato fino a quel momento non ancora un grande autore. “Kubrick - scrive Antonioni - ha già fatto film degni di attenzione: il suo Rapina a mano armata era raccontato in modo esemplare. Fin troppo. Dico fin troppo perché risultava, questa, l’unica preoccupazione. Ma il suo The Killing era modesto, era il film di un buon allievo, niente di più. Comunque Stanley Kubrick non ha che ventinove anni, ha il tempo davanti a sé.
La curiosità riguardo i giudizi critici di un grande maestro del cinema è evidentemente alta ma nella sua introduzione Giorgio Tinazzi, ci tiene a mettere il lettore in guarda da alcune tentazioni: “... considerare questa attività come anticipatrice, magari incerta e parziale, del futuro cinema; va detto subito che, pur essendovi suggestioni in tal senso, una simile operazione sarebbe improduttiva se non fuorviante per molti aspetti. La seconda tentazione è quella di cercare una sistematicità in questi scritti, comparsi in sedi e momenti diversi. Le sfaccettature sono invece molte, e in qualche modo proprio la diversità, anche qualitativa, ha bisogno di uno sforzo di ‘messa in ordine’ abbastanza complesso”.
Dopo il primo capitolo più strettamente cinefilo, la parte intitolata “Sul cinema” ci presenta spesso un regista già calato nel suo ruolo di realizzatore e artista, intento a rintracciare spunti, affinità e\o divergenze nell’opera cinematografica altrui. Si inizia con un saggio sul documentario, si passa attraverso il celebre “Per un film sul Po” che precede teoricamente il suo primo cortometraggio, Gente del Po, e giunge fino a “I film che avrei voglia di rivedere” dove indica alcune opere per lui significative come La règle du jeu, Citizen Kane, Otto e mezzo, Rashomon, My Darling Clementine e Le Dames du Bois de Boulogne.
Ottima l’idea di riunire poi alcune riflessioni o spunti tecnici in un unico capitolo dall’emblematico titolo “Il doppiaggio, la tecnica, il colore”, così come azzeccato è l’omaggio alla cultura francese (l’ultimo capitolo “Aria di Francia”) che, sia cinematografica che letteraria, è sempre stata molto importante per Antonioni,: “Devo dire - afferma in un’intervista citata da Tinazzi - che ho studiato molto la storia della letteratura francese e della poesia in particolare. Quando sono passato alla letteratura e soprattutto alla poesia anglosassone, allora quella francese si è un po’ tirata da parte.”
Un’interessante raccolta questo Sul cinema che, strutturata con il solito rigore editoriale dei curatori, per arie tematiche risulta molto utile per lo studioso e curiosa per il cinefilo.
[aprile 2005]
Michelangelo Antonioni
SUL CINEMA
A cura di Carlo Di Carlo e Giorgio Tinazzi
Marsilio (Biblioteca)
pp. 238, Euro 19,00
