Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. (Stagione 3) - Teste di Serie

"Ci sono stati donati dei poteri...sfruttiamoli nel migliore dei modi!"
Daisy Johnson/Quake
Profondo e vasto è, ormai, l’universo cinematografico Marvel. I supereroi che gli appartengono sono già numerosi, che agiscano in solitaria o sempre in gruppo, che siano votati al bene o siano costretti a percorrere sentieri di redenzione per ritagliarsi un placido e festante posticino assolato nel mezzo della mischia. Come già appurato con i già discussi Agent Carter e Daredevil (il ‘best of’ della serializzazione marvelliana), il piccolo schermo non si sottrae dal partecipare a questa Grande Festa che ingolosisce molti, in special modo gli eterni rivali della DC Comics, glorificati dalla maestosa saga del Cavaliere Oscuro di Cristopher Nolan al cinema, finendo scalzati nelle retrovie per tutto quel che ne è venuto dopo, sia sul grande schermo, ancor più in televisione.
Tuttavia, la serie di casa Marvel che per prima aveva aperto le danze per il pubblico mainstream, Agents of S.H.I.E.L.D., giunta alla terza stagione, non può vantare trascorsi così idilliaci rispetto alle serie spalla (eccezion fatta per la neonata Jessica Jones, sciagurata zappata sui piedi, senza appeal o virtù), le quali hanno con ardore e maggior dedizione alla causa e ai dettagli ribaltato la scala gerarchica che avrebbe dovuto paventare gli impavidi agenti della più grande organizzazione segreta (un tempo) diretta da Nick Fury, ora agli ordini del bianco cavaliere (con qualche macchietta) Phil Coulson (un impeccabile Clark Gregg), come la punta di diamante di un colosso commerciale senza precedenti.
Nel corso delle prime due stagioni è stata la confusione a dettare i ritmi, sia da un punto di vista strettamente narrativo, con eloquenti singhiozzi di scrittura e ripetitive proposizioni di situazioni inverosimili e mirate unicamente a saziare la fame di colpi di scena da fan-boy, sia da un punto di vista concettuale, cambiando addirittura in corso d’opera l’obiettivo finale da raggiungere e, così, vanificando la promessa implicita stipulata con lo spettatore. A sorpresa, la terza stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. ha mostrato sin dai primi episodi una presa di coscienza più decisa, una maturità narrativa sufficiente per imbastire una trama lineare (anche se, a volte, banale), ma utile a servire la causa propria dell’essenza di una serie collaterale ai grandi progetti cinematografici come dovrebbe essere, per l’appunto, Agents of S.H.I.E.L.D.: l’immersione a piè pari nel dispersivo microcosmo degli Inumani ha rimodellato i connotati della serie, permettendole di assurgere ad autentica piccola opera fantascientifica (l’unica in campo, per ora, considerato che le altre sguazzano tra il noir, il gangster-movie e la spy-story), senza mai rinunciare a quella necessaria dose di ironia tanto cara all’universo Marvel, ingrediente fondamentale per poter permettere a noi fruitori di operare una netta distinzione con quello DC.
Tutto è più chiaro e leggibile in questa terza stagione, a partire dal villian di turno da sconfiggere, sfruttando con parsimonia gli spazi narrativi a vuoto per collegarsi con gli eventi orchestrati nei colossal Marvel per il grande schermo, permettendo perfino a una manciata di personaggi principali di spiccare il volo verso nuovi orizzonti, affrontando cambiamenti drastici (il più delle volte costretti dal corso innaturale degli eventi), senza rinunciare al romanticismo e alle esigenze mainstream che un prodotto di tale caratura dovrebbe sempre assicurare, essendo costruito per assecondare un pubblico giovane e spensierato. Ne viene fuori una discreta stagione, sprigionante divertimento e intrattenimento a colpi di alieni, viaggi dimensionali, veri superpoteri (finalmente!) e tanta, tanta azione.
Con la speranza che Agents of S.H.I.E.L.D. non svesta i panni del blockbuster fantascientifico da tv, grazie a un finale di stagione strappalacrime e coraggioso, le premesse per una quarta stagione in crescendo non mancano, proprio ora che, nonostante il pericolo più grande pare esser stato sconfitto del tutto, sembra che il peggio debba ancora arrivare. E se una serie che non aveva mai solleticato la curiosità e le aspettative per quanto si sarebbe visto in futuro, stavolta c’è riuscita per la prima volta, forse qualcosa di buono si è visto davvero e, perché no, qualcosa di meglio arriverà in futuro. Sperare non costa nulla.
(Marvel’s Agent of S.H.I.E.L.D.); genere: cine-comic, fantascienza, azione; sceneggiatura: Joss Whedon, Jed Whedon, Maurissa Tancharoen; stagioni: 3 (in corso); episodi terza stagione: 22; interpreti: Clark Gregg, Ming-Na Wen, Brett Dalton, Chloe Bennet, Iain De Caestecker, Elizabeth Henstridge, B.J. Britt, Nick Blood, Adrianne Palicki, Henry Simmons, Luke Mitchell; musica: Bear McCreary; produzione: ABC Studios, Marvel Television, Mutant Enemy Productions; network: ABC (U.S.A., 29 settembre 2015-17 maggio 2016), FOX (Italia, 22 ottobre 2015-16 giugno 2016); origine: U.S.A., 2016; durata: 60’ per episodio; episodio cult terza stagione: 22x03 – Ascension (22x03 - Ascension)
